MARTELLI, Giuseppe
– Nacque a Firenze nella parrocchia di S. Ambrogio il 15 genn. 1792 (15 giugno, secondo Cresti) da Lorenzo e Marianna Giorgi. Il padre, ingegnere degli ospedali della città, lo spinse sin da piccolo a studi di architettura. Fu iscritto dal 1804 (o 1806) all’Accademia di belle arti, avendo contatti tra gli altri con G. Paoletti e G. Cacialli di cui si ritenne sempre un allievo, e ottenne diversi premi ai concorsi d’architettura (primo premio semestrale d’architettura nel 1807, primo premio triennale con il progetto per una chiesa metropolitana nel 1816). Fin da giovane ebbe stretti rapporti con L. de Cambray Digny, amico del padre, che sarebbe stato molto importante per la sua formazione e per la stessa professione: lo avrebbe infatti inserito nei quadri della amministrazione dello Stato e gli avrebbe affidato la direzione dei lavori di molti suoi progetti, tra cui quelli della loggia reale del Prato a Firenze e il palazzetto nel parco di Pratolino, la ristrutturazione del teatro, oggi Metastasio, a Prato e la costruzione della nuova chiesa dei Bagni di Montecatini Terme (non più esistente).
Con lui nel 1818 il M. intraprese un viaggio di formazione e studio trascorrendo un breve soggiorno in Inghilterra e poi, dall’estate di quell’anno, risiedendo a Parigi dove conseguì all’École polytechnique i diplomi in geometria descrittiva, meccanica, idraulica e architettura militare: quella formazione scientifica, cioè, che mancava al suo percorso accademico. Altri importanti momenti di studio furono i viaggi fatti nel corso della vita: a Roma (1821), a Genova (1836), ancora a Parigi (1838 e 1851), a Londra (1838, 1851 e 1862), in Austria (1844), in Svizzera (1849).
Tornato a Firenze nell’estate del 1819, nell’aprile dell’anno successivo entrò a far parte, come «commesso architetto» dello scrittoio delle Regie Fabbriche, l’ufficio che presiedeva agli edifici pubblici e aveva la custodia dei monumenti dello Stato, del quale Cambray Digny era divenuto direttore. In questo ufficio assunse dal 1828 al 1849 la carica di architetto, per essere poi nominato, nel 1860 «sotto direttore» della sezione delle Fabbriche della direzione generale dei Lavori di acque e strade e delle fabbriche civili di Stato.
Su indicazione di Cambray Digny fu incaricato della progettazione della fontana posta nella piazza della Collegiata di Empoli, realizzata per la parte scultorea da L. Pampaloni (1825-28). Come esperto di idraulica si sarebbe tra l’altro occupato dei lavori alla villa di Poggio Imperiale (1829), al giardino di Boboli (1830), all’alveo del torrente Mugnone (1835), della riprogettazione dei condotti delle fontane poste a sinistra dell’Arno (1846) e dei lavori idraulici per la bonifica di Bientina, Fucecchio e Massaciuccoli (1850).
Tra le sue prime opere (1821-24) si deve ricordare l’intervento con Cambray Digny alla fase iniziale della sistemazione del giardino Puccini a Scornio (presso Pistoia) con il progetto di un’isola artificiale sulla quale sono posti un tempietto dedicato a Pitagora, e una colonna con aquila allegorica. Tra il 1822 e il 1832 fu occupato a Firenze nella trasformazione in educandato femminile dell’ex convento della Ss. Annunziata, in via della Scala, dove realizzò l’aula magna, lo scalone monumentale, la serra del giardino, e una scala a spirale in pietra serena, «gioiello» dell’architettura del periodo (Cresti) anche dal punto di vista strutturale. Le sue conoscenze e alte capacità ingegneristiche sono ben testimoniate anche dalla vicenda della progettazione del ponteggio da costruirsi per la realizzazione degli affreschi della cupola della cappella dei Principi in S. Lorenzo, che il M. ideò in tre versioni a partire dal 1824 (Saltini, 1888), dai progetti brevettati di una macchina per la segagione del marmo (1850) e di una burbera, nonché dal suo coinvolgimento nella commissione per la progettazione della linea ferroviaria Leopolda tra Firenze e Livorno.
Nell’ambito della sua attività professionale lavorò alla ristrutturazione di alcuni antichi edifici come le case Landini in via del Proconsolo (1822), il palazzo Lucchesini in borgo San Niccolò (1828), quello di Tommaso dell’Imperatore in via de’ Balestrari (1830), palazzo Marucelli-Fenzi (1831, cornicione; 1839-40, interni), palazzo Demidov (1834), case degli Alemanni (1834), la trasformazione in albergo del palazzo Bartolini Salimbeni (1838-43), la sistemazione di palazzo Serristori in piazza S. Croce per conto di F. Prat (1842). Su commissione di Emanuele Fenzi progettò la villa di Sant’Andrea in Percussina presso San Casciano (1832-40).
Come architetto delle Regie Fabbriche e vicepresidente della commissione conservatrice (1861-66) si occupò dei restauri e delle trasformazioni di alcuni tra i più importanti monumenti fiorentini.
Nella cappella dei Principi portò avanti il ridisegno degli spicchi della cupola, su progetto di Cambray Digny, e i restauri dell’esterno (1828-36). Nel Museo di fisica e storia naturale progettò la sopraelevazione (1939-40), per la sistemazione delle sezioni di anatomia umana e dei mammiferi, e realizzò la Tribuna di G. Galilei (1829-50) inaugurata, non finita, nel 1841. Fu occupato in varie fasi nel restauro e alla trasformazione del palazzo Vecchio con il consolidamento delle fondazioni della torre e il ripristino delle facciate (1840-50). Qui realizzò, nel salone dei Duecento, l’aula per i senatori (1848), in concomitanza con la sistemazione dell’ambiente per la Camera dei deputati toscani nel teatro Mediceo degli Uffizi. Progettò, inoltre, la trasformazione in ospedale del convento di S. Lucia di Camporeggi (1838), si occupò delle opere di manutenzione di palazzo Riccardi (1837-41) e di palazzo della Crocetta (1839), di porta S. Gallo (1836-37), degli edifici e del verde del giardino di Boboli (1830), della villa di Castello (1834-36) e di villa Petraia (1837).
Nel 1861 fu incaricato della sistemazione degli spazi destinati a ospitare la prima Esposizione italiana trasformando l’edificio della vecchia stazione ferroviaria Leopolda. Per quanto riguarda i progetti per nuove costruzioni, stese quello di una villa edificata nelle vicinanze di Boston (1849) e, nel 1857, la chiesa di S. Caterina d’Alessandria a Barbano (incompiuta).
Alcuni progetti – come il monumento ai Demidov (1833), l’ospedale a Barbano (1840), il mercato a Livorno (1849), la trasformazione in galleria coperta di ponte Vecchio (1857, 1862), un teatro nel ghetto di Firenze (1866) – non vennero realizzati.
Molti i riconoscimenti che ebbe per la sua attività: fu eletto accademico e professore di prima classe dell’Accademia di Firenze (1825), nominato cavaliere dell’Ordine di S. Giuseppe (1848), accademico dell’Accademia di belle arti di Urbino e socio corrispondente dell’Accademia artistica Raffaello (1870).
Il M. morì a Firenze il 30 marzo 1876, lasciando un legato all’Accademia per l’istituzione di un premio quinquennale di architettura e al Gabinetto disegni e stampe degli Uffizi. Fu sepolto nel cimitero della Misericordia.
Tra le opere del M. stampate a Firenze si citano: Osservazioni artistico-economiche intorno alcuni pubblici stabilimenti della città di Firenze, 1849; Osservazione sui bagni d’Aqui presso Casciana nelle colline pisane e progetto sommario di miglioramento, 1849; Lettere sulla presente Esposizione universale di Parigi e su quella del 1862 a Londra, 1867; Memorie sui cimiteri di Firenze, 1867; Osservazioni e schiarimenti sul progetto per la facciata di S. Maria del Fiore, 1867; Sul proposto restauro del tempio di S. Maria della Spina di Pisa, 1871.
Fonti e Bibl.: G. Rosini, Descrizione della tribuna inalzata… alla memoria di Galileo, Firenze 1841; F. Fantozzi, Guida della città e contorni di Firenze… (1842), Bologna 1979, pp. 188, 369, 464, 535, 664; G.E. Saltini, Le arti belle in Toscana da mezzo il secolo XVIII ai dì nostri, Firenze 1862, p. 20; E. Bacciotti, Firenze illustrata nella sua storia…, Firenze 1886, pp. 87, 100, 131, 204, 465, 504; C. Da Prato, Firenze ai Demidoff. Pratolino e S. Donato. Relazione storica e descrittiva…, Firenze 1886, p. 394; G.E. Saltini, Della vita e delle opere di G. M. architetto e ingegnere fiorentino, Firenze 1888; G. Pini, Della vita e delle opere di G. M., in Atti del Collegio degli architetti ed ingegneri di Firenze, Firenze 1889, pp. X, 130-132; E. Mancini, La fontana di Empoli e L. Pampaloni scultore fiorentino, in Arte e storia, XXXIX (1920), 2, pp. 44-51; 4, pp. 106-112; 5, p. 150; D. Heikamp, L’antica sistemazione degli strumenti scientifici nelle collezioni fiorentine, in Antichità viva, IX (1970), 6, pp. 15-17, 25; G. Fanelli, Firenze architettura e città, Firenze 1973, pp. 392 s., 415, 428; M. Dezzi Bardeschi, Cambray Digny, Luigi de, in Diz. biografico degli Italiani, XVII, Roma 1974, pp. 147-150; I. Moretti, Istituzioni ospedaliere a Firenze nel periodo granducale, in Per un itinerario risorgimentale dell’architettura italiana, Firenze 1974, p. 166; Firenze e Livorno e l’opera di Pasquale Poccianti nell’età granducale, a cura di F. Borsi - G. Morolli - L. Zangheri, Roma 1975, pp. 129, 143, 189, 205, 241; C. Cresti - L. Zangheri, Architetti e ingegneri nella Toscana dell’Ottocento, Firenze 1978, pp. 143 s.; N. Wolfers, La formazione di G. M. e la Francia, in Actes du Colloque «Florence et la France», Firenze… 1977, Firenze-Parigi 1979, pp. 437-450; La Firenze di G. M. (1792-1876): l’architettura della città fra ragione e storia (catal.), a cura di N. Wolfers - P. Mazzoni, Firenze 1980; C. Cresti, La Toscana dei Lorena, Milano 1987, pp. 187 s., 220, 227, 230, 241, 269 s.; G. Bonacchi Gazzarrini, Il Pantheon nel giardino romantico di Scornio, Firenze 1999, pp. 20 s., 56; I. Bigazzi - Z. Ciuffoletti, Palazzo Marucelli Fenzi: guida storico-artistica, Firenze 2002, pp. 104, 111, 119, 167-169; L’architettura civile in Toscana dall’illuminismo al Novecento, a cura di A. Restucci, Siena 2002, p. 99; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XXIV, pp. 147 s.