PALUMBO, Giuseppe
PALUMBO, Giuseppe. – Nacque a Napoli il 31 dicembre 1840 da Antonio, ufficiale superiore della Marina borbonica, e da Carlotta Amendola.
Seguendo le orme del padre, il 1° settembre 1851 Giuseppe entrò nella Reale Accademia di Marina e conseguì la nomina a guardiamarina il 27 aprile 1856. Il suo primo imbarco si svolse sulla pirofregata di secondo rango a ruote Tancredi, sulla quale prese servizio l’11 maggio 1857 rimanendovi fino all’8 gennaio 1858. Nei mesi successivi fu destinato ad altre navi borboniche che operavano prevalentemente nel Tirreno e nel Mediterraneo centrale e il 26 ottobre 1859 ebbe la promozione ad alfiere di vascello.
In seguito alla spedizione dei Mille del 1860 lasciò la Marina del Regno delle Due Sicilie e si unì ai garibaldini; con la moderna fregata di primo rango a elica Garibaldi ebbe modo di partecipare all’assedio delle piazzeforti borboniche di Gaeta e di Messina ottenendo la medaglia d’argento al valore militare.
Il 16 settembre 1861, preso servizio nella Regia Marina italiana, mentre era imbarcato sulla corvetta di secondo rango Stromboli fu nominato luogotenente di vascello di seconda classe e, dopo aver prestato servizio su altre navi, il 9 gennaio 1865 fu destinato sulla pirofregata di primo ordine a elica Principe Umberto. Questa unità era stata scelta per svolgere una campagna addestrativa per i frequentatori delle scuole di Marina che prevedeva addirittura soste in porti dell’America Meridionale affacciati sul Pacifico e, per raggiungerli, dovette attraversare lo Stretto di Magellano, prima nave della Regia Marina a superare quel pericoloso tratto di mare. La Principe Umberto con Palumbo rientrò in Italia nel giugno 1866, in tempo per prendere parte alla terza guerra d’indipendenza operando in Adriatico. Egli fu presente alla battaglia di Lissa del 20 luglio 1866 e si distinse nel salvataggio dei naufraghi della fregata corazzata di primo rango a elica Re d’Italia.
Il 1° agosto 1866 Palumbo fu promosso luogotenente di vascello di prima classe e in settembre, sempre a bordo della Principe Umberto, partecipò alla repressione dei moti scoppiati in Sicilia.
Dopo altri imbarchi, il 1° aprile 1873 divenne capitano di fregata di seconda classe e il 1° febbraio 1878 di prima classe, ottenendo il comando della cannoniera a elica Cariddi che fu destinata in Levante durante il periodo della guerra russo-turca per la protezione dei cittadini italiani. Palumbo continuò a operare nell’Egeo anche con la successiva nave che comandò dal 15 marzo 1880, l’avviso a elica Agostino Barbarigo.
Il 1° marzo 1882 divenne comandante della nave da guerra di seconda classe Vettor Pisani, con la quale dal 20 aprile successivo effettuò un lungo viaggio di circumnavigazione del globo durato oltre tre anni che gli dette grande notorietà. Durante la crociera Palumbo svolse missioni di carattere diplomatico presso vari Stati dell’America latina, fece eseguire rilievi idrografici e favorì l’attività di alcuni studiosi imbarcati per l’occasione allo scopo di svolgere ricerche in ambito botanico e zoologico.
Nel corso di quel viaggio, il 1° settembre 1883 Palumbo fu promosso capitano di vascello e, rientrato in Italia, il 17 dicembre 1885 divenne capo di stato maggiore del comando in capo della Squadra permanente.
Il 2 gennaio 1886 sposò Maria Antonietta Florio, che gli diede un figlio di nome Domenico.
Il 1° luglio 1887 fu nominato capo di stato maggiore del comandante della Divisione navale d’istruzione e il successivo 11 ottobre ottenne il comando del trasporto America con cui concorse al trasferimento del corpo di spedizione italiano a Massaua in Eritrea.
Dopo altri incarichi, il 1° gennaio 1891 fu promosso contrammiraglio e l’11 febbraio seguente venne designato comandante superiore del Corpo reali equipaggi, incarico che lasciò nel gennaio 1893 quando fu nominato sottosegretario di Stato alla Marina nel primo governo Giolitti. Caduta la compagine ministeriale, il 1° gennaio 1894 divenne responsabile della Regia Accademia navale di Livorno, per poi ottenere, il 16 gennaio 1895, l’incarico di comandante militare marittimo della Maddalena.
Il 9 aprile 1896 fu promosso viceammiraglio e il medesimo giorno divenne di nuovo sottosegretario di Stato alla Marina nel secondo governo di Rudinì; il 29 giugno 1898, con l’insediamento del primo ministero Pelloux, ebbe la carica di ministro della Marina. In tale veste cercò di destinare fondi alla costruzione delle grandi navi e si dimostrò contrario alla realizzazione dei battelli subacquei, come invece stava facendo la Marina francese.
Lasciata la carica il 14 maggio 1899, il 1° giugno successivo Palumbo divenne comandante in capo del terzo dipartimento marittimo di Venezia, poi, dal 1° maggio 1900, del secondo dipartimento marittimo di Napoli. Il 1° maggio 1901 si imbarcò sulla corazzata Lepanto come responsabile della Forza navale del Mediterraneo, all’epoca la squadra più potente della Regia Marina, per poi trasferirsi il successivo 23 ottobre sulla corazzata Sicilia mantenendo lo stesso incarico. In quel periodo eseguì alcune importanti esercitazioni e una crociera lungo le coste della Tripolitania e della Cirenaica, e svolse una missione a Istanbul.
Il 1° marzo 1903 divenne per circa quattro mesi e mezzo comandante in capo del primo dipartimento marittimo e della piazza di La Spezia per poi assumere l’incarico di presidente del Consiglio superiore di Marina.
Il 4 marzo 1904 fu nominato senatore, dopo essere stato eletto per due volte deputato nel collegio di Castellammare di Stabia fra il 1897 e il 1902. Il 21 luglio 1904 divenne per la seconda volta responsabile del terzo dipartimento marittimo di Venezia fino al 31 dicembre 1905. Il giorno dopo fu collocato in posizione di servizio ausiliario per ragione d’età e iscritto nella Riserva navale.
Morì a Napoli il 16 febbraio 1913.
Fonti e Bibl.: Roma, Ministero degli Affari esteri, Arch. storico diplomatico, Archivio storico del Ministero dell’Africa italiana, b. 155/3, f. 14; Ibid., Ministero della Difesa, Arch. dell’Ufficio storico della Marina militare, Biografie ufficiali, b. P 1, f. 16; Raccolta di base, b. 85, ff. 1, 3; b. 126, f. 5; b. 167, f. 8; b. 2196, f. 22; b. 2250; b. 2278, ff. 3, 4; b. 2281, f. 1. Inoltre: F. Leva, Storia delle campagne oceaniche della R. Marina, I, Roma 1936, pp. 26 s., 31; II, pp. 44-71; G. Giorgerini - A. Nani, Le navi di linea italiane 1861-1969, Roma 1969, p. 207; M. Gabriele - G. Friz, La flotta come strumento di politica nei primi decenni dello stato unitario, Roma 1973, p. 238; G. Galuppini, L’Accademia navale 1881-1981, Roma 1981, pp. 62, 65; M. Gabriele - G. Friz, La politica navale italiana dal 1885 al 1915, Roma 1982, pp. 85, 105, 118; F. Micali Baratelli, La Marina militare italiana nella vita nazionale (1860-1914), Milano 1983, pp. 233, 266, 290, 312, 316, 340, 406; E. Alberini, La Marina italiana a Creta. Il potere marittimo in funzione della politica estera, Roma 1998, p. 101; M. Gabriele, Benedetto Brin, Roma 1998, pp. 124, 127; O.O. Miozzi, Le medaglie d’argento al valore militare, I, Roma 1999, p. 134; M. Gemignani, La Regia Marina in Eritrea durante il governatorato di Ferdinando Martini, in Première rencontre franco-italienne d’histoire militaire (Vincennes, 8 et 9 octobre 1999). Recueil des principales interventions, Château de Vincennes 2000, p. 32; F. Bargoni - F. Gay - V.M. Gay, Navi a vela e navi miste italiane (1861-1887), Roma 2001, pp. 320, 400; G. Giorgerini, Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini a oggi, Milano 2002, pp. 22-26; M. Gabriele, Giovanni Bettòlo, Roma 2004, pp. 89, 94, 96; C. Paoletti, La Marina italiana nelle operazioni di pace 1832-2004, Roma 2005, pp. 129, 131, 159; A. De Gubernatis, Piccolo diz. dei contemporanei italiani, Roma 1895, pp. 667 s.; T. Sarti, Il Parlamento italiano nel cinquantenario dello Statuto, Roma 1898, pp. 414 s.; Enc. biogr. e bibliogr. «Italiana», A. Malatesta, Ministri, deputati, senatori dal 1848 al 1922, II, pp. 276 s.; Camera dei deputati, Portale storico, sub voce (http://storia.camera.it/deputato/ giuseppe-palumbo-18401231#nav); Archivio storico del Senato, Banca dati multimediale I senatori d’Italia, II, Senatori dell’Italia liberale, sub voce (http://notes9.senato.it/web/senregno.nsf).