PICCIOLA, Giuseppe
Poeta e critico, nato a Parenzo nell'Istria il 26 settembre 1859, morto il 18 giugno 1912 a Firenze, dove era preside di un liceo. Esule dalla patria, perché fino da giovanissimo cadde in sospetto della polizia per sentimenti irredentistici, si laureò in lettere a Pisa nel 1881, e insegnò in diversi istituti medî; poi li resse con assennatezza e con amore. Seguitò sempre la giusta propaganda dell'italianità, e della sua meritata autorità si valse a ordinare quei battaglioni scolastici che in certo modo precorsero l'addestramento fascista della gioventù. Uomo di vivaci attrattive, colto, elegante, scrisse versi felici, dapprima nella maniera del Prati, poi del Carducci cui fu devotissimo, ma talora con accenti e movenze armoniche e di buona e bella personalità (si legga, per esempio, A un fiume); compilò recensioni critiche fini ed eque, fece alcuni studî accurati sul Vannetti e su Dante, tenne discorsi pensati e forbiti in occasioni patriottiche e artistiche.
Opere: Versi (Bologna 1890); Letterati iriestini (2ª ed., Bologna 1894); Poeti italiani d'oltre i confini, canti raccolti da lui, usciti postumi (Firenze 1914) a cura di G. Mazzoni, che vi pubblicò anche una sua commemorazione del Picciola.
Bibl.: Per G. P. nel I anniversario della sua morte, Firenze 1912 (articoli e pensieri di varî su lui); G. Mazzoni, L'Ottocento, 2ª ed., Milano 1934; Il Piccolo, Trieste, 8-9 dicembre 1934.