BOSCHI, Giuseppe Maria
Non si conoscono di lui né il luogo (Napoli per alcuni, Viterbo per altri), né le date di nascita e di morte; sposò il contralto Francesca Vanini che fu cantante di valore e applaudita interprete in rappresentazioni liriche. Il nome del B., che cantava come basso, si inserisce ai primi del '700 fra i più cospicui rappresentanti della scuola vocale italiana insieme con G. Grimaldori detto Nicolino, F. Cuzzoni, G. Carestini, G. Guadagni e F. Bernardi di detto il Senesino. Nel 1707 lo troviamo a Venezia, dove, al Teatro S. Cassiano, cantò in opere di F. Gasparini e di A. Lotti e nel coro di S. Marco. Sempre a Venezia, nei due anni successivi partecipò alle rappresentazioni del Teatro S. Giovanni Crisostomo dove, fra l'altro, cantò, nella parte di Pallante, nella prima trionfale esecuzione dell'Agrippina di Haendel (26 dic. 1709), il quale forse nell'anno precedente, a Napoli, aveva composto per lui la cantata Nelle africane selve e la parte di Polifemo nell'altra cantata giovanile Aci,Galatea e Polifemo. Nel 1710 il B. appare a Londra per cantare all'Opera italiana nel L'Idaspe fedele di F. Mancini e nell'anno successivo nell'Etearco del modenese G. Bononcini. Il 24 febbr. 1711 nel Rinaldo di Haendel il B. cantò nella parte di Argante rivaleggiando con successo con il cantante Nicolino nella veste del protagonista. In tale opera, che è la prima rappresentata da Haendel a Londra al teatro di Haymarket, prese parte anche la moglie, nel ruolo di Goffredo. Nell'autunno del 1713 ritornò a Venezia dove cantò al Teatro S. Giovanni Crisostomo in opere di C. F. Pollarolo e di A. Lotti il quale, dopo aver dominato per anni le scene veneziane portandovi cantori di alta fama, fu autorizzato nel luglio del 1717 a recarsi a Dresda per comporvi una opera e a condurre con sé, tra gli altri, il Boschi. Il Lotti, divenuto maestro di cappella a Dresda, tenne con sé il B. fino al 1719, anno in cui Haendel fece un viaggio in Germania allo scopo di scritturare un certo numero di cantanti per la Royal Academy of Music, da lui fondata a Londra con l'aiuto della corte per risollevare dal decadimento la vita musicale di quella città. Si celebrava in quell'anno il matrimonio dell'elettore con l'arciduchessa Maria Giuseppina d'Austria e poiché per l'occasione molti musici vi erano convenuti, Haendel ne approfittò per scritturare, tra gli altri, i cantanti italiani B. Baldassarri, il Senesino, M. Berselli e il Boschi. Nel 1720 inizia il periodo londinese del B. e la fortuna del cantante, il quale lega il suo nome a quello di Haendel nei successi delle sue maggiori opere. Tra il 1720 e il 1728 il B. interpreta, tra l'altro, opere di Haendel (Radamisto,Floridante,Giulio Cesare,Tamerlano,Rodelinda,Scipione,Alessandro,Riccardo I,Siroe,Tolomeo), di Bononcini (Astarte,Crispo,Farnace,Calfurnia,Astianatte), di Ariosti (Caio M. Coriolano,Vespasiano,Il Dario,Lucio Vero,Teuzzone), di G. M. Orlandini (Arsace) e di L. Vinci (Epidia).
Il 1º giugno del 1728 con l'Admeto il teatro di Haymarket era costretto a chiudere i battenti per gravi difficoltà finanziarie e il B. tornava in Italia, a Venezia, dove, al Teatro S. Giovanni Crisostomo, nell'autunno del 1727 cantava nella prima rappresentazione dell'Ezio di N. Porpora e, nel 1729, nella Semiramide riconosciuta dello stesso e nell'Onorio di F. Ciampi. Da quest'epoca cessano le notizie sulla vita e sull'attività del Boschi. Troviamo un riferimento al suo carattere e alle sue qualità vocali in una nota alla satira inglese di J. Miller, Harlequin Horace: or the art of modern poetry, del 1735 (la prima edizione, del 1731, uscì anonima), diretta contro il gusto prevalente per le arlecchinate, che rappresenta il B. come un basso poderoso che soleva svegliare gli ascoltatori sonnacchiosi con la potenza della sua formidabile voce.
Il B. fu il più grande basso del suo tempo. Haendel valorizzò le sue qualità sceniche e vocali affidandogli parti di grande impegno e difficoltà fino allora sconosciute, che il B. superò con successo e padronanza, fronteggiando agevolmente la complessità dell'accompagnamento orchestrale. Notevole fu l'estensione vocale del B. che riusciva a raggiungere salti di due ottave e mezzo.
Fonti eBibl.: Ch. Burney, A general history of music from the earliest age to the present period, IV, London 1789, pp. 213 s., 261, 276; F. Caffi, Storia della musica sacra nella già Cappella ducale di San Marco in Venezia dal 1318 al 1797, I, Venezia 1854, pp. 342 s.; M. Fürstenau, Zur Geschichte der Musik und des Theaters am Hofe zu Dresden, II, Dresden 1862, pp. 136, 142, 144, 154; T. Wiel, I teatri musicali venez. del Settecento, Venezia 1897, passim (cfr. Indice, p. 559); S. Fassini, Il melodramma italiano a Londra nella prima metà del settecento, Torino 1914, passim (cfr. Indice, p. 184); O. E. Deutsch, Handel. A documentary biography, London 1955, passim (cfr. Indice, p. 899); W. Barclay, Catalogue of the King's Music Library, parte 1, The Haendel manuscripts, London 1927, pp. 32, 36, 77, 81; G. Grove's Dict. of Music and Musicians, I, London 1954, pp. 828 s.; Enc. dello Spett., II, col. 867.