MONICO, Giuseppe
– Nacque il 24 dic. 1769 a Riese (Treviso) da Adamo e da Angela Cavallini.
Dopo una prima formazione umanistica, acquisita presso la vicina Altivole, passò al seminario di Treviso, ove abbracciò il sacerdozio e, all’età di ventidue anni, divenne insegnante di filosofia e teologia dogmatica. Tuttavia non abbandonò la letteratura, suo principale interesse, coltivando anche l’arte e l’erudizione, coerentemente con l’incarico di bibliotecario ottenuto nel 1799.
Nel 1800, nominato arciprete di Postioma (Treviso), il M. vi si trasferì, dividendosi tra le attività culturali e le cure della parrocchia, che gli fornirono conoscenze sociali particolarmente utili nell’esperienza giornalistica. Oltre a far parte della redazione del Monitor di Treviso, giornale governativo apparso nel 1807, il M. fu socio, fin dalla fondazione (1810), dell’Ateneo trevigiano, nel cui ambito effettuò diversi interventi in materia di letteratura e sociologia. Inoltre, fermo assertore del classicismo in linea con la temperie culturale veneta, il M. partecipò alla fondazione dell’Accademia dei Granelleschi di Postioma, ideale prosecuzione dell’omonima società veneziana scioltasi nel 1762, di cui ereditava la tutela della purezza della lingua attraverso la conformazione al toscano trecentesco.
Nel 1821 il M. fondò e diresse il Giornale sulle scienze e lettere delle provincie venete (noto come Giornale di Treviso), mensile preposto all’informazione editoriale prevalentemente locale, che, nonostante il titolo, assunse con l’andar del tempo un carattere nettamente letterario. Fra i collaboratori figurarono N. Tommaseo, P.A. Paravia, F. Villardi, A. Dalmistro, L. Carrer, I. Pindemonte.
Coadiuvato nella redazione da G. Bianchetti, M. Mandruzzato e A. Cesari, il M. firmò con loro il manifesto programmatico del periodico (luglio 1821, vol. I, n. 1), finalizzato, nelle intenzioni del direttore, all’informazione e alla difesa degli intellettuali veneti, da svolgere all’insegna della moderazione. Evidentemente il M. individuava i presupposti per eventuali polemiche nella presenza di Cesari che conferiva un’impronta puristica al mensile, pubblicandovi, tra il 1821 e il 1822, il proemio e due dialoghi delle Bellezze della Commedia di D. Alighieri, prestando il fianco alle reazioni dell’avversario V. Monti. Infatti sembrerebbe che Monti, nella sua traduzione della voltairiana Pucelle d’Orléans, abbia inserito un attacco al Giornale e al suo direttore.
In seguito il M. vide i suoi inviti alla temperanza disattesi da Tommaseo, incline, durante la sua collaborazione al Giornale (1823-24), ad atteggiamenti polemici di cui, fra l’altro, avrebbe poi fatto ammenda nelle Memorie poetiche (Venezia 1838, pp. 82 s.). I propositi di Tommaseo, che avrebbe voluto sprovincializzare il Giornale, promuovendo un’immagine più aperta ed evoluta della cultura veneta contemporanea, furono in contrasto con le posizioni conservatrici e pragmatiche del M. che, consapevole della modesta istruzione degli abituali lettori del Giornale, interessati prevalentemente alle raccolte d’occasione, preferiva alla collaborazione di eminenti intellettuali quella di letterati mediocri, già associati al periodico e in grado di procurare, con i propri articoli, altri associati. L’incompatibilità con il M. culminò nell’abbandono del Giornale da parte di Tommaseo, che fece seguito a quelli di Cesari e di Mandruzzato, entrambi ritiratisi nel 1822.
Tre anni più tardi il M. si dichiarò intenzionato a modificare il proprio programma editoriale, proponendosi di recensire «i nuovi libri italiani e stranieri […], la conoscenza dei quali possa giovare alla maggior parte dei leggitori» (Giornale, 1827, n. 76, p. 191). Evidentemente, viste le prime difficoltà del periodico, si prefiggeva di accogliere i suggerimenti di Paravia, suo amico e più stretto collaboratore, che fin dal 1821, rimproverandolo di troppa indulgenza, lo invitava ad accantonare la letteratura d’occasione, di cui era abituale raccoglitore, per selezionare contributi di maggior respiro nazionale. Tuttavia, nonostante gli intendimenti del M., l’indirizzo classicista e le prospettive locali del Giornale non variarono, come dimostra l’abbandono dello stesso Paravia, avvenuto nel 1828.
Conosciuto nell’ambiente veneto anche grazie alle sue doti letterarie, il M. fu interpellato per la composizione di diversi scritti d’occasione (epigrammi, dedicatorie, sonetti) spesso apparsi in raccolte d’autori vari, quali Per l’inaugurazione del monumento eretto in Venezia a Canova (Treviso 1827), oppure abbinati, per scelta dello stesso M., a testi inediti di altri autori, come nel caso delle settecentesche Due elegie latine di Caterina Borghini di Pisa … per nozze Crescini-Meneghini (Padova 1826).
Il M. morì a Postioma il 14 marzo 1829 e fu commemorato di lì a poco dagli amici G. Bianchetti (Parole… all'occasione della morte di don G. M., Treviso 1829) e A. Dalmistro (Lagrime… in morte dell'arciprete di Postioma don G. M., Treviso 1830).
Nella direzione del Giornale di Treviso gli successe lo stesso Bianchetti il quale, benché più moderato di lui nell’adesione al purismo, non si allontanò molto dal precedente programma e nel 1831, per mancanza di collaboratori e per gli ostacoli posti dalla censura, stabilì la fusione del periodico con il Poligrafo di Verona.
Fonti e Bibl.: Memorie scientifiche e letterarie dell’Ateneo di Treviso, I, Treviso 1817, pp. XII, XXIX, LXXIV, 335; P.A. Paravia, Necrologia di G. M., in Biblioteca piacevole, IV, Treviso 1829, pp. 18-22; N. Tommaseo, Diz. estetico, in Id., Nuovi scritti, III, Venezia 1840, pp. 242-244; E. De Tipaldo, Biografie degli Italiani illustri, VII, Venezia 1840, pp. 435-438; G. Monico, Lettere a P.A. Paravia, a cura di J. Bernardi, in Per … nozze … Revedin …Groppello-Tarino, Venezia 1882; A. Serena, Su la vita e le opere di A. Dalmistro, Verona 1892, pp. 38-40, 61, 92, 94 s.; G. Bustico, Giornali e giornalisti del Risorgimento, Milano 1924, pp. 23, 25; G.B. Cervellini, Il periodo veneziano di P.A. Paravia (dal carteggio inedito con G. M.), in Archivio veneto, s. 5, IX (1931), pp. 143-190; N. Tommaseo, Diario intimo, a cura di R. Ciampini, Torino 1938, pp. 24 s.; A. Chiades, Un giornale, una storia. Il Monitor di Treviso 1807-1813, Treviso 1982, pp. 24, 74 s., 132, 140-147; S. Rossetto, Giornale delle scienze e lettere delle provincie venete, in Accademie e biblioteche d’Italia, LI (1983), pp. 318-325; B. De Donà, G. M. sacerdote letterato nell’epistolario con P.A. Paravia, in Il Veneto e Treviso tra Settecento ed Ottocento. XII- XIII cicli di Conferenze del comitato di Treviso per la storia del Risorgimento (Treviso, novembre 1991-maggio1992), Treviso 1993, pp. 73-79; S. Chioatto, La biblioteca del seminario vescovile di Treviso, in Notiziario bibliografico. Periodico della giunta regionale del Veneto, 1998, n. 29, p. 26; N. Tommaseo, Gli articoli del «Giornale sulle scienze e lettere delle provincie venete» (1823-1824), a cura di A. Cotugno, Roma-Padova 2007, pp. XVI-XIX, XXIII, XXV, XXXVII, XXXIX s., 56, 133, 135, 179, 181, 184; Catalogo dei libri italiani dell’Ottocento (CLIO), IV, p. 3087.