RICCIARDI, Giuseppe
Letterato napoletano, nato il 18 luglio 1808, morto il i° giugno 1882. D'indole turbolenta e di opinioni liberali, ebbe parte nelle cospirazioni meridionali e dové esulare. Si compiacque di raccontare alquanto dei suoi casi nelle Memorie autografe d'un ribelle (Parigi 1857; nuova ed., Milano 1873), dove, spiegandone il titolo, si vantò che tutta la sua vita era stata una lotta continua con ciò che il volgo denomina autorità ed egli chiamava oppressione. Questo sentimento e un tale atteggiamento sono palesi in ogni scrittura di lui, che si riconosceva grafomane: Poesie (Parigi 1844), Conforti all'Italia ovvero preparazione all'insurrezione (ivi 1846), ecc. Le Opere scelte sono una raccolta (Napoli 1867-70) in otto volumi di versi e di prose, liriche, romanzesche, drammatiche, e non v'è molto di buono. Il libro Bruttezze di Dante (ivi 1870) è di quelli ai quali si lasciano talvolta andare uomini d'ingegno amanti del paradosso, che affrontano importanti argomenti senza adeguata preparazione.
Bibl.: G. Pitrè, Profili biografici, Palermo 1866, p. 184 segg.; L. Rocco, Il centenario d'un dimenticato, in Don Marzio, Napoli 19-20 luglio 1908; un aspro giudizio di V. Imbriani su lui è in A. Poerio a Venezia, Napoli 1884, pp. 377-78; mentre un benevolo giudizio di G. Carducci è in sue Opere, V, p. 161 segg.; cfr. poi G. Mazzoni, L'Ottocento, 2ª ed., Milano 1934.