ROMAGNONI, Giuseppe (Bepi)
– Nacque a Milano il 21 novembre 1930 da Luigi e da Ornella Boattini.
Al termine della seconda guerra mondiale s’iscrisse all’Istituto tecnico per geometri (Biografia, in Romagnoni, 1997, p. 20), ma nel 1950 interruppe gli studi per dedicarsi a un’intensa quanto breve attività artistica. Frequentò la scuola serale del nudo dell’Accademia di Brera, dove conobbe Mino Ceretti, e seguì il corso di pittura di Aldo Carpi (p. 20). Successivamente, nel 1954-55, frequentò il corso d’incisione di Benvenuto Maria Disertori e realizzò una cinquantina di incisioni su lastra (già in collezione privata, presso la madre dell’artista), delle quali non si conoscono tirature coeve all’attuale stato degli studi (da. mi. [Micacchi], 1973; Realini, 2011, p. 16).
Sono opere vicine al cosiddetto realismo esistenziale e, per i temi illustrati (il vuoto, l’incomunicabilità fra i personaggi, la solitudine e le differenze fra ceti sociali), sono influenzate anche dai contemporanei film di Michelangelo Antonioni, come i successivi collage.
Nel 1955 si diplomò all’Accademia, tenne una personale alla galleria Schettini di Milano e partecipò all’Esposizione quadriennale di Roma (poi anche nel 1959, come risulta dai relativi cataloghi).
È databile al 1955 un telegramma che Fortunato Bellonzi, segretario della Quadriennale, inviò alla galleria San Fedele di Milano, con il quale informò la direzione che, «nonostante unanime parere contrario» della commissione, Giuseppe Guerreschi, Romagnoni e Ceretti erano stati accettati nella manifestazione grazie alla sua intercessione (Roma, Archivio della Fondazione La Quadriennale, Romagnoni, Bepi, F. Bellonzi, Telegramma..., 1955).
Nel 1956 presentò alcune opere, insieme a Ceretti e Guerreschi, al centro culturale San Fedele di Milano (la mostra fu poi trasferita alla galleria Alibert di Roma e alla galleria del Cavallino di Venezia, città sede dell’Esposizione internazionale d’arte, presso la quale fu presente nel 1956 e poi anche nel 1962). Nel 1957, fra le mostre personali, si segnalano quelle alla galleria Bergamini di Milano (dove fu presente anche nel 1959, nel 1961, nel 1962 e nel 1964) e alla Bussola di Roma.
In occasione di quest’evento ricevette, immeritatamente, una delle recensioni più negative della sua carriera (cfr. Vivaldi, 1957). Quadri come Soldato che spara, Soldato con arma e altre opere di analoghe tematiche militari (collezione privata; ripr. in Romagnoni, 1997, pp. 26 s.) sono fra gli esempi migliori della sua intensa attività pittorica e rivelano il suo aggiornamento costante nei confronti dell’arte contemporanea internazionale (come il gruppo Cobra e l’informale europeo).
S’interessò anche alla pittura muralista messicana di José Clemente Orozco, e i suoi lavori iniziarono a risentire di forti accenti espressionistici, avvicinandosi molto al non figurativo.
In quadri come Nella metropolitana (1958, collezione privata; ripr. ibid., p. 28) l’artista ha abbandonato la figura, anche se talvolta alcuni titoli servono all’osservatore per ricostruire un’icona altrimenti ridotta ai soli costituenti primari: colori, forme, impasti pittorici e segni grafici (si vedano le varie tele intitolate Prelato in collezione privata, riprodotte in Bepi Romagnoni, 2014, pp. 43-45, 47-49, 51).
Nel 1959 espose al salone Annunciata in una collettiva. Nello stesso anno sposò Lunella Primaverili. In alcuni lavori della fine degli anni Cinquanta e dei primi Sessanta diventarono più esplicite le influenze surrealiste nei segni grafici che popolano la pittura, creando talvolta immagini fitomorfe e zoomorfe la cui matrice è sicuramente rintracciabile nel cosiddetto surrealismo organico, e in particolare in Joan Miró e in Arshile Gorky. In altri casi sono più evidenti gli influssi dadaisti, per l’utilizzo del collage. Nella serie di opere intitolata Racconto (collezione privata; ripr. ibid., pp. 94-99) la critica ha riscontrato l’influenza del cinema di Antonioni (cfr. L. Caramel, in Romagnoni, 1997, p. 17), evidente soprattutto nella solitudine esistenziale dei personaggi e nella mancanza di comunicazione fra gli individui. Nel 1960 partecipò alla mostra «Possibilità di relazione», alla galleria L’Attico di Roma, e tenne una personale al salone Annunciata. Nel 1962 soggiornò a Londra con Valerio Adami ed espose all’Institute of contemporary art (ICA). Nel 1963 allestì una personale alla galleria Mutina di Modena (Bertacchini, 1963). Nello stesso anno partecipò alla mostra «Contemporary Italian paintings» a Melbourne (Australia), inizialmente prevista presso il Museum of modern art and design of Australia ma poi tenuta presso la Georges art Gallery (e presentata in altre città australiane). Nel 1964 espose a «Documenta III» a Kassel. Durante l’estate, che spesso trascorreva in Sardegna, in una delle consuete immersioni di pesca subacquea nelle acque di capo Carbonara, ebbe un incidente fatale.
Morì a Villasimius (Cagliari) il 19 luglio 1964.
Sono state organizzate molte mostre postume. Si segnalano un’antologica presso la galleria Lo Spazio di Verona nel 1994 e la presenza di sue opere all’Esposizione nazionale quadriennale di Roma del 1965, istituzione che nel 1972 gli dedicò una retrospettiva, in una sala personale. Le stesse opere vennero riproposte anche nel 1973 nella sezione La ricerca estetica dal 1960 al 1970, nell’ambito della stessa edizione della manifestazione. Molti lavori di Romagnoni si trovano in collezioni private e sono circa duecento quelli comparsi nel mercato delle aste dalla fine degli anni Ottanta a oggi (alcune decine appartenenti alla serie Racconti e in alcuni casi venduti come «senza titolo»). Fra le collezioni pubbliche si segnalano: il Museo d’arte di Gallarate; la Galleria civica d’arte contemporanea di Suzzara (Mantova) e la Galleria d’arte moderna Achille Forti di Verona.
Fonti e Bibl.: Milano-Monza, galleria Montrasio Arte, Archivio Bepi Romagnoni; Roma, Archivio della Fondazione La Quadriennale, Romagnoni Bepi (F. Bellonzi, Telegramma a padre Favaro, Roma [1955], alcuni cataloghi rari, qualche fotografia delle opere degli anni Sessanta, pochi articoli di stampa); Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea, Archivio bioiconografico, Romagnoni Bepi (varie decine di articoli di stampa, alcuni non inclusi nelle bibliografie, qualche catalogo raro e alcuni inviti di mostre); Villasimius (Cagliari), Archivio del Comune, Registro di stato civile, Atto di morte n. 2, parte II, serie B, anno 1964.
A. Del Guercio, Arte. R., in Il contemporaneo, 16 novembre 1957; D. Micacchi, R. alla Bussola e al Segno, in l’Unità, 13 novembre 1957; M. Venturoli, R. alla «Bussola». Mitraglie astratte, in Paese Sera, 13 novembre 1957; C. Vivaldi, R. e Treccani…, in Corrispondenza socialista, 24 novembre 1957; G. Kaisserlian, Mostre d’arte. R., in Il Popolo, 11 aprile 1962; R. Bertacchini, Gli uomini oggetto di R., in il Resto del Carlino, 22 febbraio 1963; G. K. [G. Kaisserlian], Ricordo di Bepi R., in Il Popolo, 5 agosto 1964; G. Kaisserlian, Presenza di R., in Il Telegrafo, 29 maggio 1965; M. Valsecchi, in Bepi R. (catal., galleria Fanesi), [Ancona] 1965; E. Crispolti, Bepi R. Un giovane maestro della pittura contemporanea, Venezia 1966; E. Malato, Incontro con R., in Il Mattino, 20 settembre 1972; G. Mascherpa, Mostra di R., in Avvenire, 28 aprile 1972; Mostra antologica di Bepi R. (catal.), a cura di M. De Micheli, Milano 1972; da. mi. [D. Micacchi], Le prime incisioni di Bepi R., in l’Unità, 3 aprile 1973; R. (catal.), a cura di A. Montrasio - R. Montrasio, Monza 1997 (in partic. Biografia, p. 20; L. Caramel, pp. 8-17; con bibliografia e antologia critica); R. Bedarida, Bepi R.: il nuovo racconto 1961-1964, Cinisello Balsamo 2005 (con bibliografia, documenti e apparato critico); Bepi R. (catal.), a cura di A. Montrasio - E. Krumm, Monza 2005; M. Fragonara, L’ambiente culturale e artistico nella Milano del dopoguerra, in Grafica d’arte, XVIII (2007), 70, pp. 7-9; B. Guidotti, La solitudine in Bepi R., ibid., pp. 18-20; E. Realini, Bepi R. Catalogo delle incisioni, in Grafica d’arte, XXII (2011), 85, pp. 16-25; Bepi R.: soprassalti quotidiani: opere dal ’55 al ’62 (catal., galleria Spazioarte), a cura di C. Gatti, Milano 2011; Bepi R. Il racconto interrotto, 1930-1964 (catal., Milano), a cura di R. Bedarida - R. Montrasio, Torino 2014 (in partic. R. Bedarida, pp. 21-25).