Giornalista italiano (Messina 1882 - Roma 1969); dopo aver collaborato a varî periodici e quotidiani, entrò alla Tribuna e vi rimase molti anni, divenendone redattore capo. Nel primo dopoguerra passò, con pari carica, al Giornale d'Italia. Fu poi alla Stampa (1927-43) ma, dopo la ricostituzione del Giornale d'Italia, tornò a far parte di quella redazione. Autore di parecchi volumi, che riflettono i suoi varî interessi: La teoria kantiana del giudizio e la sintassi dei Greci (1907); Alla corte di Menelik (1908); Come conquistammo Tripoli (1912); I Dardanelli: l'Oriente e la guerra europea (1915); L'errore come atto logico (1924); La Germania fra l'Europa e l'Antieuropa (1931); L'Anticristo come io lo vidi (1946); Noi parlammo in elzeviro (1961), ecc.