MARINONI, Giuseppe
– Nacque a Milano l’11 ott. 1810 dai nobili Cesare e Teresa Calchi Novati, sposata in prime nozze con il conte Giovanni Battista Annoni. Visse la sua infanzia a Cuggiano; dopo gli studi elementari entrò dapprima nel collegio di Parabiago e, dal 1824 al 1829, nel seminario diocesano di S. Pietro. Nel 1829 passò nel seminario di Monza e nel 1830 in quello di Milano, dove rimase quattro anni. Il 24 maggio 1834 fu ordinato sacerdote dall’arcivescovo di Milano C.G. Gaisruck e il giorno successivo celebrò la sua prima messa a Guastalla, dove si trovava la sorella maggiore Margherita, che in qualità di religiosa insegnava in un collegio femminile di quella città e alla quale il M. fu sempre molto legato.
Nel 1835 fu nuovamente al seminario di S. Pietro, dove insegnò per alcuni mesi fino all’aprile 1836, quando per ragioni di salute dovette sospendere l’attività di docente. Nel 1837 si trasferì a Roma presso la casa dei gesuiti di S. Andrea al Quirinale, rimanendovi però soltanto un mese, in quanto la sua propensione alla vita solitaria non si conciliava con le finalità della Compagnia. Gli fu consigliato, quindi, dagli stessi gesuiti di trasferirsi al monastero dei certosini di S. Maria degli Angeli di Roma, dove però il M. non poté essere accolto per lo stato cagionevole della sua salute. Nel maggio dello stesso anno, attratto dal suo zelo apostolico, si unì a V. Pallotti, allora rettore della chiesa di S. Spirito dei Napoletani, dove il M. avrebbe risieduto fino al 1841. Pallotti, intenzionato a fondare un istituto per le missioni, trasmise al M. tale spirito missionario. Nel gennaio 1841 il M. si trasferì in qualità di viceparroco della parrocchia annessa all’ospizio di S. Michele a Ripa, della quale divenne parroco nel 1844.
Nel giugno 1850 mons. A. Ramazzotti, che si trovava in Roma per essere consacrato vescovo di Pavia, e che proprio in quel torno di tempo stava promuovendo la fondazione del Seminario lombardo per le missioni estere, convinse il card. A. Tosti, da cui dipendevano la chiesa e l’ospizio di S. Michele, a lasciare libero il M. in modo che questi potesse assumere la direzione del nascente istituto. L’incarico venne conferito ufficialmente al M. il 27 luglio 1850 dall’arcivescovo di Milano, card. C.B. Romilli, e nel giugno 1851 l’Istituto delle missioni estere poté aprire la sua nuova sede presso la chiesa di S. Calocero.
L’attività intrapresa dal M. in questa nuova veste fu fervida, seppure non priva di tensioni con la S. Sede. Già a pochi mesi dalla sua nomina, nell’agosto 1851, il M. avviò alcune trattative con Propaganda Fide per allestire una missione in Oceania. La missione fu poi resa possibile grazie anche all’appoggio dei vescovi lombardi e alle elargizioni che il M. riuscì a ottenere soprattutto dall’aristocrazia milanese. I missionari partirono dal porto di Gravesend, presso Londra, il 9 apr. 1852, salutati e incoraggiati dallo stesso Marinoni. Alla prima missione avrebbe dovuto seguirne un’altra l’anno successivo ma, oltre alle difficoltà finanziarie, l’Istituto di S. Calocero andò incontro alle diffidenze di Roma: sebbene Pio IX, il 20 febbr. 1853, in segno di stima nominasse il M. protonotario apostolico, insorsero contrasti circa le finalità dell’Istituto. Il papa, infatti, intendeva utilizzarlo non in funzione dell’evangelizzazione di terre lontane, ma per le necessità generali della Chiesa anche nei Paesi già cristianizzati. La difficoltà dell’Istituto a entrare in una simile prospettiva fu interpretata da Pio IX e da Propaganda Fide come un atto di disubbidienza, che costò al M. dolorose tensioni. In effetti, la seconda missione in Oceania progettata dal M. non fu approvata dalla S. Sede, e Pio IX, probabilmente per esercitare un maggior controllo sull’Istituto di S. Calocero, nel settembre 1854 nominò procuratore generale dello stesso il padre G.M. Alfieri dell’Ordine di S. Giovanni di Dio, peraltro legato da un rapporto di amicizia al M., di cui era stato compagno in seminario. In ogni caso, le successive missioni dell’Istituto furono promosse dallo stesso pontefice ed ebbero come mete la Colombia e l’India.
Nel giugno 1856, con la nomina del nuovo prefetto di Propaganda Fide, card. A. Barnabò, i rapporti con Roma conobbero un miglioramento. Nel 1861, però, le frizioni tra l’organismo milanese e Propaganda Fide si acuirono nuovamente e il M. arrivò sul punto di dare le dimissioni dalla sua carica, mentre alcuni anni dopo la S. Sede entrò addirittura nell’ordine di idee di sopprimere l’Istituto.
Proprio per evitare un simile provvedimento, nel gennaio 1866 il M. – insieme con i sacerdoti C. Bolis, A. Ripamonti e G. Rossari – costituì la Società privata per reggere il Seminario delle Missioni estere. Lo scopo di salvaguardare l’esistenza – e in parte anche l’autonomia – dell’Istituto fu raggiunto, ma i rapporti con Roma non migliorarono affatto, e nel dicembre 1867 il M. dovette reiterare le sue sollecitazioni a Propaganda Fide per inviare una missione nel Bengala (India nordorientale), mentre Roma ne impose diverse in altre località ritenute meno opportune dall’Istituto. L’attività del M., nondimeno, continuò con il solito fervore.
Qualche anno prima, nel 1864, il M. aveva fondato con mons. C. Caccia Dominioni, vicario generale e capitolare della diocesi di Milano, L’Osservatore cattolico, assumendone insieme con F. Vittadini la direzione, che mantenne fino al 1872, quando iniziò a dirigere il periodico Le Missioni cattoliche, da lui stesso fondato con il sacerdote G. Scurati.
Nonostante il primo dei due giornali si schierasse decisamente in favore della Chiesa nella polemica con lo Stato italiano sulla «questione romana», chiamando tra i suoi redattori anche il battagliero D. Albertario, il M. nei suoi rapporti con le autorità civili mantenne sempre un atteggiamento moderato, mostrandosi alieno dalla passionalità che distinse l’organo dell’intransigentismo milanese, soprattutto dopo le sue dimissioni da direttore. Anzi, su alcuni problemi che investivano i rapporti tra Stato e Chiesa in sede amministrativa, il M. si adoperò per fare opera di mediazione. Accadde, per esempio, negli anni Settanta in occasione della trasformazione del Collegio asiatico di Napoli, l’ex Collegio dei Cinesi fondato nel XVI secolo da M. Ripa e diretto dalla Congregazione della S. Famiglia di Gesù Cristo, da istituto prettamente religioso a istituto misto. Anche per questi motivi l’Istituto di S. Calocero era visto in Vaticano «con un certo sospetto, come infetto da idee liberali e nazionalistiche» (Martina, p. 417).
Per espresso volere della S. Sede il M. venne chiamato tuttavia a presiedere una pontificia commissione di vigilanza sulla stampa milanese che, nel 1878, si trovò a dover dirimere la controversia insorta fra l’Osservatore cattolico e Lo Spettatore. Lasciò tale incarico nel 1881 per dedicarsi completamente al suo Istituto, che fra l’altro nel 1880, quando il M. aveva espresso parere contrario al ritiro della missione di Hyderabad, aveva avuto nuovi contrasti con Propaganda Fide. Nondimeno l’attività del M., ormai riconosciuto come uno «stimato maestro di spiritualità, consigliere di numerosi sacerdoti in condizioni difficili» (Bressan, p. 515) venne apprezzata anche da papa Leone XIII, il quale il 24 febbr. 1882 lo nominò prelato domestico.
Pur debilitato dal 1889 da una malattia, il M. continuò a dirigere l’Istituto di S. Calocero fino alla morte, avvenuta a Milano il 27 genn. 1891.
Fonti e Bibl.: L’epistolario del M. si conserva in Roma, presso l’Archivio del Pontificio Istituto delle missioni estere, V-VIII; una parte è pubblicata in Circolari e lettere collettive dei direttori del Seminario lombardo per le missioni estere, 1850-1923, a cura di A. Bubani, Roma 2004, ad ind.; Padre e guida di missionari. Lettere di mons. Giuseppe Marinoni primo direttore del Pontificio Ist. missioni estere. 1850-1891, a cura di D. Colombo, Roma 2005. Del M. si vedano, poi, gli Scritti vari, a cura di G. Scurati, Milano 1892. E inoltre: G. Scurati, In morte di mons. G. M., Milano 1891; A. Brioschi, Un apostolo di due continenti. Vita di mons. Eugenio Biffi delle Missioni estere di Milano, Milano 1912, passim; G. Brambilla, Mons. G. M. e l’Ist. missioni estere di Milano, Milano 1926; G.B. Trigella, Le Missioni estere di Milano nel quadro degli avvenimenti contemporanei, I-III, Milano 1950-63, ad indices; G. Martina, Pio IX (1851-1866), Roma 1986, pp. 417, 606; C.M. Fiorentino, La questione romana intorno al 1870. Studi e documenti, Roma 1997, pp. 127, 136; P. Gheddo, Carlo Salerio, missionario in Oceania e fondatore delle suore della Riparazione, Bologna 2002, ad ind.; D. Colombo, Un pastore secondo il cuore di Dio. Lettere del servo di Dio mons. Angelo Ramazzotti, vescovo di Pavia e patriarca di Venezia (1850-1861), Bologna 2003, ad ind.; S. Vincenzo Pallotti profeta della spiritualità di comunione, a cura di F. Todisco, Roma 2004, ad ind.; Enc. cattolica, VIII, p. 164 (G.B. Trigella); E. Bressan, G. M., in Diz. stor. del movimento cattolico in Italia, 1860-1980, III, 2, Le figure rappresentative, Casale Monferrato 1984, pp. 514 s.