FOPPA, Giuseppe Maria
Nacque a Venezia il 12 luglio 1760 da Girolamo e da Giulia (non se ne conosce il casato). Dopo gli studi compiuti nella sua città, si impegnò come archivista al servizio di famiglie patrizie veneziane. Fin dagli anni della prima giovinezza si cimentò, senza grande fortuna, nella composizione letteraria, sia in versi sia in prosa (gli si attribuiscono i romanzi L'innamorato, Le memorie del marchese d'Astorgo e Clersi, rispettivamente del 1776, 1778 e 1779) - Ma fu l'interesse musicale del padre, violinista dilettante, e la presenza frequente nella casa paterna di strumentalisti e di cantanti che lo indussero a intraprendere gli studi di canto presso il conservatorio cittadino, dove sembra iniziasse a comporre testi per cantate. Strinse ben presto buoni rapporti con personaggi del mondo musicale e teatrale veneziano: fra questi egli stesso ricorderà quel Carlo Gozzi, di cui poi fu considerato, probabilmente a torto, buon imitatore.
Da allora la sua attività in quel campo si svolse in modo intenso e incessante nel corso di quasi trent'anni. Seppe produrre così un numero davvero notevole di "drammi", sia seri, sia, soprattutto, giocosi, che furono portati in quegli anni sulle scene veneziane dei teatri S. Moisè e S. Benedetto, poi a Milano, al teatro alla Scala, e ancora in altri importanti teatri sia italiani - da Pavia a Bologna, Firenze, Roma, Napoli - sia stranieri, come Vienna, dove nel 1799 andò in scena l'opera Paolo e Virginia di A. Tarchi e l'anno seguente Poche ma buone ossia Le donne cambiate di F. Paer, e Lisbona, dove nel 1804 fu rappresentato Teresa e Claudio di G. Farinelli (G.F. Finco). Proprio a Lisbona, presso il teatro S. Carlo, il F. lavorò come direttore di scena per la stagione 1797-98. Scrisse per gli operisti che godevano allora in Italia del maggior successo, come per esempio S. Mayr o S. Pavesi o il Farinelli e il Paer, F. Gardi e S. Nasolini, M. Bernardini, P. Generali e altri.
Il successo di pubblico, quando arrivò, fu tuttavia sempre segno di omaggio più alla parte musicale che non a quella letteraria, che era fin troppo nutrita di temi e di situazioni ormai lungamente sfruttati perché potesse riscuotere davvero un autentico interesse. Questo va detto anche per i libretti forse più ambiziosi, come Giulietta e Romeo, scritto nel 1786 per la musica di N. Zingarelli, ovvero per i libretti di maggior fortuna di pubblico, come quelli che il F. scrisse per le musiche rossiniane de L'inganno felice, per esempio, o de Il s'or Bruschino, andate in scena a Venezia nel 1813 e nel 1814, e più volte replicati. Si tratta di libretti di non grande valore, al pari degli altri, sotto il profilo sia del meccanismo narrativo sia della resa espressiva dei versi, e dei quali, se qualcosa può essere salvato, è piuttosto quella certa correttezza linguistica del testo, che è sicuramente apprezzabile in confronto alla frequente trascuratezza di cuì i librettisti avevano dato prova.
La critica comunque non esitò a denunciare la generale mediocrità dei testi sì che il F. andò via via limitando la propria attività, dedicandosi all'impegno di cancelliere presso il tribunale di Pace di Murano, dal quale fu dispensato, dopo un trasferimento a Venezia nel 1830, otto anni più tardi, allorché venne mandato in pensione.
Degli anni della vecchiaia è da ricordare un breve testo autobiografico, in cui l'autore volentieri sorvola sulle alterne vicende che, fra la discesa di Napoleone prima e il ritorno austriaco poi, avevano segnato la storia italiana di quegli anni, e delle quali il F., con buona dose di calcolo o di indifferenza, aveva ogni volta saputo in qualche modo profittare.
Il F. morì a Venezia il lo marzo 1845.
Per l'elenco cronologico delle spese per le quali il F. fornì i libretti si rimanda al New Grove Dictionary of Opera, II, pp. 255 S. Scrisse inoltre: Masenzio, tragedia, Roma 1803. Nel 1840 pubblicò a Venezia le sue Memorie storiche, cui fece seguito nel 1842 un'Appendice.
Bibl.: P. Napoli Signorelli, Storia critica de' teatri antichi e moderni, VI, Napoli 1790, p. 238; E. Masi, Sulla storia del teatro ital. nel sec. XVIII, Firenze 1891, pp. 153 s.; L. Miragoli, Ilmelodramma italiano nell'Ottocento, Roma 1924, pp. 76 ss.; G. Radiciotti, Gioachino Rossini, I, Tivoli 1927; Storia dell'opera, III, Torino 1977, pp. 171 ss.; E. Zanetti, in Die Musik in Geschichte und Gegenwart, IV, Kassel-Basel 1955, pp. 503 s.; The New Grove Dict. of music and musicians, VI, p. 702; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, II, p. 799; The New Grove Dietionary of Opera, II, pp. 254 ss. (con elenco cronologico completo dei libretti e ulteriore bibliografia).