MEDICI, Giuseppe Maria
de’. – Figlio di Ottaviano e di Maria Teresa de’ Mari, dei principi di Acquaviva, nacque a Ottaiano (oggi Ottaviano) il 10 dic. 1688.
La madre morì subito dopo la sua nascita e, per le continue assenze del padre, alto ufficiale dell’esercito borbonico impegnato su più fronti durante la guerra di successione spagnola (1701-14), il M. visse con il nonno Giuseppe, tra Napoli e il feudo di Ottaiano.
Nel 1707 il Regno di Napoli fu conquistato dalle armate imperiali e Carlo VI d’Asburgo ne divenne sovrano. Fu un duro colpo per quelle famiglie dell’aristocrazia napoletana che avevano sostenuto il candidato francese, Filippo d’Angiò, alla successione sul trono di Spagna, e tra questi i Medici di Ottaiano che erano stati tra i più fedeli fautori del partito franco-ispanico. Il M., tuttavia, con un contrastato cambio di rotta, si schierò a fianco degli Asburgo d’Austria, mettendosi a loro disposizione, mentre il padre continuava a combattere nelle fila dell’esercito borbonico, e quindi sul fronte opposto, morendo in battaglia ad Almenara nel luglio 1710.
Dietro la decisione del M. vi furono forti pressioni da parte del granduca di Toscana CosimoIII che, dopo aver sostenuto i Francesi, pur osservando un’apparente neutralità, si era avvicinato agli Austriaci nel tentativo di risolvere la spinosa questione che si stava delineando intorno alla successione nel Granducato di Toscana. Appariva, infatti, sempre più remota la possibilità che il figlio di Cosimo III, Gian Gastone, potesse avere una discendenza e, appellandosi alla bolla papale di Pio V del 27 ag. 1569 e al successivo diploma imperiale di Massimiliano II del 26 genn. 1576, Cosimo III rivendicava la possibilità che la corona granducale passasse al ramo più vicino per discendenza agnatizia, in caso di estinzione del ramo primogenito dei Medici. Tale possibilità non era, tuttavia, riconosciuta dall’imperatore Carlo VI che, in forza del diritto imperiale, riteneva di poter disporre del Granducato in caso di estinzione della linea successoria diretta dei Medici. Agli inizi del XVIII secolo il ramo agnato più vicino era rappresentato proprio dai principi di Ottaiano e Cosimo III, avvicinando il M. al partito austriaco, voleva accreditare il M. presso la corte imperiale, rendendolo gradito a Carlo VI.
Nel 1719 il M., divenuto frattanto principe di Ottaiano e duca di Sarno, a seguito della morte del padre e del nonno Giuseppe, si recò a Vienna al fine di difendere le sue pretese sul trono granducale, ma ottenne solo vaghe promesse, anche perché nel moltiplicarsi delle trattative e delle ipotesi di accordo Cosimo III, pur di mantenere l’autonomia della Toscana, aveva deciso di restituire Firenze a un regime repubblicano a patto che l’Austria rinunciasse al Granducato. Tuttavia, la corte viennese approfittò della disponibilità del M., che le dava la possibilità di acquisire al proprio servizio un esponente di prestigio della maggiore nobiltà napoletana, e nel 1720 gli conferì la nomina di primo generale dell’armata imperiale e di ministro plenipotenziario dell’imperatore per ricevere dagli Spagnoli il possesso della Sardegna e consegnarla ai Savoia.
Nel 1718 il M. si era intanto unito in matrimonio con Anna Caetani, dei duchi di Sermoneta, seguendo la tradizione familiare che aveva visto i Medici stringere legami con le più rappresentative famiglie del Regno di Napoli e dello Stato della Chiesa. Dal matrimonio nacquero cinque figli: Diana, Francesco (morto in fasce), Michele, Francesca, Costanza. Diana e Francesca presero i voti e Costanza fece un ottimo matrimonio con E. Pignatelli, duca di Monteleone. A testimonianza degli stretti legami che univano i due rami della famiglia Medici, Michele, futuro principe di Ottaiano, ebbe come padrini Gian Gastone de’ Medici, che alla morte del padre (1723) era divenuto granduca di Toscana, e la sorella Anna Maria Luisa.
Nel 1733 la situazione politica internazionale tornò a farsi critica e i problemi legati alla successione al trono di Polonia provocarono una nuova guerra europea. Il 28 marzo dell’anno successivo l’infante di Spagna, Carlo di Borbone, a capo di un consistente esercito si diresse alla volta del Regno di Napoli. Nello stesso anno il M. ricevette dall’imperatore l’incarico di vicario della provincia di Salerno e generale di battaglia, con lo specifico compito di difenderne il territorio dalle truppe nemiche. Tuttavia il Regno di Napoli venne conquistato da Carlo di Borbone. Intanto, nel 1735, segrete intese di pace tra la Francia e l’imperatore Carlo VI indicarono come probabile soluzione della guerra di successione polacca la cessione del Granducato di Toscana a Francesco Stefano di Lorena, genero di Carlo VI, per compensare la sua rinuncia alla Lorena, assegnata a Stanislao di Polonia.
Il 9 luglio 1737 Gian Gastone morì senza eredi e, sebbene Francesco Stefano di Lorenzo fosse stato investito del Granducato fin dal gennaio di quell’anno, il M. assunse per diritto pontificio il titolo di principe di Toscana e si recò a Firenze, dove rimase a lungo avanzando formalmente le sue pretese sul Granducato. Nello stesso tempo presentò una protesta al Consiglio di reggenza di Firenze per rivendicare i beni allodiali di Gian Gastone. Erano beni della famiglia, di cui una parte consistente era costituita da un fedecommesso di papa Clemente VII de’ Medici, con il vincolo che nella proprietà sarebbe subentrato, di volta in volta, il maschio agnato prossimo. Vi era anche un cospicuo lascito fatto da papa Leone XI quando era ancora, a Firenze, il cardinale Alessandro di Ottaviano de’ Medici, che aveva nominato erede universale Alessandro, figlio primogenito di Bernardetto, il primo Medici signore di Ottaiano, stabilendo la trasmissione ai primogeniti legittimi. L’atto di protesta fu respinto dal Consiglio di reggenza, così come l’invasione della Toscana da parte delle truppe imperiali rese del tutto velleitarie le rivendicazioni del M. sul Granducato.
Ritiratosi a Napoli, il M. non tornò più a Firenze, ma continuò la sua battaglia legale per ottenere i beni allodiali della famiglia, mentre si indeboliva la sua presenza sulla scena politica del Regno di Napoli. Nel 1740 Carlo di Borbone lo nominò cavaliere del Real Ordine di S. Gennaro.
Il M. morì a Livorno in circostanze misteriose il 18 febbr. 1743.
Fonti e Bibl.: Roma, Palazzo Lancellotti, Archivio Medici di Ottaiano, Rubrica 1, sez. 1.1; sez. 2, artt.15.9, 21.15; Protesta presentata dal principe di Ottaiano al Consiglio di reggenza in Firenze, Firenze 1738; B. Tanucci, Epistolario, a cura di R.P. Coppini - L. Del Bianco - R. Nieri, I, 1723-1746, Roma 1980, pp. 288 s.; G. Manno, Storia di Sardegna…, IV, Torino 1827, nn. 1623 s., 1635; O. de’ Medici di Toscana di Ottajano, Storia della mia dinastia, Firenze 2001, pp. 229-237; P. Litta, Le famiglie celebri italiane, s.v. Medici di Firenze, tav. XX.
F.F. Gallo