ARVILLIARS, Giuseppe Milliet marchese d'
Nato nella seconda metà del sec. XVII, appartenne alla nobile famiglia savoiarda dei Millet o Milliet, titolare di numerosi feudi, tra i quali quello d'Arvilliars eretto in marchesato nel 1678. Poche le notizie su di lui salvo quelle riguardanti la sua missione diplomatica in Spagna. Ambasciatore del re di Sardegna dal maggio 1728, svolse un'intelligente attività tesa a sfruttare la posizione strategica del Piemonte alla vigilia della guerra di successione polacca e la sua funzione di equilibrio in Italia, specie in relazione all'eventualità di una guerra per la successione di Parma e di Toscana.
Dopo la conclusione del trattato di Siviglia del 1729, la Francia, l'Olanda e l'Inghilterra avevano chiesto l'alleanza dei re di Sardegna, essenziale per il piano di guerra contro l'Impero. Ma Vittorio Amedeo II, prima, e Carlo Emanuele III, dopo, avevano rifiutato, consapevoli delle ambizioni della regina di Spagna Elisabetta Famese contrastanti con gli interessi sabaudi, del pacifismo dei Fleury e del pericolo d'essere abbandonati, una volta iniziate le operazioni militari, alle rappresaglie di Carlo VI d'Asburgo. Tuttavia un'intensa attività diplomatica s'intrecciò tra le corti europee per convincere il re ad aderire alla lega di Siviglia.
L'A. a Madrid trattò la cosa direttamente con don José Patiño, l'onnipotente ministro del decennio 1726-36, con l'ambasciatore francese e con l'incaricato d'affari olandese. Le sue relazioni precise e dettagliate, oltre ad offrire un quadro completo della situazione europea, esaminano tutte le possibili soluzioni, persino l'opportunità di un'alleanza con Carlo VI per ottenere con minore rischio più modesti ma sicuri vantaggi. Suggerimento generale dell'A. al sovrano fu. quello di sondare in profondità le intenzioni degli alleati e di esigere come garanzia la cessione pura e semplice del Milanese, stipulata in un atto a parte tra Spagna e Regno di Sardegna da inserirsi poi nel trattato di accessione alla lega in modo da ottenere la ratifica da parte di tutte le potenze. La compagine degli alleati si dimostrò però molto debole e si arrivò ben presto a negoziati separati. Poco a poco l'opera indefessa della diplomazia inglese condusse al riavvicinamento ispano-imperiale, alla dissoluzione della lega di Siviglia e infine alla pace di Vienna del 22 luglio 1731 che riconobbe i diritti di don Carlos di Borbone sul ducato di Parma e sul granducato di Toscana. La Francia reagì immediatamente alle manovre inglesi mirando ad una stretta alleanza con il Piemonte e offrendogli in caso di guerra e di vittoria il Milanese. L'A. però diffidò sempre della buona fede francese e sconsigliò ripetutamente il sovrano di accettare senza riserve le proposte del Fleury. Ma, scoppiata la guerra di successione polacca, l'alleanza venne formalmente definita con il trattato di Torino del 1733. La missione diplomatica dell'A. in Spagna aveva già avuto termine alla fine del 1732.
Bibl.: A. Manno, Il Patriziato subalpino, I,Firenze 1895, p. 127 e passim;G. Quazza, La funzione europea degli Stati sabaudi alla fine del 1730 (da relazioni d'un ambasciatore sabaudo), in Fert, XIV(1942), pp. 3-12; Id., L'equilibrio italiano nella politica europea alla vigilia della guerra di successione polacca, Torino 1944, passim.