PUPPO, Giuseppe Maria.
– Violinista e compositore, nacque a Lucca nel 1749 da Pietro Santi Puppo, cuoco nel Palazzo degli Anziani del Governo, noto per la sua inventiva gastronomica (lasciò un manoscritto di ricette, datato 1784, edito nel 1849) e da madre ignota.
Carlo Gervasoni (1812) e Luigi Nerici (1879) danno la nascita al 14 febbraio. Allievo di un tal Fortini (musicista di cui è noto solo il cognome), nel 1763 passò al conservatorio napoletano di S. Onofrio, ed ebbe per maestro Saverio Carcajus. Nel 1768 ritornò a Lucca, suonando occasionalmente nelle cappelle assemblate per i servizi di chiesa. Nel 1774 fu in Scozia, per dirigere come primo violino la Edinburgh Musical Society, nella quale, nel 1776, trovò poi impiego come cantante anche sua moglie, Rebecca Gibson. Nel 1775 intraprese una tournée concertistica che lo portò a Parigi, in Spagna ein Portogallo: a Lisbona trovò la protezione dell’ambasciatore di Venezia. Nel 1777 si recò a Londra, da dove viaggiò anche per la Scozia e l’Irlanda. Nella recensione d’un suo concerto tenuto a Edimburgo nel 1782 si legge che Puppo era un secondo Franz Lamotte – il riferimento è al primo violino della Cappella imperiale di Vienna – per la scioltezza dell’esecuzione. Tra il 1780 e il 1781 si esibì anche, come violinista principale, nella stagione concertistica di Bath (sembra che nella città termale avesse suonato come prima viola già l’anno precedente).
Nel 1783 partì di nuovo per Parigi, dove nel 1789 Giovanni Battista Viotti lo chiamò come condirettore nell’orchestra del Théâtre de Monsieur, funzione che tenne, dal 1793 al 1799, anche al Théâtre de la République. Nelle stagioni 1790 e 1791 Puppo divise il ruolo di primo violino direttore d’orchestra nel Théâtre de Monsieur con Pierre La Houssaye, distinto violinista francese ch’era stato a capo dell’orchestra del Concert Spirituel e aveva lavorato con Viotti alla Salle des Suisses. Nel Théâtre de Monsieur si divisero i compiti: l’uno presiedeva l’esecuzione delle opere italiane, l’altro di quelle francesi.
Nel 1810 venne chiamato a Napoli per a far parte dapprima dell’orchestra formata per il Teatro del Fondo, poi come primo violino direttore nella nuova orchestra per gli spettacoli di parola francesi, quindi come concertino (o violino di spalla, nella terminologia ottocentesca) nell’orchestra del San Carlo. Nel 1817, dimessosi dall’orchestra – si era rifiutato di suonare per i balli, obbligo che l’impresario Domenico Barbaja gli voleva imporre nel rinnovargli il contratto –, ottenne una sovvenzione per far ritorno a Parigi. Recatosi a Firenze, grazie alla protezione di un locale amatore di musica, l’anziano musicista poté procurarsi un impiego di insegnante a Pontremoli, dove si stabilì nel 1820. Nel 1822 fece però ritorno a Firenze, riducendosi presto in miseria. Nel 1826 un generoso musicista inglese, Edward Taylor, sostenne le spese del suo ricovero in un ospizio.
Morì la mattina del 19 aprile 1827, alle 11 e ¾, nell’Ospedale di S. Maria Nuova di Firenze. L’atto di morte (Archivio di Stato di Firenze, Stato civile di Toscana, Registro dei morti relativo ad individui non toscani dell’anno 1827, volume n. 10799, atto n. 70) certifica un’età di 67 anni, invero poco credibile, a giudicare dalle vicende biografiche del musicista.
Compositore non prolifico, Puppo appartenne alla generazione di strumentisti italiani fiorita tra l’ultimo terzo del Settecento e i primi dell’Ottocento, la cui opera, fatalmente oscurata agli occhi dei posteri dai grandi ‘classici’ viennesi, attende tuttora di essere valutata in termini artistici e storiografici. Le poche opere note, dedicate specificamente al violino, testimoniano il possesso di una raffinata arte violinistica e sono rimaste a lungo nel repertorio didattico dello strumento. Pubblicate a Parigi intorno al 1799, esse si possono riassumere in tre duetti per due violini (editore Porro), otto fantasie o studi per violino (idem) e sei fantasie per violino e pianoforte (Godefroy). Sono noti inoltre per tradizione manoscritta un esercizio per violino e un capriccio per violino (Napoli 1814), quest’ultimo conservato nel Fondo Masseangeli, e indicato nel catalogo Colombani come ultimo di una (altrimenti ignota) raccolta di 18 capricci.
È rimasta celebre la definizione che Puppo, stando al dizionario di Choron-Fayolle (1811), avrebbe dato di Luigi Boccherini, apostrofato come «la moglie di Haydn»: un giudizio puntuto, anche ingeneroso, visto l’impegno che profuse in suo favore il più noto concittadino, quando lo raccomandò per il posto di direttore musicale alla corte di Lisbona, come testimonia una lettera di Boccherini stesso a Ignaz Pleyel del 20 giugno 1799 (Rothschild, 1962).
Fonti e Bibl.: Lucca,Istituto musicale Luigi Boccherini, Fondo Puccini. Nomi, cognomi, e patria, sì de’ cantori che de’ suonatori quali sono intervenuti alle nostre funzioni della musica di S. Croce nel presente anno, III (1761-1779), ad annum (cfr. in particolare 13-14 settembre 1768); Lucca, Archivio di Stato , Legato Cerù, 171.1:M. Puccini, Della musica in Lucca … Discorso letto alla R. Accademia lucchese nella tornata del 5 giugno 1863; Archivio di Stato di Firenze, Stato civile di Toscana, Registro dei morti relativo ad individui non toscani dell’anno 1827, volume n. 10799, atto n. 70.
A. Choron - F. Fayolle, Dictionnaire historique des musiciens, artistes et amateurs morts ou vivans, Paris 1811, ad vocem; C. Gervasoni, Nuova teoria di musica, Parma 1812, pp. 242 s.; L. Picchianti, G. P., in Gazzetta musicale di Milano, 8 dicembre 1850; L. Nerici, Storia della musica in Lucca, Lucca 1879, p. 284; Catalogo descrittivo degli autografi e ritratti di musicisti lasciati alla Reale Accademia Filarmonica di Bologna dall’abb. Masseangelo Masseangeli, a cura di F. Parisini - E. Colombani, Bologna 1896, p. 307; Proceedings of the Royal Philosophical Society of Glasgow, 1941-1945, nn. 66-69, pp. 102, 106; G. de Rothschild, Luigi Boccherini. Sa vie, son œuvre, Paris 1962, p. 163; L. Leneman, “Disregarding the matrimonial vows”: divorce in eighteenth and early nineteenth-century Scotland, in Journal of social history, 1996, n. 30, 2, p. 476; S. McVeigh, Italian violinists in eighteenth-century London, in The eighteenth-century diaspora of Italian music and musicians, a cura di R. Strohm, Turnhout 2001, pp. 151, 172; C. Corsi, Un’«armonia competente». L’orchestra dei teatri reali di Napoli nell’Ottocento, in Studi verdiani, 2002, n. 16, pp. 36 s.; M.A. Marin, «Par su grâce naïve et pour ainsi dire primitive»: images of Boccherini through his early biographies, Boccherini Studies, a cura di C. Speck, I, Bologna 2007, pp. 289 s.; W. Lister, Amico. The life of Giovanni Battista Viotti, Oxford 2009, pp. 105, 134, 147; F. Guidotti, «Musiche annue ed avventizie» in una città d’antico regime. Lucca al tempo dei primi Puccini, Lucca 2012, pp. 68 s. , 531 s.; P.F. Rice, Venanzio Rauzzini in Britain. Castrato, composer, and cultural leader, Woodbridge 2015, pp. 86, 97-99.