Architetto (Faenza 1744 - ivi 1814). Si formò a Faenza con Giuseppe Boschi e a Roma con Carlo Murena, collaboratore di L. Vanvitelli. Ingegnere-architetto dei Beni camerali in Romagna, operò a Pesaro (facciata di S. Maria degli Angeli, 1774), a Ravenna (cupola del duomo, 1780-82) e soprattutto a Faenza (Teatro comunale, 1780-87; macello, 1791; varî palazzi). Alla maturazione culturale, da un classicismo tardobarocco a un neoclassicismo irregolare e aperto a contaminazioni lessicali, si accompagnò una maturazione politica verso gli ideali giacobini. Fu chiamato a Milano come architetto dei quartieri militari (1798). La matrice illuministica è particolarmente evidente nei suoi progetti (Faenza, Bibl. comunale), spesso in aspra polemica con G. A. Antolini: l'Arco trionfale (1797, 1802) e il Sepolcro della Comune (1806-08) per Faenza, l'Ospedale civile di Cesena (1799), la colonna celebrativa della battaglia di Marengo (1800), i progetti milanesi (piazza Duomo, 1798-1809; Palazzo reale, 1809; teatro, 1810; ecc.) e quello per il monumento sul Moncenisio (1813).