PACIERI, Giuseppe
PACIERI (Paceri), Giuseppe. – Compositore, maestro di cappella, organista, originario di Trevi (Perugia) secondo i documenti della S. Casa di Loreto relativi alla nomina ad organista il 1° febbraio 1670.
Prima d’allora Pacieri era stato maestro di cappella a Rieti dal 9 maggio 1662 al 31 maggio 1663. A Loreto rimase fino al 6 novembre 1679. Nella vicina Jesi frequentò l’ambiente filippino e in particolare Pier Matteo Petrucci, segretario personale del cardinale Alderano Cybo vescovo di Jesi dal 1656 al 1671; il cardinale, già protettore della Congregazione filippina a Roma, appassionato di musica e poeta egli stesso, favorì a Jesi lo sviluppo dell’oratorio in musica, mantenendo a sue spese «un coro de’ migliori e più scelti musici» (Marciano, 1699, p. 355). In tale contesto maturò la produzione di Pacieri per gli oratorii di Pier Matteo Petrucci (una delle personalità di spicco del Quietismo italiano), tramandati in edizioni apparse col titolo Poesie sacre e spirituali. Nella prefazione alla terza parte nell’edizione del 1675 Petrucci avverte che parecchi dei suoi oratorii li «ha onorati con le sue suavissime musiche il signor D. Giuseppe Pacieri, del cui valore l’organo celebre della Santa Casa è ora degno Teatro»; ma non è possibile stabilire quanti e quali degli otto oratorii (in 2-3 parti, a 4-6 voci) siano stati musicati da Pacieri; dell’Huomo moribondo (dato anche a Vienna col titolo L’uomo infermo moribondo) vi è una partitura manoscritta a Napoli, nella Biblioteca statale oratoriana del Monumento nazionale dei Girolamini (Archivio musicale della Congregazione dell'Oratorio, ms.435.4, allegato libretto manoscritto), mentre documenti d’archivio certificano l’attribuzione della Battaglia spirituale e Il Natale di Giesù (Mischiati, 1963; Morelli, 1986)
La protezione dei Cybo in Jesi (Lorenzo succedette al fratello dal 1671) orientò la carriera del compositore, che Alderano – dal 1676 segretario di Stato di Innocenzo XI – chiamò a Roma come virtuoso di musica e cappellano privato; tale condizione consentì a Pacieri, dal 1679 e per più di un decennio, di produrre i «recitamenti spirituali in musica» dati nel Palazzo apostolico la vigilia di Natale (tradizione avviata dallo stesso cardinale nel 1676), eseguiti in presenza del Pontefice e del Collegio cardinalizio. Sono giunti i libretti a stampa ma la musica risulta quasi completamente perduta: nella stessa Biblioteca di Napoli rimane un manoscritto (Archivio musicale della Congregazione dell'Oratorio, ms. 435.1) della La pace degli elementi in ossequio al Natale del Redentore, Natura, Terra, Acqua, Aria, e Foco (P. Giubilei; Roma 1684), mentre del Trionfo dell’amor divino (P. F. Carli; Roma 1687) la Österreichische Nationalbibliothek (Leopoldina, Hs.16584) custodisce le sole parti vocali, per un’esecuzione data dalle Orsoline a Vienna (1690).
I testi del Petrucci recano la dicitura «componimento per musica», sono in un’unica parte e dichiarano un organico a 2 soprani, alto, tenore, basso – tranne i Pastori di Bettelemme, a 6 voci (G. De Totis, Roma 1688 e 1691; con un madrigale a 3 voci dedicato a Innocenzo XII), definito «concerto musicale» – con strumenti. Il narratore (Testo) compare in due soli oratorii, Il Mondo in pace (1682) e I pastori di Bettelemme. Se in metà dei titoli esplicito e diretto è il riferimento alle Scritture, nell’altra l’argomento è svolto da prosopopee come Umanità, Idolatria, Sdegno ecc. Il tema della pace è spesso evocato, e in più di un caso si colgono messaggi di carattere politico, in relazione alle lotte politico-religiose occorse durante il papato di Innocenzo XI; in tal senso va intesa la recita, per la Vigilia del 1685 con apposita edizione del libretto, dei Pastori tributari alla cuna del Redentore (P. Giubilei) nella chiesa ducale luterana di Wolfenbüttel, in un inconsueto contesto: la scelta dell’opera, col suo finale encomiastico a Innocenzo XI, sarà rientrata in un quadro di strategie diplomatiche (cfr. Luppi, 1999; una prima edizione del libretto è datata Roma 1683). Ad altra occasione fu destinato l’oratorio La vittoria innocente (G. Della Rosa), cantato il venerdì santo del 1690 a palazzo Borghese, per le celebrazioni della settimana santa che il principe allestiva nella sua cappella privata; è in effetti una cantata morale in due parti, dove Innocenza e Penitenza (come indicato nella prefazione) gareggiano per il «maggior merito […] appresso Dio».
Un caso diverso, che testimonia un precoce avvicinamento dell’oratorio romano alla drammaturgia classica francese (nella fattispecie a Racine), è Atalia (A. Pollioni), data l’anno santo 1700 al Seminario Romano retto dal cardinal Pietro Ottoboni (secondo una Memoria plausibilmente ad essa riferibile il 31 marzo, alla presenza di «un’infinità grande di nobiltà forastiera», Staffieri, 1991, p. 304). Tratto dall’Athalie di Racine, l’oratorio di Pacieri è la seconda delle tre versioni musicali seguite alla rappresentazione della pièce a Roma e quella in cui il testo nella versione in italiano mostra maggior aderenza all’originale (ibid., pp. 301-303). Mancano notizie circa data, occasione e autore del testo dell’oratorio a 4 voci La cetra piangente di David: la partitura risulterebbe conservata sempre a Napoli (Archivio musicale della Congregazione dell'Oratorio, ms. 435.3).
La produzione profana di Pacieri annovera per lo più cantate a voce sola con strumenti o il solo basso continuo, tramandate manoscritte in volumi miscellanei, con quelle di autori quali per es. Antonio Cesti, Bernardo Pasquini, Alessandro Scarlatti e Alessandro Stradella e custodite a Bologna (Museo della musica), Durham (Cathedral Library), Londra (British Library e Royal College of Music), Milano (Biblioteca del Conservatorio), Modena (Biblioteca Estense), Napoli (Biblioteca del Conservatorio) e Roma (Biblioteca apostolica Vaticana). Angelo Berardi nel 1681 annovera Pacieri tra i più valenti autori di cantate «concertate con vari strumenti», assieme a Giacomo Carissimi, Luigi Rossi, Carlo Caprioli ed altri.
Dopo il 1700, anno di morte di Alderano Cybo, non si hanno informazioni sulla vita e l’attività del compositore.
Pacieri morì presumibilmente dopo il 1707, anno in cui il suo cognome è attestato in una nota spese relativa ad un cantore, forse suo allievo (Franchi, 2002 A, p. 287).
Opere: Si ricordano i seguenti libretti di cantate spirituali e oratorii non ancora citati, da eseguirsi nella notte di Natale a Roma, nel palazzo apostolico: Il Peccatore al presepio (O. Malvezzi), Roma 1679; La fuga di Giesù Cristo in Egitto, Roma 1681; Li prencipi christiani chiamati al Presepe (C. Amadio), Roma 1685; L’Adorazione de’ Magi (C. Amadio), Roma 1686. Sono note anche due composizioni mottettistiche: Surge anima mea (Napoli, Biblioteca statale oratoriana del Monumento nazionale dei Girolamini, Archivio musicale della Congregazione dell'Oratorio ms.435.2, incompleto) e Confitebor, 5 voci e strumenti (cfr. Di Giacomo, 1918), nonché una Cantata per la Passione e Resurrezione (ibid.).
Fonti e bibl.: P.M. Petrucci, Poesie sacre e spirituali. Corrette dall’autore medesimo e la terza volta accresciute e divise in tre parti, Macerata-Iesi 1675, passim; A. Berardi, Ragionamenti musicali, Bologna 1681, pp. 135 s.; G. Marciano, Memorie historiche della Congregatione dell’oratorio, Napoli 1699, pp. 350-388; S. Di Giacomo, Catalogo delle opere musicali teoriche e pratiche … Città di Napoli. Archivio dell’Oratorio dei Filippini, Parma 1918, p. 74; G. Tebaldini, L’archivio musicale della Cappella Lauretana, Loreto 1928, pp. 81, 114; A. Sacchetti-Sassetti, La Cappella musicale del Duomo di Rieti, in Note d'Archivio per la Storia musicale, XVII (1940), p. 150; O. Mischiati, Per la storia dell’oratorio a Bologna: tre inventari del 1620, 1622 e 1682, in Collectanea historiae musicae, III, Firenze 1963, ad ind.; A. Morelli, Il ‘Theatro spirituale’ ed altre raccolte di testi per oratorio romani del Seicento, in Rivista italiana di musicologia, XXI (1986), pp. 61-143; C. Sartori, I libretti italiani a stampa dalle origini al 1800, Cuneo 1990-1994, ad ind.; H.J. Marx, «… da cantarsi nel Palazzo Apostolico». Römische Weihnachtsoratorien des 17. Jahrhunderts, in Musikkulturgeschichte: Festschrift für Constantin Floros zum 60. Geburtstag, a cura di P. Petersen, Wiesbaden 1990, pp. 415-424; G. Staffieri, L’‘Athalie’ di Racine e l’oratorio romano alla fine del XVII secolo, in Revue de Musicologie, LXXVII (1991), pp. 291-310; C. Gianturco, «Cantate spirituali e morali» with a description of the papal sacred Cantata tradition for Christmas 1676-1740, in Music and Letters, LXXIII (1992), pp. 1-31; A. Morelli, La circolazione dell’oratorio italiano nel Seicento, in Studi musicali, XXVI (1997), pp. 105-186; A. Luppi, «La cuna del Redentore» a Wolfenbüttel (1685) e i tentativi di conciliazione religiosa in Germania, in Rivista italiana di musicologia, XXXIV (1999), pp. 47-66; L.E. Bennett, P., G., in The New Grove dict. of music and musicians (ed. 2001), XVIII, p. 859; S. Franchi, Il principe Ruspoli: l’oratorio in Arcadia, in Percorsi dell’oratorio Romano da Historia sacra a melodramma spirituale, a cura di S. Franchi, Roma 2002 A, pp. 270, 287; Id., Il principe Livio Odescalchi e l’oratorio ‘politico’, in L’oratorio musicale italiano e i suoi contesti (sec. XVII-XVIII), a cura di P. Besutti, Firenze 2002 B, pp. 154 s., 161, 201 s., 218, 223, 240; B. Schrammek, P., G., in Die Musik in Geschichte und Gegenwart. Personenteil, XII, 2004, col. 1520; A. Morelli, Gli oratori di Pier Matteo Petrucci, in Mistica e poesia. Il cardinale Pier Matteo Petrucci, a cura di C. Cavicchioli - S. Stroppa, Genova-Milano 2006, pp. 202-205, 210, 214-216; F. Grimaldi, La cappella musicale di Loreto tra storia e liturgia: 1507-1976, Loreto 2007, p. 592.