PETRONIO, Giuseppe
PETRONIO, Giuseppe. – Nacque a Marano di Napoli il 1° settembre 1909 da Nicola e da Concetta Jandolo.
Trascorse l’infanzia a Tripoli (dove la famiglia si era trasferita per ragioni di lavoro del padre, impiegato alle Poste) e a Reggio Calabria, dove compì gli studi liceali (ebbe come insegnante, tra gli altri, Raffaello Morghen); studiò quindi a Napoli (sotto la guida di Vincenzo Torraca) e a Roma, dove ebbe – tra i suoi maestri – l’italianista Vittorio Rossi e il germanista Giuseppe Gabetti, laureandosi nel 1929.
Insegnò nei licei a Venezia, Alba (provincia di Cuneo), e Roma. Conseguita, nel 1936, la libera docenza, fu anche lettore di italiano nelle Università di Graz, in Austria, e di Jassi (in Romania) dove, nel 2002, gli fu conferita la laurea honoris causa. Ad Alba, nel 1931, sposò Andreina Ferrero, dalla quale ebbe due figli: Bianca Maria e Ugo.
Dal 1954 al 1963 fu professore di letteratura italiana all’Università di Cagliari; dal 1964 al 1984 insegnò letteratura italiana (e storia della critica letteraria) nell’Università di Trieste, dove fu anche direttore dell’Istituto di filologia moderna e preside della facoltà di lettere e filosofia. La sua militanza politica si svolse dapprima nel Partito d’Azione (Pd’A) e successivamente nel Partito socialista italiano (PSI), nel Partito socialista italiano di unità proletaria (PSIUP), nel Partito comunista italiano (PCI). Negli anni Cinquanta fu direttore, con Pietro Nenni, della rivista Mondo operaio. Fu animatore e presidente dell’Associazione per la difesa della Scuola nazionale e, in tale veste, diresse il periodico Scuola democratica.
Collaborò inoltre con Avanti!, l’Unità, L’Ora, Paese Sera, Il Piccolo e con numerose altre testate. Tra le altre riviste, si segnala la sua collaborazione a Lingua nostra, La Nuova Italia, Leonardo, Ateneo veneto, La Rassegna, Cultura neolatina, Società, Il Contemporaneo, Ulisse, Letteratura e società. Fondò e diresse, dal 1964, la rivista Problemi, edita a Palermo da Palumbo: una rivista dove gli interessi per la letteratura e la critica letteraria venivano collocati in un’ottica interdisciplinare e in stretto rapporto con la problematica scolastica e dell’istruzione universitaria, in uno sforzo di riflessione sulla società di massa, la sua cultura e la sua letteratura. Per lo stesso editore, con il quale pubblicò gran parte dei suoi manuali e antologie per la scuola e per l’Università, Petronio diresse anche un’importante collana dedicata ad autori ed età della letteratura italiana nella storia della critica.
A Trieste Petronio fu promotore di un Centro internazionale per lo studio della letteratura di massa (CILM), fondato in collaborazione con l’Università di Klagenfurt, nell’ambito del quale sono nate non soltanto molte opere di suoi collaboratori e allievi, e alcuni libri fondativi – sul piano del metodo e delle proposte di ricerca – intorno a questioni relative alla letteratura di massa e di consumo, ma anche un dottorato di italianistica tematico (relativo a nascita e sviluppo della letteratura dell’età di massa) attivo dal 1984 (prima nell’Istituto di filologia moderna, successivamente nel dipartimento di italianistica e, da ultimo, in quello di studi umanistici dell’Università di Trieste).
Dopo la quiescenza, nel 1984, Petronio svolse un’attività intensa come presidente dell’Istituto Gramsci del Friuli-Venezia Giulia, per conto del quale organizzò inchieste, ricerche e convegni, attività alle quali corrisponde una serie di pubblicazioni di rilievo (tra le altre, sui musei civici, su economia e società nella Regione, sull’ambiente, sui beni archeologici e istituzioni pubbliche, sulla lettura, sul poliziesco in Italia e in Germania, su Gramsci e la società di massa). Temi che danno un’idea precisa dell’ampiezza di campo che Petronio italianista aveva progressivamente raggiunto, sempre stimolato dalla ricerca di nuovi contesti per spiegare a sé e al lettore il complesso rapporto della letteratura e della cultura con la società.
Il precoce esordio critico di Petronio risale al saggio sul Consalvo di Giacomo Leopardi (in Rivista d’Italia, 15 agosto 1928). Da allora la sua bibliografia registrò senza soluzione di continuità contributi di grande rilievo che coprono tutto l’arco della storia della letteratura italiana: da Dante a Giovanni Boccaccio, dai poemetti del Duecento a Giuseppe Parini, da Ludovico Ariosto a Carlo Gozzi, da Carlo Goldoni a Alessandro Manzoni, da Francesco De Sanctis a Giosue Carducci, dai poeti minori dell’Ottocento a Giovanni Verga, dai crepuscolari a un Novecento visitato più volte in profili che ne esplorano stratificazioni e capitoli diversi tra i quali il poliziesco e la letteratura di massa. Il percorso metodologico di Petronio, da iniziali posizioni crociane, lo vide avvicinarsi successivamente a nuovi interessi di lettura e di interpretazione dei testi, maturati anche parallelamente a esperienze di impegno politico e civile. Sostenuto da una riflessione profonda e rigorosa intorno alla lezione di De Sanctis, sviluppò un interesse costante e acuto intorno all’opera di Marx, Engels, Mehring, Labriola, Lukács, e soprattutto di Gramsci, stimolo a un rapporto con la lezione del materialismo storico: una lezione rielaborata criticamente anche alla luce di esperienze e incontri sempre attenti a nuove acquisizioni del pensiero contemporaneo. In un importante saggio apparso in Beiträge zur Romanischen Philologie (XVII (1978), pp. 25-29), Petronio auspicava la necessità di un aggiornamento della critica marxista «non sulle mode correnti, ma sulla realtà concreta di oggi» e delineava un progetto di critica capace di inglobare e sintetizzare «in sé l’analisi e la critica dell’ideologia; una sociologia dell’opera letteraria in tutti i suoi elementi costitutivi; l’analisi del ruolo sociale che lo scrittore (il singolo scrittore e la corporazione degli scrittori) ha svolto; l’analisi dello specifico letterario delle innovazioni che l’autore ha introdotto rispetto alla tradizione nella quale si inseriva e alle attese del pubblico, e quindi la maggiore o minore originalità delle sue opere; lo studio dell’influenza che l’opera ha esercitato nella letteratura, nella cultura, nel costume dei posteri, e pertanto, attraverso queste incidenze, la determinazione oggettiva del valore dell’opera, indipendentemente da ogni nostra reazione, di ideologia e di gusto, di fronte ad essa». Ciò voleva essere anche – aggiungeva Petronio – un «progetto politico, se per esso la storia della letteratura si identifica con la storia dei gruppi sociali e dei gruppi intellettuali, con quella dell’organizzazione della cultura, con quella degli istituti letterari, del gusto e della ricezione artistica». Il progetto si intrecciava a precise riflessioni ideologiche, come quella di mettere in discussione e di esplicitare tutti i propri punti di riferimento ideologici per vedere che cosa di essi fosse entrato realmente in circolo nella propria esperienza e cosa restava di valido nella propria pratica critica attuale. In una posteriore intervista pubblicata da Filologia antica e moderna (1997, vol. 11, pp. 165-175), Petronio affermava di essere arrivato, «dopo un ininterrotto colloquio con tutte le correnti di letteratura e di critica», a costruirsi «un modello nel quale la lezione del marxismo (la letteratura come uno degli elementi costitutivi della società), quella di una sociologia storica (‘letterarie’ sono tutte le opere composte e lette come tali, quali che ne siano i temi, i motivi e i livelli), quella della linguistica, dello strutturalismo, della semiologia, della ermeneutica, della storiografia delle Annales, si fondono in una visione unitaria: la produzione, la critica di un’opera d’arte nonché il racconto del processo tutto della letteratura e dell’arte non possono essere che attività storiche e globali».
Più recentemente (ma si tratta di una tensione che lo accompagnò in tutte le fasi della sua ricerca, particolarmente nella stesura di libri anche per la scuola e l’università: si pensi – tra tutti, perché il più noto – all’innovativo manuale L’attività letteraria in Italia, Palermo 1964 e successive edizioni), Petronio si era adoperato a mettere a fuoco il problema delle strategie comunicative nuove e diverse (sia con un pubblico più largo, sia con un pubblico più specialistico) volte a stimolare il «piacere della lettura», «evitando le secche della divulgazione banale e del tecnicismo aridamente presuntuoso»: una sorta di «terra promessa», come scriveva nell’introduzione alla raccolta Il piacere della lettura, ovvero una scrittura capace di «riconciliare i non-addetti e gli stessi addetti ai lavori con la letteratura e con la critica». Una pratica, questa, che del resto era propria del suo insegnamento sempre caratterizzato dal gusto del ragionamento su fatti ed esempi concreti, anche sulla polemica e sull’ironia, sull’analisi di testi e di scritti critici e di metodo, italiani e stranieri, discussi anche per confutarli.
Petronio morì a Roma il 13 gennaio 2003.
Opere. Una Bibliografia degli scritti di G. P. (1928-79) si può leggere in appendice a Letteratura e società. Scritti di italianistica e di critica letteraria per il XXV anniversario dell’insegnamento universitario di G. P., I-II, Palermo 1980 (aggiornata in Bibliografia degli scritti di G. P. (1979-1986), in appendice a G. Petronio, Metodo e polemica, Palermo 1986); un elenco completo degli scritti apparsi in Problemi è nel n. 100 della rivista (maggio-dicembre 1994). Tra gli studi maggiori si ricordino Giosue Carducci. L’uomo e il poeta, Messina 1930; Il Decameron, Bari 1935; Francesco De Sanctis, Torino 1939; Formazione e storia della lirica manzoniana, Firenze 1947; Pirandello novelliere e la crisi del realismo, Lucca 1950; Poemetti del Duecento, a cura di G. Petronio, Torino 1951; Parini. Storia della critica, Palermo 1957; C. Goldoni, Commedie, a cura di G. Petronio, Milano 1958; Goldoni. Storia della critica, Palermo 1958; Poeti minori dell’Ottocento, a cura di G. Petronio, Torino 1959; Il Romanticismo. Storia della critica, Palermo 1960; Parini e l’Illuminismo lombardo, Milano 1961; Dall’Illuminismo al Verismo, Palermo 1962; L’attività letteraria in Italia, Palermo 1964 (2ª e 3ª ed. ampl. e agg., Palermo 1970 e 1979); Dizionario enciclopedico della letteratura italiana, diretto da G. Petronio, I-VI, Bari-Roma 1966-70; Invito alla storia letteraria, Napoli 1970; Guida al Novecento letterario italiano, Palermo 1971; D’Annunzio. Storia della critica, Palermo 1977; Teorie e realtà del romanzo, Bari 1977; Letteratura di massa. Letteratura di consumo, Bari 1979; Teoria e realtà del romanzo, Bari 1983; Il punto su: il romanzo poliziesco, Bari 1985; Il punto su: Goldoni, Bari 1986; Il piacere della lettura, Lecce 1996; Romanticismo e Verismo. Due forme della modernità letteraria, Milano 2003.
Fonti e Bibl.: Necrologi (tutti in data 15 gennaio 2003): R. Luperini, P., la letteratura come mass-media, in L’Unità; E. Guagnini, P., la letteratura come impegno, in Il Piccolo; R. Finzi, Ci ha insegnato a leggere i libri con la storia negli occhi, ibid.; G. De Rienzo, P., il critico innamorato del giallo, in Corriere della sera; T. Bucci, G. P., marxista contro il formalismo, in Liberazione; R. Manica, La scomparsa di G. P.: Gramsci e soprattutto Lukács i suoi riferimenti critici per una critica della letteratura di stampo sociologico, in Il manifesto. E inoltre: E. Guagnini, Per un maestro, in Problemi, 2001 [ma 2003], n. 121, pp. 131-136; M. Paladini Musitelli, Ricordo di P., in Critica marxista, gennaio 2003, n. 1, pp. 73-79; T. Scappaticci, Un uomo e il suo secolo: le memorie di G. P., in Id., Lo scrittore al bivio. Studi sulla letteratura del Novecento, Cosenza 2004.
Profili diversi su vari aspetti dell’opera di Petronio in Su/Per P., Trieste 1999, e in L’attività storiografica, critica, letteraria, politica di G. P., Palermo 2008. Si vedano inoltre: L. Martinelli, G. P., in Letteratura italiana. I critici, V, Milano 1969, pp. 3933-3941; G. Benelli, in Letture, 1978, n. 8-9, pp. 563 s.; U. Schulz-Buschhaus, Presentazione di Letteratura e società. Scritti di italianistica e di critica letteraria per il XXV anniversario dell’insegnamento universitario di G. P., Palermo 1980 (fascicolo allegato); T. Iermano, in Riscontri, aprile-giugno 1990, pp. 47-58; R. Barilli, in Corriere della sera, 11 novembre 1993; G. Borri, in Ragguaglio librario, 1994, n. 7-8 (luglio-agosto), pp. 209-210. Per un approccio alle posizioni di Petronio direttore del periodico La scuola democratica, v. l’antologia La scuola democratica (1947-1953), a cura di A. Nava Mambretti e con introduzione di G. Petronio, Lecce 1996.