BAGETTI, Giuseppe Pietro
Nato a Torino nel 1764, studiò composizione musicale con il maestro Bernardino Gaetano Ottani, personalità del teatro e pittore scenografo che lo iniziò al gusto, allora di moda, delle rovine. Presto il B. si interessò agli studi di architettura e nel 1792 partecipò con successo a una commissione regia avente per tema il progetto di un arco trionfale. Intanto si applicava alla pittura ad acquerello, tecnica allora tenuta in particolare conto come novità, e vi fu iniziato da P. Palmieri padre, incisore, amico degli scenografi Galliari. Nel 1792 ottenne l'incarico per l'insegnamento del disegno topografico nella Reale Accademia dei Nobili. Nel 1793 fu nominato da Vittorio Amedeo III "disegnatore regio" ed ebbe ordine di seguire, con il grado di capitano, l'armata a Nizza e a Tolone, incaricato di ritrarre dal vero i fatti d'arme di quelle campagne contro i Francesi, riprendendole in vedute e paesaggi, che da questa determinata necessità illustrativa traevano un carattere di resa fedele al vero (d'après nature),senza retorica alcuna. Le prove si dimostravano tuttavia ancor legate al gusto settecentesco per la scelta del punto di vista, di preferenza scenografico. Nel 1797 fu nominato maestro di disegno topografico nel reale corpo d'artiglieria.
Dopo l'annessione del Piemonte alla Francia (1801), il B. entrò in qualità di "capitano disegnatore" fra gli ingegneri geografi. Nel 1803 fu incaricato di riprodurre i fatti d'arme delle campagne napoleoniche in Italia del 1796-97 e del 1800 in una serie di acquerelli che suscitarono polemici giudizi fino ad accusarlo di essere un rinnegato piemontese. Nel 1803-1806 ripercorse i campi di battaglia e, valendosi di precise indicazioni del cartografo G. F. Martinell, attese a ben settantasei acquereli, ora conservati al Museo storico di Versailles. Inviato in Germanìa, rilevò i campi di battaglia di Ulm e di Austerlitz, e seguì le campagne del 1807 e del 1809. Nel 1811 eseguì un grande dipinto che ritraeva, a volo d'uccello, le zone già teatro delle vicende militari in Italia durante le campagne napoleoniche. Nello stesso anno fu decorato della Legion d'onore. Nel 1812 il B. fu al seguito della Grande Armata in Russia; ma ammalatosi a Vilna, fece ritorno in Francia. Nuovamente con l'esercito napoleonico partecipò alla sfortunata campagna del 1813, e vi rimase fino agli eventi di Bautzen. Ma, sempre a causa della malferma salute, fu obbligato a far ritorno a Parigi.
Dopo la restaurazione il B. rientrò a Torino in qualità di capitano del genio; ed ebbe da Vittorio Emanuele I l'incarico per una serie di acquerelli con Fatti d'arme relativi alla storia di Casa Savoia. Fu da allora attivo come insegnante di disegno topografico nella Reale Accademia militare e fu nominato da Carlo Felice membro della Accademia di belle arti. Morì a Torino nel 1831.
La sua arte esercitò in Piemonte una sicura influenza, importando modi propri della pittura storico-romantica francese; ed egli diede preziosi consigli a Massimo d'Azeglio pittore, che lo apprezzava per i tratti romantici che affiorano anche dalle vedute tracciate secondo le istruzioni vincolanti delle memorie militari del Martinell, seguendo temi suggeriti dal Dépôt de la Guerre. In particolare la generazione del 1830 fu attenta ai suoi disegni finemente acquerellati, cogliendone il lato più coreografico o di poetica aderenza al vero, come nel caso delle vedute che ritraggono la sfumata dolcezza delle Langhe o della campagna fra Piemonte e Lombardia, e le asprezze romantiche della Valle d'Aosta, allora visitata da numerosi viaggiatori. Il B. scrisse d'arte e di musica: pubblicò (Torino 1827) l'Analisi dell'unità dell'effetto della pittura e dell'imitazione delle belle arti e sul Courrier de Turin (30 marzo 1809) un articolo intitolato Musique in risposta a uno scritto del Grassi.
I suoi disegni, oltre che a Versailles (acquerelli), sono conservati al Museo civico di Torino (primi progetti) e alla Biblioteca reale. Per il fondo della Biblioteca reale (38 disegni militari e 26 paesaggi) si confronti il catalogo di A. Bertini, Roma 1959. Gli album del Museo civico sono pervenuti a Torino per recente acquisto; provengono dagli eredi del viceré Eugenio di Beauharnais, e in seguito passarono presso Charpentier nel 1954. Il primo volume consta di fogli 97; il secondo di fogli 71, e sono stati di recente studiati da M. Viale Ferrero.
Fonti e Bibl.: M. P. (Modesto Paroletti), De quelques peintres en paysages, ou de ce que la belle nature a pu inspirer aux Italiens, in Le Courrier de Turin, 3 luglio 1806; Grassi, Exposition d'obiets de beaux-arts et d'arts et manufactures, ibid., 20 ag. 1811; Calendario istorico ossia diario della storia del Piemonte,Torino 1818, p. 202; M. Paroletti, Turin et ses curiosités, Turin 1819, p. 371 (le nove tavole con le piante e ingrandimenti della città di Torino sono state incise da P. Palmieri figlio da disegni del B.); Notizie delle opere di pittura e di scultura esposte..., Torino 1820, pp. 85 s.; C. Gazzera, Lettera di Costanzo Gazzera al conte Giuseppe Franchi di Pont intorno alle opere di pittura e di scultura esposte nel palazzo della R. univ. l'estate del MDCCCXX, Torino 1821, pp. 135-137; G. Casalis, Diz. geografico, II, Torino 1834, p. 150; X, ibid. 1843, p. 520; F. De Boni, Bibliografia degli artisti,Venezia 1840, p. 53; L. Cibrario, Storia di Torino, Torino 1846, II, p. 761; C. Rovere, Descrizione del reale Palazzo di Torino, Torino 1858, pp. 47, 180, 215; (L. Dussieux), Campagnes d'Italie (1796-1800), collection d'aquarelles de B. au Musée de Versailles, in Le Magasin pittoresque, Paris 1959, pp. 297 ss.; L. Dussieux, Aquarelles militaires de B. relatives à la bataille de Rivoli, in Archives de l'art français, s. 2, I (1861), pp. 339 ss.; A. Manno, Bibl. stor. degli stati della monarchia di Savoia, Torino 1884, I, pp. 286 (nn. 4011, 4012), 403 (n. 5667); II, p. 108 (n. 7962); M. D'Azeglio, Imiei ricordi,Torino 1885, p. 180; Torino, Museo civico, A. Baudi di Vesme, schede mss., ad vocem; G.Claretta, I reali di Savoia munifici fautori delle arti, in Misc.di storia ital., R. Deputaz. subalpina di storia patria, XXX (1893), pp. 279 s.; M. Soldati, Catal. d. Gall. d'arte moderna del Museo civico di Torino, Torino 1927, p. 89; L. Aresio, La cultura Piemontese da Carlo Emanuele III di Savoia a Carlo Felice, in Nuova antologia,14 febbr. 1929, p. 286; G. Rolandi Ricci, Stampe del B. relative ad Albenga e al fatto d'armi di Cosseria, in Boll. d. R. deputaz. di storia patria per la Liguria, II(1935-36), pp. 75-182; S. V., Arts et curiosités, in Arts, 9-15 giugno 1954; E. Cordero di Montezemolo, Riproduzioni di stampe tratte da acquarelli originali del pittore G. P. B..., in Boll. d. Soc. Per gli studi storici... prov. di Cuneo, XXVII (1955), 35, pp. 107-136. La più recente trattazione sul B. spetta a M. Viale Ferrero, G. P. B.,Torino 1957 (catal. della mostra), di cui si veda la recens., L. Mallé, Mostra di G. P. B., in Boll. d. Soc. Piemontese di archeol. e belle arti, VIII-XI (1954-57), pp. 127 s.; G. Enghebert, Schlachtenbilder aus den Feldzägen von 1805 und 1809, in Alte und Moderne Kunst, VI (1961), n. 44, pp. 4-8; U. Thieme-F. Becker, Allgemeines Lexikon der bildenden Künstler, II,p. 354.