PRATO, Giuseppe
PRATO, Giuseppe. – Nacque il 19 marzo 1873 a Torino, da Domenico (1829-1906), un benestante avvocato proprietario di una tenuta agricola a Capriglio, nell’Astigiano, e da Licinia Martorelli (1845-1920), madre anche di Carlo Ferruccio (1875-1876) e Antonietta, morta all’età di tre mesi circa e della quale si ignora la data di nascita.
Formatosi al liceo classico Cavour di Torino, nel 1891 Prato si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza dell’Università cittadina, dove insegnavano docenti di grande fama, come il medico legale Cesare Lombroso e l’economista Salvatore Cognetti de Martiis. Nel corso degli studi strinse legami di profonda amicizia con Luigi Einaudi e Gioele Solari. Si laureò il 13 luglio 1895 con il punteggio di 74/90 (Torino, Archivio storico dell’Università, Facoltà di Giurisprudenza, Verbale degli esami di Laurea, X.C.89, p. 665).
L’argomento della tesi verteva sulla teoria della pace perpetua e sarebbe stata la base di partenza di uno dei suoi primi saggi: La teoria della pace perpetua, nelle sue derivazioni, nel suo svolgimento storico e nei suoi risultati (Torino 1897). L’opera, per le sue tesi provocatorie – in quanto sosteneva che la guerra fosse il risultato necessario del rapporto naturale fra gli Stati –, suscitò una dura polemica da parte del sociologo russo-francese Jakob Novikov.
Fresco di laurea, Prato divenne un praticante dello studio dell’avvocato Romualdo Palberti, incarico che abbandonò nel 1897-98 per iscriversi, come socio residente, al Laboratorio di economia politica di Cognetti de Martiis.
Avviatosi agli studi storici si specializzò nella storia economica e demografica del Piemonte, acquisendo presto la fama di storico rigoroso, dotato di una scrittura di grande chiarezza.
A partire dal 1904 – grazie a Luigi Einaudi che riuscì a ottenere un finanziamento dal ministro del Tesoro Luigi Luzzatti per una serie di ricerche volte a ricostruire il quadro delle finanze dello Stato sabaudo nel Settecento – iniziò un lungo lavoro di ricerca d’archivio, sfociato in alcuni fondamentali studi di storia economica: Il costo della guerra di successione spagnuola e le spese pubbliche in Piemonte dal 1700 al 1713 (Torino 1907) e La vita economica in Piemonte a mezzo il secolo XVIII (Torino 1908). Entrambi i lavori furono strettamente complementari alle opere dell’amico Einaudi: Le entrate pubbliche dello stato sabaudo durante la guerra di successione di Spagna (Torino 1907) e La finanza degli stati sabaudi all’aprirsi del secolo XVIII (Torino 1908).
Obiettivo di tali ricerche era quello di esaminare i bilanci dello Stato sabaudo a partire dal 1717. Ma, come fece notare Francesco Ruffini, il quale aveva recensito il volume di Prato del 1907 insieme con gli altri due di Einaudi, prima di fare ciò erano necessari dei lavori introduttivi. Per questo motivo Prato ed Einaudi analizzarono la tenuta del sistema economico piemontese nei difficili anni della guerra di successione spagnola. Einaudi studiò le entrate dello Stato sabaudo e Prato le spese, mostrando come le risorse finanziarie raccolte fossero impiegate per preservare le funzioni più vitali dello Stato piemontese. Ruffini sottolineò, successivamente, come il compito più difficile fosse toccato a Prato, perché «gli elenchi delle spese rappresentano […] un tale caos di elementi eterogenei» (Eroica finanza sabauda, in Atti della Regia Accademia delle Scienze di Torino, 1908, vol. 43, p. 6) difficili da ordinare in chiare tabelle.
Nel frattempo, nel 1904, Prato era stato nominato docente di materie economiche all’Istituto internazionale di Torino, incarico mantenuto sino al 1908, anno in cui avrebbe conseguito la libera docenza in economia politica, per la quale aveva fatto domanda verso la fine del 1907.
La commissione giudicatrice – formata velocemente e composta da Einaudi, Achille Loria e Pasquale Jannaccone – espresse parere positivo; a partire dal 1° novembre 1908 Prato ebbe l’incarico di tenere un corso di legislazione doganale. Dopo aver vinto un concorso indetto a Genova nel 1910, dal 1° novembre 1911 fu professore straordinario di economia e finanza, cattedra mantenuta sino al 1928.
Momento cruciale della vita di Prato fu il suo ingresso nella direzione della Riforma sociale, rivista alla quale collaborava dal 1897 e della quale sarebbe diventato redattore capo nel 1908, sotto la direzione di Einaudi. Restò redattore capo sino alla morte, e avrebbe in seguito affiancato Einaudi nella direzione della rivista.
Il 10 maggio 1913 sposò Emma Pozzi (1891-1992), figlia dello scultore Tancredi (1864-1924); dal matrimonio nacquero Tancredi (1914-1978) e Licinio (1916-1941).
Dal 1921 Prato insegnò anche storia delle dottrine economiche all’Università Luigi Bocconi di Milano, e dal 1922-23 diritto industriale nella facoltà di giurisprudenza di Torino sino al 1924-25 quando gli fu assegnato l’insegnamento di storia delle dottrine economiche e istituzioni di scienze economiche all’Università cattolica di Milano.
Morì a Torino il 18 agosto 1928.
Suoi principali interessi furono le condizioni economiche del Piemonte nel XVIII secolo, l’emigrazione – come testimoniano i numerosi scritti sull’argomento pubblicati tra il 1899 e il 1920 – e molti e diversi argomenti di attualità economica.
Distante dal materialismo storico, Prato cercò sempre le ragioni economiche dei fatti politici, accettando tuttavia anche la presenza, sia conflittuale sia complementare, di altre cause extraeconomiche. Le sue posizioni liberal-conservatrici lo portarono spesso a scontrarsi con le correnti socialiste: celebre in tal senso la polemica con Antonio Gramsci, tra il 1916 e il 1919, sulla questione dei salari elevati degli operai in tempo di guerra.
Opere. Una Bibliografia del Prof. Dott. G. P., 1873-1928, è stata curata da E. Dervieux, Torino 1934; ma si segnalano almeno, tra i suoi numerosi lavori: Il protezionismo operaio, Torino 1910; Problemi monetari e bancari nei secoli XVII e XVIII, Torino 1916; Fatti e dottrine economiche alla vigilia del 1848. L’Associazione agraria subalpina e Camillo Cavour, Torino 1920; Il Piemonte e gli effetti della guerra sulla sua vita economica e sociale, Torino 1925; Gli albori delle assicurazioni in Piemonte e Risparmio e credito in Piemonte nell’avvento dell’economia moderna entrambi pubblicati a Torino nel 1927.
Fonti e Bibl.: Un ampio fondo di 18.500 lettere ricevute da Prato tra il 1892 e il 1928 è conservato a Torino, presso l’Archivio della Fondazione Luigi Einaudi, nel fondo Giuseppe Prato. Nei fondi – anch’essi depositati presso l’omonima Fondazione – Attilio Cabiati e Luigi Einaudi, sono consultabili missive di Prato, in particolare si segnalano le numerose lettere inviate a Einaudi. Nel fondo Salvemini, conservato presso l’Istituto storico della Resistenza in Toscana a Firenze, sono presenti lettere di Prato a Salvemini dal 1897 al 1911. Informazioni sulla sua carriera di studente e docente si possono reperire presso l’Archivio storico dell’Università di Torino.
R. Fubini, In onore e ricordo di G. P.: saggi di storia e teoria economica, Torino 1931; L. Einaudi, G. P., in Encyclopaedia of the social science, a cura di E.R.A. Seligman - A. Johnson, XI, New York 1933, pp. 311 s.; L. Attanasio, G. P., tesi Università di Torino, Facoltà di lettere e filosofia, a.a. 1990-91, relatore Giuseppe Ricuperati; S. Ricossa, G. P., in L’Università di Torino. Profilo storico e istituzionale, a cura di F. Traniello, Torino 1993, pp. 416-418; L. Attanasio, La disputa tra G. P. e Antonio Gramsci sul problema degli alti salari operai (1916-1919), in Annali della Fondazione Luigi Einaudi, XXIX (1995), pp. 483-516; Una rivista sociale all’avanguardia: la ‘Riforma Sociale’, 1894-1935. Politica, società, istituzioni, economia, statistica, a cura di C. Malandrino, Firenze 2000, pp. 197 s.; I primi cento anni della Facoltà di economia di Torino 1906-2006, Torino 2008, pp. 44 s.; La scuola di economia di Torino. Co-protagonisti ed epigoni, a cura di R. Marchionatti, Firenze 2009, pp. 127 s.