MOLINI, Giuseppe
– Nacque a Firenze il 17 dic. 1772 da Giuseppe senior e da Diomira Sequi. Frequentò le Scuole pie tra il 1794 e il 1797 per poi seguire, senza giungere alla laurea, i corsi all’Università di Pisa. Sul finire del secolo, dopo aver sposato Giovanna Veraci, risulta già al lavoro con lo zio Giovan Claudio a Parigi.
La figura e l’opera del M. devono essere collocate nella storia della famiglia, che era originaria di Viviers nella regione francese del Vivarais, dove il capostipite Claudio era nato nel 1642 e da dove si era trasferito a Pisa nel 1666.
Il figlio di lui, Romualdo, si stabilì a Firenze nel luglio 1757 e vi morì il 19 sett. 1759 dopo aver messo al mondo dieci tra figli e figlie, alcuni morti in tenera età; tra di essi, oltre a Giuseppe senior (Livorno 12 marzo 1733 - Pisa 20 febbr. 1808), si devono ricordare Giovan Claudio (1725-1812), apprendista a Parigi presso il libraio Lebreton nel 1763, che nel 1765 iniziò l’attività in proprio; Pietro Ranieri (1731-1806) che, stabilitosi nel 1758 a Londra, fu attivo almeno dal 1773 quando stampò presso Baskerville con il fratello Giovan Claudio l’Orlando Furioso, ed entrò in amicizia con G. Baretti e A. Verri, suo ospite nel 1766-67; Iacopo Giovanni (1735-1816), attivo a Londra dagli anni Cinquanta del Settecento. Giuseppe senior fu il fondatore della libreria di famiglia in Firenze, iniziando nel 1764 come accomandatario di Gaetano Cambiagi, con negozio situato dapprima in piazza del Duomo (circa 1770) e poi (dai primi anni Ottanta) sul lungarno Archibusieri: di grande rilevanza era il suo commercio di manoscritti, incunaboli ed edizioni antiche e contemporanee sia in Italia sia, con triangolazioni con i fratelli, a Parigi e a Londra.
Svolta decisiva nell’attività e negli affari del M., che attraverso il padre era in relazione con l’ambiente librario pisano, fu la costituzione, il 31 luglio 1804, a Pisa della società Molini, Landi e Compagno in attività fino al 1818. In essa aveva parte precipua il M. con i soci G. Landi e G. Rosini, che ne era direttore editoriale. Dal gennaio 1809 al maggio 1814 la società pubblicò il mensile Giornale enciclopedico di Firenze, ma gli affari non procedettero con profitto. Ottenuto il brevetto di libraio con decreto imperiale del 1° genn. 1813, nel 1815 il M. costituì una nuova società di cui faceva parte, oltre al Rosini e a G. Tartini, suo fratello Federigo. Rosini cedé nel tempo la sua parte al M., ma i rapporti tra i due non furono esenti da contrasti. A Firenze il M. iniziò a pubblicare il Giornale di letteratura e belle arti (luglio 1816 - marzo 1818), Il Raccoglitore (marzo 1819 - febbraio 1820), che si segnala come il primo giornale umoristico fiorentino forse protetto da V. Fossombroni, e, dal febbraio all’aprile 1820, L’uomo di paglia.
Benché fondasse nel 1820 la casa editrice All’insegna di Dante, in attività fino al marzo 1836, il M. fu più libraio che editore, impegnato nel commercio di codici, incunaboli e testi rari e di pregio oltre che di novità, in ciò favorito dai contatti europei di cui resta documentazione negli importanti cataloghi di vendita pubblicati e nei suoi carteggi. Nominato bibliotecario aggiunto della Biblioteca palatina lorenese il 19 maggio 1826 e poi bibliotecario con motu proprio granducale del 1° marzo 1827, mantenne tale incarico fino all’8 aprile 1834 quando si dimise per curare i dissesti finanziari dell’azienda familiare allora in mano al figlio. La sua direzione lasciò un’impronta nell’organizzazione della sede della raccolta e nel completamento del catalogo degli stampati, iniziato dal suo predecessore F. Tassi e da lui continuato dalla lettera G alla Z; il M. pubblicò inoltre un saggio relativo ai codici volgari, dove descrisse in ordine alfabetico 39 codici; sua fu poi la sistemazione degli Autografi Palatini, comprendenti anche le Carte Machiavelli acquisite nel 1832 dalla famiglia Ricci. Soprattutto in quel periodo continuò il suo impegno nel mercato antiquario fiorentino, italiano ed europeo, per acquistare volumi per la biblioteca del granduca.
Avvalendosi della sua ampia conoscenza del mercato, incrementò le raccolte granducali con acquisti, tra gli altri, alle vendite G. Hibbert (1829), M. Motteley (che completò nel 1843 con un totale di 233 edizioni la collezione degli elzeviri iniziata nel 1838), G. Libri e, in Firenze, della Raccolta Sarchiani di sacre rappresentazioni del XV e XVI secolo. Dedicò anche un notevole impegno al restauro e alla produzione, secondo i principi in uso nel primo Ottocento, di nuove legature per le opere acquisite, di cui resta ampia documentazione sia archivistica sia materiale. L’attività di studio lo portò alla pubblicazione, nel 1830, della Vita di B. Cellini (Firenze) in due volumi e, mettendo a profitto i suoi viaggi europei e i soggiorni parigini, i Documenti di storia italiana (ibid., 1836-37); questa edizione, iniziata con l’aiuto di G. Montani, fu poi voluta e finanziata da G. Capponi. I rapporti con Capponi, ai quali si devono aggiungere quelli con G.P. Vieusseux e con l’Antologia, confermano l’inserimento del M. nell’ambiente colto ed erudito di Firenze.
Sebbene a malincuore, il granduca accettò che tornasse a dirigere l’azienda di famiglia; tuttavia il M. non ridusse quell’attenzione al sistema bibliotecario fiorentino che aveva mostrato già nei primi anni della sua attività intervenendo per evitare la vendita della Biblioteca Riccardiana fuori del Granducato, tanto che quando Leopoldo II volle studiare un progetto di riordinamento delle principali raccolte cittadine gli assegnò il compito di redigere la relazione finale. Pur limitato all’esame dei titoli in doppia copia l’impegno si rivelò gravoso, lungo e privo di risultati concreti a causa dei contrasti e per le proteste sorte in vari ambienti cittadini. Negli stessi anni il M. redasse un indice a stampa dei duplicati magliabechiani, costituiti da 6370 opere comprendenti anche 488 incunaboli ed edizioni savonaroliane che furono in parte vendute nel 1855, e compilò 63.000 schede per il nuovo «Catalogo degli stampati magliabechiani», ancora alla base di quello attualmente in uso; lasciò inoltre manoscritto quello degli incunaboli, che rimase per oltre un secolo la principale guida alla collezione.
Alla sua morte, avvenuta in Firenze il 20 dic. 1856, il M. fu sepolto nel cimitero di S. Miniato al Monte; sulla sua tomba fu incisa un’iscrizione dettata dall’abate G. Mannuzzi. La sua attività fu continuata dal figlio Luigi.
Opere: Notizie dei mss. italiani o che si riferiscono all’Italia esistenti nella Libreria dell’Arsenale in Parigi, Firenze 1836; Documenti di storia italiana copiati su gli originali autentici e per lo più autografi esistenti in Parigi, Firenze 1836-37, a cui fecero seguito i Documenti di storia italiana dall’anno 1522 al 1530, in Archivio stor. italiano, Appendice, I, 1844, pp. 395-485; Progetto di riordinamento per le pubbliche librerie di Firenze, Firenze 1848; Catalogo dei libri duplicati della pubblica I. e R. Biblioteca Magliabechiana di Firenze che si offrono in vendita o in baratto, Firenze 1855 (la copia della Biblioteca nazionale di Firenze, Cataloghi, già Bibl. Gen., 878, ha sue annotazioni marginali con l’indicazione degli acquirenti); Operette bibliografiche, con alcune lettere di distinti personaggi al medesimo precedute dalle notizie biogr. di esso scritte da G[iuseppe] A[iazzi], Firenze 1858 (contiene anche gli annali delle edizioni del M., carteggi e studi bibliografici).
Fonti e Bibl.: Firenze, Arch stor. dell’Accademia della Crusca, Carteggi, Copialettere, III, 12 sett. 1841; Arch. di Stato di Firenze, Imperiale e Reale Corte, relativi alla Biblioteca Palatina; Firenze, Biblioteca nazionale, Arch. Magliabechiano; Arch. Palatino; Fondo Nazionale, cod. II.V.75 (si tratta della copia di tipografia dell’edizione a stampa delle Operette bibliografiche); Carte Molini, Nuove accessioni, 1465); Carteggi Vari, 431, 182-189; Carteggio Vieusseux, 70, 162-165; 167-181; Gonnelli, 26, 106 bis-123 bis (lettere a R. Morghen e una circolare a stampa del 19 febbr. 1821 sulla proprietà della Molini e C.); Catalogo delle edizioni del sec. XV esistenti nella pubblica Libreria Magliabechiana di Firenze, 1854 (ms. in due volumi ora in Biblioteca nazionale, Cataloghi, 49, accompagnato da un inventario topografico a schede raccolto in quattro cassette (ibid., 47); Codici manoscritti italiani, Firenze 1833, (copia manoscritta interfogliata con aggiunte, annotazioni e correzioni dello stesso autore, ibid., 44); Pisa, Biblioteca universitaria, Mss., 960-955: Copialettere dell’azienda pisana; L. Gentile, I codici Palatini, I, Roma 1889, pp. XIX-XXI; D. Fava, Un progetto di riforma delle Biblioteche pubbliche di Firenze, in Accademie e Biblioteche d’Italia, IX (1935), pp. 475-488; Id., La Biblioteca nazionale centrale di Firenze e le sue insigni raccolte, Milano 1939, pp. 95-98; C. Rotondi, La stampa periodica toscana dal 1815 al 1847, in Atti del II Congresso nazionale di storia del giornalismo …1963, Trieste 1963, pp. 159 s.; R. Ridolfi, Le carte Machiavelli, in La Bibliofilia, LXXI (1969), 1, pp. 2-5; I. Porciani, L’«Archivio Storico Italiano». Organizzazione della ricerca ed egemonia moderata nel Risorgimento, Firenze 1979, pp. 44 s.; F. Borroni, Riunirsi in crocchio anche per leggere: le origini del gabinetto di lettura a Firenze in Rassegna stor. toscana, XXVII (1981), 1, pp. 20 s.; P. Innocenti, Il bosco e gli alberi, I, Firenze 1984, pp. 311, 323 s., 396, 465 s., 469, 471, 480 s., 494, 520 s.; R. Pertici, Uomini e cose dell’editoria pisana del primo Ottocento, in Una città tra provincia e mutamento. Società, cultura e istituzioni a Pisa nell’età della Restaurazione. Mostra documentaria, Pisa 1985, pp. 69-73; Le Edizioni della «Società Letteraria» nella Biblioteca Universitaria di Pisa, a cura di M. Bernardini - G. Bosco, Pisa 1985; N. Harris, The Ripoli Decameron, Guglielmo Libri and the «incomparable» Harris, in The Italian Book 1465-1800. Studies presented to Dennis E. Rhodes on his 70th birthday, a cura di D.V. Reidy, London 1993, pp. 223-233; P. Scapecchi, Guida agli Archivi delle personalità della cultura in Toscana tra '800 e '900. L’area fiorentina, a cura di E. Capannelli - E. Insabato, Firenze 1996, s.v.; M. Rossi, Bibliofilia, bibliografia e biblioteconomia alla corte dei Granduchi di Toscana Ferdinando III e Leopoldo II, Manziana 1996, pp. 35, 109, 111-115, 121, 123, 128, 129, 133-136, 148-175, 178, 182, 185, 188, 212-215, 217, 228; A. Volpi, Editori, librai e biblioteche a Pisa negli anni napoleonici, in «Citoyens pisani»: una provincia negli anni napoleonici, a cura di R.P. Coppini - M. Cini, Pisa 2005, pp. 61-65; relativamente agli altri membri della famiglia, con indicazioni di fonti inedite, si vedano: A. Petrucciani, Gli incunaboli della Biblioteca Durazzo, Genova 1988; L. Greco, Un libraire italien à Paris à la veille de la révolution in Melanges de l’École Française de Rome, Italie et Méditerranée, CII (1990), pp. 261-280; R. Pasta, Tra Firenze, Napoli e l’Europa: Giuseppe Molini senior, in Editoria e cultura a Napoli nel XVIII secolo, a cura di A.M. Rao, Napoli 1998, pp. 251-283. Grand dictionnaire universel du XIXe siècle, XI, Paris 1874, p. 406; C. Frati, Diz. bio-bibliogr. dei bibliotecari e bibliofili italiani dal sec. XV al XIX, Firenze 1933, pp. 388-369;, Enc. Italiana, Appendice I, p. 859; M. Parenti, Aggiunte al Dizionario bio-bibliografico dei bibliotecari e bibliofili italiani di C. Frati, Firenze 1957, I, p. 259; L. Brogioni, Editori italiani dell’Ottocento, I, Milano 2004, pp. 703-705.