Giurista (Catanzaro 1750 - Napoli 1826). Insigne avvocato e fervente patriota, fu esule (1799-1808) a Torino e Milano; in quest'ultima città occupò (dal 1801) la cattedra di diritto pubblico e fu nominato (1805) membro delle commissioni legislative del Regno d'Italia; fu quindi chiamato (1808) da Murat a riordinare l'ufficio della procura generale della Corte di cassazione di Napoli, ove rimase anche dopo la restaurazione borbonica. Famose alcune sue arringhe, tra cui la Difesa di una donna accusata di sortilegio (1770; e memoria relativa al ministro B. Tanucci). Tra le sue opere: Nomotesia penale (teoria per bene apprezzare le azioni umane ai fini dell'applicazione delle sanzioni penali; 5 voll., 1820-25).