ROMAGNOLI, Giuseppe
– Nacque a Bologna il 14 dicembre 1872, da Alfonso e da Rita Mazzanti, registrato all’anagrafe di Bologna con i nomi di Giuseppe, Angelo, Ferdinando (Bologna, Comune, Servizi demografici; Archivio di Stato di Bologna, Registri…, a. 1872).
Fra il 1885 e il 1892 studiò a Bologna presso il Collegio artistico Venturoli, con Luigi Serra (Biografia, in Giuseppe Romanelli. 1872-1966, 1992, p. 73). Nel 1892 ottenne il congedo illimitato dall’esercito, senza aver mai effettuato servizio militare (Archivio di Stato di Bologna, Registri..., a. 1872).
Dopo aver vinto il pensionato artistico Angiolini, nel 1893 frequentò i corsi di scultura di Enrico Barberi presso l’Accademia di belle arti di Bologna (Farioli, in Alfonso Rubbiani, 1981, p. 395). A partire dalla seconda metà degli anni Novanta iniziò un’intensa attività espositiva sul territorio nazionale, prendendo spesso parte alle esposizioni annuali delle principali società promotrici di belle arti, come risulta dallo spoglio dei cataloghi delle relative manifestazioni.
Nel 1896 partecipò all’Esposizione della Società promotrice di belle arti di Torino (e poi regolarmente fino al 1898) e all’omologa manifestazione fiorentina. Nel 1897 fu presente all’Esposizione della Società promotrice di Genova (poi anche nel 1898 e nel 1899), a quella di Napoli e all’Esposizione internazionale d’arte della città di Venezia (poi anche nelle edizioni degli anni 1899, 1901, 1903, 1905, 1907, 1909, 1912, 1914, 1920, 1926, 1932). Nel 1898 partecipò nuovamente all’Esposizione della Società promotrice di Firenze, a quella della società Francesco Francia a Bologna (poi anche nel 1902 e nel 1903), e vinse il concorso Baruzzi. Nel 1898 fu tra i fondatori della società d’arte Aemilia ars, per la quale produsse bronzetti decorativi, giudicati sbrigativamente dal critico Ugo Ojetti, in quegli anni, come inutile produzione commerciale (Farioli, in Alfonso Rubbiani, 1981, p. 267, 395; Pasquali, ibid., 1981, pp. 471, 473 s.).
Nel 1900 fu presente all’Esposizione artistica di Verona. Nello stesso anno realizzò la Cella Saltarelli (Bologna, cimitero della Certosa, galleria annessa al chiostro VI), una delle sue opere migliori, dalla quale emerge la conoscenza della grafica e della scultura simbolista internazionale e dell’art nouveau nordica, in particolare.
Nel 1902, alla Prima esposizione internazionale d’arte decorativa moderna di Torino, presentò varie opere, fra le quali si ricorda il busto di Irma Gramatica (Farioli, in Alfonso Rubbiani, 1981, p. 395; una terracotta molto simile, proveniente dalla collezione Stefanelli Torossi, è stata venduta dalla casa d’aste Bertolami fine arts, a Roma, l’8 giugno 2016).
Nel 1902 realizzò il vaso in bronzo intitolato La vita (Venezia, Galleria internazionale d’arte moderna di Ca’ Pesaro), che presentò nel 1903 all’Esposizione internazionale d’arte della città di Venezia, insieme alla scultura in bronzo Terra mater (1903; stessa sede dell’opera precedente).
Dal 1903 al 1909 fu membro della Commissione emiliana della mostra veneziana (Poppi, in Alfonso Rubbiani, 1981, p. 364, 368 nota 7). Nel 1906 partecipò alla Mostra nazionale di belle arti di Milano, senza che le sue opere venissero sottoposte preventivamente al giudizio di accettazione della commissione (chiaro segno della fama di cui ormai godeva l’artista). Nel 1907, nel cimitero della Certosa di Bologna, terminò la Tomba Guizzardi (chiostro VI, collegamento tra il portico ovest e il chiostro dei Cappuccini) e nel 1908 la Tomba Albertoni (chiostro annesso al Maggiore, portico est), uno degli esempi migliori della scultura liberty italiana e del cosiddetto stile floreale.
Nel 1908 realizzò il bassorilievo di travertino intitolato Gloria (Roma, Vittoriano).
Nel 1909 fu nominato insegnante di modellazione e primo direttore della Scuola dell’arte della medaglia di Roma (ruolo che mantenne per più di quarant’anni). La scuola era stata fondata all’interno della zecca, nel 1907, quando la sede era ancora in costruzione (vennero quindi utilizzati provvisoriamente i locali della Regia Accademia di S. Luca al foro Romano). Romagnoli arrivò primo al concorso, ex aequo con lo scultore Edoardo De Alberti, che rinunciò (Villani, in Ars metallica, 2007, p. 136). Nel 1911 venne nominato accademico di merito residente dell’Accademia di S. Luca, nella classe scultura. Il suo indirizzo in quell’anno era a Roma in via Gregoriana 12 (R. Accademia..., 1911, pp. 161, 166 s., 186).
Nel 1911 realizzò il colossale gruppo in travertino La fedeltà allo Statuto (Roma, ponte Vittorio Emanuele II, lato verso Castel Sant’Angelo), e nello stesso anno vinse il concorso per il Monumento dell’Unione telegrafica internazionale da erigersi a Berna. Si ispirò al monumento I borghesi di Calais (1887-95) di Auguste Rodin e progettò figure realistiche, agitate secondo le linearità tipiche liberty, ma gli ambienti artistici locali mossero critiche al progetto perché non seguiva lo stile elvetico nazionale (Herkommer, 2003, p. 3).
Nel 1912, il 14 dicembre, giorno del suo quarantesimo compleanno, sposò a Roma Eva Roux (Archivio di Stato di Bologna, Registri..., a. 1872). Durante la prima guerra mondiale lavorò a varie medaglie. Nel 1919 trasferì la residenza anagrafica da Bologna a Roma. Nel 1921 realizzò la Medaglia commemorativa del VI centenario dantesco, per la Casa di Dante di Roma (G. Romagnoli, Medaglia commemorativa..., 1921, p. 302). Nel 1922, a oltre dieci anni dal progetto, poté inaugurare il monumento sopraccitato nella Helvetiaplatz a Berna, fuso con il bronzo proveniente in prevalenza da campane dismesse (Herkommer, 2003, p. 3).
Nel 1924 e nel 1925 fu segretario del Consiglio dell’Accademia di S. Luca (Atti..., 1933, pp. 138 s.).
Nel 1930 partecipò alla Seconda Mostra del Sindacato laziale fascista di belle arti, come risulta dal relativo catalogo. Nello stesso anno, come delegato dell’Accademia di S. Luca, presenziò all’inaugurazione dell’Accademia americana di arti e lettere di New York. Secondo gli atti dell’Accademia romana, Romagnoli era membro del Consiglio accademico di S. Luca, fra gli scultori, e nel 1933 risiedeva in via Lazzaro Spallanzani 11 (Atti…, 1933, pp. 143, 145 s., 180, 182).
Nel 1934 realizzò una Medaglia ricordo dell’inaugurazione della nuova sede dell’Accademia di S. Luca (La reale insigne Accademia di S. Luca…, 1934, pp. 109, 112; L’Accademia nazionale di S. Luca, 1974, p. 384). Per questa sede, insieme all’allora vicepresidente Arnaldo Zocchi, curò l’ordinamento e la sistemazione delle sculture (La reale insigne Accademia di S. Luca…, 1934, p. 61).
Nel 1937 partecipò alla VII Mostra del sindacato belle arti del Lazio, come risulta dal relativo catalogo. Sempre nello stesso anno la zecca coniò, su suo progetto, due medaglie in bronzo per celebrare la Conquista dell’Etiopia e il I Anniversario dell’Era fascista, oltre a una nuova serie di monete dell’Impero in oro, argento, bronzo e nichelio (Due medaglie, 1938; Le nuove monete dell’Impero, 1937).
Fra i consueti simboli romani della retorica fascista, alla quale era obbligatorio attenersi nelle emissioni del ventennio (cfr. Balbi de Caro, in Ars metallica, 2007, p. 130), nella moneta 20 Lire quadriga lenta emerge l’eleganza grafica delle ritmiche zampe dei cavalli che tirano la quadriga guidata dall’Italia.
Nel 1951 venne coniata, su suo disegno, la celebre moneta 10 Lire Spighe, nella quale interpretò la vocazione agricola del Paese, con un linguaggio estremamente sintetico, raffigurando unicamente un aratro nel diritto e due spighe di grano nel rovescio.
Nel 1953-54 fu presidente dell’Accademia nazionale di S. Luca (Atti..., 1957, pp. 7, 16).
Nel 1953 Romagnoli, all’epoca ancora residente in via Spallanzani 11, venne segnalato da monsignor Giovanni Costantini, presidente della Pontificia commissione centrale per l’arte sacra, al parroco Salvatore Viola della chiesa dell’Immacolata Concezione di Raddusa (Catania), come il più adatto per eseguire una statua dell’Immacolata, che «ispirasse pietà» e «non facesse pietà», secondo le parole sarcastiche del sacerdote di provincia (Archivio segreto Vaticano, Diocesi Caltagirone, f. 20: lettere di Viola e di Costantini).
Romagnoli inviò un preventivo dettagliato dei costi dell’opera lignea e delle varie fasi del suo lavoro: prima avrebbe inviato un bozzetto di 55 centimetri e, ricevuta l’approvazione, avrebbe poi eseguito la statua a grandezza naturale. Terminata l’opera, insieme al committente, avrebbero deciso se sarebbe stata dipinta e dorata (G. Romagnoli, Lettera al parroco..., 1953; Id., Lettera a G. Costantini, 1954a).
Nel 1954 lasciò l’incarico di direttore alla Scuola dell’arte della medaglia. L’anno successivo fu presidente della commissione per il premio per la scultura dell’Accademia di S. Luca (Atti..., 1957, p. 88). Nel 1955 risulta fra gli insigniti dell’onorificenza dell’Ordine equestre dei principi dell’Accademia (Annuario..., 1955, p. 9) e nel 1957 fu vicepresidente, facente funzione, della stessa istituzione (Annuario..., 1957, p. 9). Fra il 1959 e il 1961 fu nuovamente presidente (Atti..., 1970, p. 11; Annuario..., 1967, p. 107) e nel 1965 nuovamente nel consiglio accademico, fra gli scultori (Annuario..., 1965, p. 9).
Morì a Roma, il 7 marzo 1966 (Annuario..., 1967, p. 149).
Opere. Varie opere si conservano a Bologna, in chiese e musei (fra i quali si ricordano la Fondazione Collegio artistico Venturoli e la Galleria comunale d’arte moderna), nella Repubblica di San Marino, presso l’Accademia di S. Luca di Roma, oltre che in molti musei internazionali di numismatica (sono di Romagnoli la maggior parte delle monete dell’Impero italiano e della Repubblica). Inoltre, di Romagnoli, Medaglia commemorativa del VI centenario dantesco, in Emporium, LIII (1921), 318, p. 302; La medaglia nel campo religioso, in Saggi e lezioni sull’arte sacra, Istituto Beato Angelico di studi per l’arte sacra, Roma a.a. 1935-36, pp. 182-184; Considerazioni sulle medaglie di Pisanello..., in Medailles, 2 ottobre 1950, pp. 2-4; La mostra internazionale della medaglia contemporanea, in Annali dell’istituto italiano di numismatica, I (1954b), p. 180 s.
Fonti e Bibl.: Bologna, Comune, Servizi demografici, Ufficio corrispondenza anagrafe (per la residenza anagrafica a Bologna); Archivio di Stato di Bologna, Distretto militare di Bologna, Registri dei ruoli matricolari, a. 1872; Roma, Galleria nazionale d’arte moderna, Archivio bioiconografico, R. G.; Archivio segreto vaticano, Pontificia commissione centrale per l’arte sacra in Italia, Archivio generale, Diocesi Caltagirone, b. 61, f. 20: S. Viola, Lettera al presidente della Pontificia commissione, Raddusa 10 ottobre 1953; ibid.: G. Costantini, Lettera al parroco Salvatore Viola, Roma 15 ottobre 1953; ibid.: G. Romagno-li, Lettera al parroco Salvatore Viola, Roma 18 novembre 1953; ibid.: Id., Lettera a G. Costantini, Roma 5 gennaio 1954a; R. Accademia di San Luca. Annuario MCMIX-MCMXI, Roma 1911, pp. 161, 166 s., 186; Scultore italiano festeggiato a Berna, in Il Giornale d’Italia, 19 dicembre 1922; Atti e memorie della Reale Accademia di S. Luca. Annuario MCMXIV-MCMXXXI, Roma 1933, pp. 138 s., 143, 145 s., 180, 182; La Reale insigne Accademia di S. Luca nella inaugurazione della sua nuova sede, Roma 1934, pp. 6, 61, 109, 112; Le nuove monete dell’Impero, in Il Popolo d’Italia, 8 maggio 1937; Due medaglie celebrative della conquista e della fondazione dell’Impero, in Il Messaggero, 19 marzo 1938; Annuario della insigne Accademia nazionale di S. Luca, Roma 1953, p. 33; Annuario della insigne Accademia nazionale di S. Luca, Roma 1955, pp. 9, 15; 1957, pp. 9, 15; Atti della Accademia nazionale di S. Luca. Anni 1952-1956, Roma 1957, pp. 7, 16, 88; Anni 1957-1958, Roma 1959, pp. 6, 153; Annuario della Accademia nazionale di S. Luca, Roma 1960, p. 8; 1961, p. 8; F. Bellonzi, Lo scultore G. R., in Dialoghi, novembre-dicembre 1961, n. 5 (poi anche in F. Bellonzi, “Modernità” di G. R., in Id., Arte moderna. Tendenze e personalità, Roma 1963, pp. 179-184); Annuario della Accademia di S. Luca, Roma 1965, p. 9; Mostra di opere di G. R., Roma, 1966; F. Giannone, [testo senza titolo], ibid., pp. n.n..; A. Lipinsky, G. R., in Numismatica, VII (1966), 1-3, p. 55 s.; Annuario della Accademia di S. Luca, Roma 1967, pp. 107, 149.
Atti della Accademia di S. Luca. Note commemorative di accademici, VIII, n.s., suppl. 2, a cura di G. Scano, Roma 1970, pp. 10 s.; L’accademia nazionale di S. Luca, a cura di C. Pietrangeli, Roma 1974, p. 384; Alfonso Rubbiani. I veri e i falsi storici (catal. Bologna), a cura di F. Solmi - M. Dezzi Bardeschi, Casalecchio di Reno 1981 (in partic. F. Solmi, figg. a pp. 14, 26 s.; E. Farioli, pp. 267, 271, 395 s., figg. a p. 423 s., con bibliografia; C. Poppi, pp. 364, 366-369, 371; M. Pasquali, pp. 471, 473 s.); G. Pesci, G. R., Crepuscolo, scheda dell’opera, in Liberty in Emilia, Modena 1988, p. 122; S.A. Dayan, Una mostra dedicata a Romagnoli. Le vie dell’arte fra celebrazione e quotidianità, in Il Popolo, 21 luglio 1992; F. Gianfranceschi, Realismo magico di Romagnoli. Il pittore delle cento lire…, in Il Tempo, 7 luglio 1992; S. Giannattasio, La novecentesca crisi dei valori come rimozione dell’idea di morte, in Avanti!, 2 luglio 1992; G. R. 1872-1966 (catal.), Roma 1992 (in partic. Biografia, pp. 73-78); A.M. Corbo, I gruppi scultorei del ponte Vittorio Emanuele II, in Lazio ieri e oggi, XXX (1994), 5, pp. 142-144; J. Mürner, Editoriale, in Giornale UFC - Ufficio federale della cultura. Monumenti con prospettive, 2003, n. 10, p. 2; A. Herkommer, Testimonianze storiche con vista: il monumento dell’Unione postale universale e il monumento dell’Unione telegrafica internazionale, ibid., pp. 2 s.; W. Treichler, Un commento al monumento in Helvetiaplatz, ibid., p. 4; Ars metallica. Monete e medaglie. Arte tecnica e storie 1907-2007 (catal.), a cura di S. Balbi de Caro - L. Cretara - R.M. Villani, Roma 2007 (in partic. S. Balbi de Caro, pp. 129 s., 173-178; R.M. Villani, pp. 135-138, 140, 143, 146-148, 153, 191; N. Cardano, pp. 160, 163, 166 n. 37); uno studio sull’artista, attualmente inedito, è stato condotto da Giuseppe Virelli, titolare dell’assegno di ricerca L’opera di Giuseppe Romagnoli fra scultura e medaglistica (1872-1966), a.a. 2015-16, Dipartimento di arti visive, performative e mediali dell’Università di Bologna Alma mater studiorum.