REMONDINI, Giuseppe
REMONDINI, Giuseppe. – Nacque a Bassano il 17 maggio 1745 da Giambattista e da Barbara Perli, ultima erede di una nobile famiglia bassanese.
Studiò presso il seminario di Padova e il collegio dei Gesuiti di Bologna e nel 1767 sposò Teresa Gaudio, veneziana. Nel 1774 ottenne l’ascrizione alla cittadinanza nobile di Bologna e nel 1776, acquistando il feudo e il castello di Gorumbergo in Friuli, il titolo di conte, confermatogli dalla Repubblica di Venezia. Nel 1783 aderì alla loggia massonica di Venezia di Rio Marin, all’interno della quale si muovevano alcune tra le figure più influenti della società veneta del tempo e che fu chiusa dagli Inquisitori di Stato nel 1785. Rifiutò la proposta di ascrizione al patriziato veneziano, temendo, come scrisse Bartolomeo Gamba «che ciò risultasse di troppo inciampo alle sue ordinarie sollecitudini» (1812, p. 15).
Sin da giovane affiancò il padre nella conduzione della grande azienda tipografica di famiglia, all’epoca una delle maggiori d’Europa per dimensioni, capacità produttiva e rete di traffici, muovendosi regolarmente tra Bassano, sede degli impianti, e la libreria veneziana, situata nella merceria di S. Salvador. Poté contare su validi collaboratori di grande competenza bibliografica ed esperienza di mercato libraio e lavoro redazionale, come Valentino Novelletto, direttore della stamperia attorno al 1790, Giambattista Verci, storico e redattore in tipografia e, soprattutto, Bartolomeo Gamba che, occupato in azienda sin dalla più tenera età, vi svolse ogni tipo di mansione, sino a diventarne il direttore.
Proseguendo la linea già tracciata del padre, Remondini lavorò assiduamente alla riqualificazione della produzione della ditta, tradizionalmente legata ai repertori popolari di immagini e libri che l’avevano caratterizzata sin dalle origini. Quindi, pur non dismettendo la stampa di tutti quei materiali che avevano costituito le fortune dell’azienda, intensificò la produzione di libri e immagini più in sintonia con la domanda dei suoi tempi. I ricchissimi cataloghi di libri e stampe predisposti tra gli anni Settanta e Novanta registrano assortimenti imponenti. Le stampe elencate erano migliaia e, alle consuete immagini diffuse come in passato per l’Europa dai venditori ambulanti, si aggiungevano ampi repertori di stampe fini tratte da incisioni di grandi artisti del passato, di cui la ditta era riuscita ad acquisire i rami, o di autori moderni che si ispiravano a motivi letterari di moda e a elementi decorativi di gusto inglese.
Non meno ampia fu la disponibilità di libri. I cataloghi registrano un migliaio di edizioni proprie e diverse migliaia di libri di assortimento, risultato degli scambi effettuati con i librai d’Italia e d’Europa. La libreria veneziana, affidata per diversi anni alle cure di Gamba, continuò a essere il cuore commerciale dell’azienda e a coordinare una fitta rete di corrispondenti in Italia e in Europa. Nel corso degli anni Ottanta videro la luce classici dell’illuminismo italiano come Dei delitti e delle pene (1789 e 1797) di Cesare Beccaria, edizioni di prestigio realizzate con grande cura tipografica, come le Opera pertinentia ad opticam et astronomiam (1785) in cinque volumi dell’astronomo dalmata Ruggero Boscovich per le quali furono utilizzati i caratteri bodoniani e che avevano richiesto un lungo soggiorno a Bassano dello scienziato, e il grande Atlas universel di Paolo Santini, costituito da 141 tavole incise realizzate tra il 1776 e il 1807.
Diversi furono i titoli relativi alla letteratura figurativa di quegli anni, come le opere principali di Francesco Milizia, la Storia pittorica dell’Italia di Luigi Lanzi, pubblicata in tre edizioni, la traduzione italiana di Giuseppe Baretti del Delle arti del disegno di Joshua Reynolds (1787). Non arrivò invece a maturazione il progetto di Vincenzo Antonio Formaleoni, che mirava a coinvolgere nell’impresa proprio Remondini, per una ristampa dell’Encyclopédie méthodique, la più imponente opera enciclopedica mai concepita, i cui primi volumi stavano allora uscendo in Francia, che fu invece avviata dalla tipografia del seminario di Padova.
All’attività imprenditoriale e alle intense relazioni sociali tra Venezia e Bologna, Remondini affiancò una propria attività di studio. Appassionato a temi geografici, mise personalmente a punto l’edizione di un Compendio di geografia antica e moderna sulla base dei trattati dell’abate Grenet e di Nicole La Croix che era in stampa nel 1789, ma la cui uscita fu sospesa a causa dei mutamenti politici dell’epoca. Negli stessi anni, grazie anche alla collaborazione di Gamba, sviluppò vivaci interessi nei riguardi della storia tipografica e scrisse delle Memorie per la storia della tipografia, rimaste inedite che, pur in mancanza di originalità, rivelano comunque approfondite e non comuni conoscenze degli strumenti bibliografici. Contemporaneamente mise insieme una straordinaria biblioteca, che destinava particolare attenzione alle edizioni manuziane e a quelle del XV secolo. Fu un impegno considerevole che gli consentì di raccogliere una collezione di circa 5000 titoli di opere antiche, tra cui 245 incunaboli e 778 aldine, 100 delle quali di Aldo il Vecchio. Su tali questioni, inoltre, intrattenne per anni una corrispondenza con l’editore francese Antoine-Auguste Renouard, impegnato all’epoca nella compilazione degli Annales de l’imprimerie des Alde, il quale in seguito chiese a Gamba una verifica puntuale delle descrizioni sugli esemplari della collezione Remondini che riconobbe come particolarmente rilevante per la sua opera (Renouard, 1812, p. IV).
Nel corso degli anni Novanta le fortune dell’azienda Remondini, assieme a tutto il commercio del libro veneziano, subirono una prima forte battuta di arresto, determinata in primo luogo dalla situazione politica. Le guerre che sconvolsero Europa e Italia e la fine della Repubblica di Venezia travolsero gli equilibri politici, culturali e commerciali che avevano retto per secoli e che avevano condizionato lo sviluppo dei principali editori. Al tempo stesso nuove tecnologie stavano iniziando a trasformare il sistema di produzione dei libri e delle immagini, che era nella sostanza rimasto immutato dal XV secolo.
Le difficoltà esterne alterarono l’armonia in seno alla famiglia. Nel 1798 Antonio Remondini, fratello minore di Giuseppe, che aveva vissuto sempre defilato a Bassano, anche perché sino alla caduta della Repubblica il vincolo fedecommissario non gli aveva consentito la libera disponibilità di buona parte del patrimonio paterno, rimproverò a Giuseppe una gestione poco accorta delle sostanze familiari, incurante delle difficoltà dei tempi. Tra i due fratelli non fu possibile trovare un accordo e nel 1798 giunsero alla separazione del patrimonio comune. Giuseppe rilevò allora la quota del fratello, indebitando sé stesso e gli eredi per i successivi sessant’anni. Sino al 1806, Remondini, con l’attiva collaborazione di Gamba, tentò di contenere la crisi senza smobilitare drasticamente gli stabilimenti, anche se gli oltre mille dipendenti degli anni Sessanta del Settecento erano ridotti nel 1806 a trecento operai, sessanta donne e venti bambini. Ma con l’avvento del Regno d’Italia e con il proposito napoleonico di concentrare a Milano la produzione editoriale la situazione si aggravò ulteriormente. Nell’agosto del 1806 Gamba meditava di ridimensionare il negozio di Venezia ormai in piena difficoltà. Nel 1807 l’occupazione scese a centocinquanta operai e quindici donne. A poco servì provare allora a rivolgere l’attenzione verso Milano, puntando sulle relazioni di Gamba con Francesco Sonzogno e Antonio Fortunato Stella. Nessun intervento riuscì a riportare la situazione in equilibro e nel 1810 i migliori stampatori in rame avevano abbandonato Bassano prevalentemente in direzione della Lombardia.
Morì a Bassano il 4 gennaio 1811.
Gli successe il figlio Francesco (1773-1820), che proseguì con maggiore decisione il ridimensionamento dell’azienda. Nello stesso anno costrinse alle dimissioni Gamba e ridusse ulteriormente la manodopera impegnata, concentrando le attenzioni su quei pochi generi che ancora avevano mercato, essenzialmente le opere devozionali di Alfonso de’ Liguori e le consuete immagini devozionali la cui produzione proseguì immutata per tutta la prima metà del XIX secolo. Nel 1817 per 50.000 franchi Francesco Remondini aveva venduto ai librai Payne and Foss di Londra la parte più pregiata della biblioteca paterna, che l’anno successivo fu messa all’asta in Inghilterra e dispersa. Fu la figlia Teresa Gioseffa (1817-1873) a chiudere l’azienda nel 1860 cedendo i resti del magazzino al veneziano Giuseppe Antonelli e al torinese Luciano Basadonna.
Fonti Bibl.: Bassano del Grappa, Museo, Biblioteca, Archivio, Mss., 30.B.15.2: Memorie per la storia della tipografia raccolte dal C. G. R. [conte Giuseppe Remondini]; 31.D.22: Libri posseduti nella biblioteca Remondini; 31.D.21: Serie di libri acquistati per la libreria Remondini nuovamente istituita dal mese di maggio 1789 in poi; 30.A.13: Catalogo della biblioteca Remondini contenente le edizioni del secolo XV.
B. Gamba, Elogio funebre di G. R. di Bassano, Venezia 1812; A.A. Renouard, Annales de l’imprimerie des Alde. Ou Histoire des trois Manuce et des leurs éditions. Supplement, Paris 1812, p. IV; First editions and books printed in the fifteenth-century; books printed at the Aldine Press and Greek and Latin classics, which are now selling at the affixed prices by Payne and Foss booksellers, Pall-Mall, London 1818; F. Schroeder, Repertorio genealogico delle famiglie confermate nobili e dei titolati nobili esistenti nelle provincie venete, Alvisopoli 1830, pp. 193-195; A.A. Renouard, Annales de l’imprimerie des Alde. Ou Histoire des trois Manuce et des leurs éditions, Paris 1834, pp. 22, 50, 127, 139, 172, 204, 224, 294; B. Gamba, Della vita e delle opere di Bartolomeo Gamba. Narrazione scritta da lui medesimo, Bologna 1841; R.V. Baldacci, L’“Enciclopedia” nella Toscana del ’700: successi e fallimenti di progetti editoriali, in Rassegna storica toscana, XXXI (1985), pp. 195-230; M. Infelise, Giambattista Verci e i Remondini, in Erudizione e storiografia nel Veneto di Giambattista Verci, a cura di P. Del Negro, Treviso 1988, pp. 75-84; R. Targhetta, La massoneria veneta dalle origini alla chiusura delle logge (1729-1785), Udine 1988, pp. 130-158, 180; M. Infelise, L’editoria veneziana nel ’700, Milano 1989, ad ind.; Id., I Remondini di Bassano. Stampa e industria nel Veneto del Settecento, Bassano 1990; Remondini. Un editore del Settecento, a cura di M. Infelise - P. Marini, Milano 1990; L’editoria del ’700 e i Remondini, Atti del convegno, a cura di M. Infelise - P. Marini, Bassano 1992; A.W.A. Boschloo, The prints of the Remondinis: an attempt to reconstruct an eighteenth-century world of pictures, Amsterdam 1998; Diventare cittadini: la cittadinanza ex privilegio a Bologna (secoli XVI-XVIII) , a cura di G. Angelozzi - C. Casanova, Bologna 2000, p. 470; F. Montecuccoli degli Erri, Canaletto incisore, Venezia 2002, pp. 133-153; Bartolomeo Gamba. Una vita tra i libri, a cura di G. Berti et al., Milano 2008, ad ind.; M. Infelise, La casa Remondini, in Storia di Bassano del Grappa, II, Bassano del Grappa 2013, pp. 304-319; S. Pagliantini, La biblioteca di G. R., tesi di laurea, Università Ca’ Foscari, Venezia, a.a. 2014-15; M. Callegari, L’industria del libro a Venezia durante la Restaurazione, Firenze in corso di stampa.