Rensi, Giuseppe
Filosofo italiano (Villafranca di Verona, Verona, 1871 - Genova 1941). Dopo la laurea in giurisprudenza (1893), partecipò alle lotte del movimento socialista, e ciò lo costrinse all’esilio in Svizzera (1898-1908). Rientrato in Italia, insegnò nelle univv. di Ferrara, Messina e Genova fino al 1934 (quando fu allontanato per motivi politici). Nel pensiero filosofico italiano della prima metà del 20° sec. assunse una sua fisionomia personale. Da un iniziale idealismo misticheggiante (La trascendenza: studio sul problema morale, 1914), passò nel dopoguerra a professare una forma di radicale scetticismo, che elesse a bersaglio polemico l’ottimismo provvidenzialistico della filosofia crociana. Nell’ultima fase della sua riflessione R. si volse nuovamente verso un misticismo che faceva appello al divino contro tutte le illusioni umane. Tra le sue opere si segnalano: Il genio etico e altri saggi (1912); Lineamenti di filosofia scettica (1919, 2a ed. 1921); La filosofia dell’autorità (1920); Introduzione alla scepsi etica (1922); Interiora rerum (1924); Passato, presente, futuro (1932); La filosofia dell’assurdo (1937); Frammenti d’una filosofia dell’errore e del dolore, del male e della morte (1938); Autobiografia intellettuale (1939); La morale come pazzia (post., 1942).