BONZANIGO, Giuseppe Maria
Figlio di Giorgio Patrizio (attivo in Asti come intagliatore in legno e costruttore d'organi) e di Giovanna Margherita Burzio, nacque ad Asti il 6 sett. 1745 (Schede Vesme, p.160). Apparteneva a famiglia di intagliatori in legno e costruttori d'organi, probabilmente di origine lombarda o ticinese, che si stabilì in Piemonte nel sec. XVIII. Formatosi presumibilmente nella bottega paterna, la probabile parentela con l'ebanista P. Piffetti avvalorerebbe un alunnato del B. presso di lui. Nelle Schede Vesme sono pubblicati i numerosi documenti dai quali può essere ricostruito molto facilmente il curriculum del Bonzanigo.
Compare nei conti della Real Casa (Archivio di Stato di Torino) per la prima volta nel 1773, e si presume quindi che da quell'anno egli fosse residente a Torino; l'anno dopo entra a far parte della Compagnia di S. Luca. Negli anni 1775, 1776, 1778, 1783-1788, 1790-1798 compare nei pagamenti della Real Casa per lavori di disegno e intaglio per il palazzo reale di Torino, per Moncalieri, per Stupinigi: i lavori consistono in cornici, paraventi, "taboretti", mobili vari, sovrapporte. Nel 1788 viene pagato per lavori nella cappella della Pia Congregazione dei mercanti e banchieri di Torino (Bernardi, 1964). Il 3 apr. 1787 Vittorio Amedeo III lo nomina "nostro scultore in legno..., coll'annuo stipendio di lire duecento" (Arch. di Stato di Torino, Controllo) e il 28 sett. 1792 gli accorda un aumento per dargli "una dimostrazione del particolare... gradimento per le opere... eseguite nei nostri appartamenti..." (Schede Vesme). Il22 aprile 1793 venne eletto all'unanimità accademico d'onore dell'Accad. Clementina di Bologna (Bologna, Accad. di Belle Arti, Atti dell'Acc. Clementina,ad annum, c. 193). Il 12 febbr. 1794 il B. fece testamento lasciando eredi universali le sue quattro nipoti; nello stesso anno ricevette 1.000 lire per "15 scherzi piramidali fatti in servizio della cappella della SS. Sindone" (Arch. di Stato di Torino, Real Casa).
Da un opuscoletto stampato a Torino nel 1803 (Schede Vesme)risulta che il "cittadino" B. aveva avuto gratuitamente dal governo un locale ad uso galleria e studio - casa dell'Ateneo, già di S. Francesco di Paola, sezione del Po - "provveduto di considerevoli fondi, consistenti in una copiosa collezione d'intagli e di camei, di preziose stampe, di ottimi disegni, e di una analoga biblioteca"; il B. stesso proponeva di convertire questo "stabilimento" in società per azioni, al fine di formare allievi e studiosi nell'arte dell'intaglio. Il 21 luglio 1804 nell'Accademia subalpina di Torino vengono esposti oggetti artistici del B., tra i quali ritratti di V. Alfieri,Ferdinando La Villa,Edoardo Calvo, incisioni in legno (Schede Vesme).
Nel 1806 esegue per l'imperatrice Giuseppina dodici medaglioni con ritratti in legno; due anni dopo è presente al Salon di Parigi con un ritratto virile in avorio, e nel 1811 esegue un medaglione col ritratto dell'Imperatrice Maria Luisa in avorio su fondo d'ebano con emblemi e figure allegoriche (Parigi, Louvre; v. Hubert, La sculpture..., e Les sculpteurs...).
Ad un'esposizione artistica industriale, tenutasi a Torino nel 1812 per l'onomastico di Napoleone, l'artista espose pezzi in avorio e legno, tra i quali un Apollo ed una Minerva. Dovendonel 1815 lasciare i suoi locali gratuiti, ottenne dal re di Sardegna "l'aumento di lire 250 sullo stipendio" (a cui ne seguì un altro nel 1819). Il 2 luglio 1816 affittò un appartamento dai "molto Reverendi Padri della Congregazione dell'Oratorio, detti di San Filippo" (SchedeVesme).
Il 18 dic. 1820 "Bonzanigo Giuseppe Maria..., nubile, di Asti, muore in casa dei Reverendi Padri dell'Oratorio di San Filippo"(Schede Vesme, pp. 164 s.); per errore è indicato qui come figlio di Anna Felice Ghidella, che invece era la prima moglie di suo padre.
Il necrologio, apparve sulla Gazzetta piemontese del 23 dic. 1820 (Schede Vesme, p.165) con ampi elogi al "fondatore d'una rinomata officina": vasta fu infatti la sua produzione artistica e molti gli allievi usciti dal suo laboratorio.
Nelle Schede Vesme (pp. 168-171) è pubblicato il Catalogo dei quadri di scultura esistenti nella Galleria del defunto signor Bonzanigo (l'originale è nell'Arch. del Comune di Asti), ricco di centocinquantacinque numeri.
La maggior parte dei critici tende giustamente a esaltare l'attività del B. nel campo dei mobili e dell'arredamento in genere, mentre considera più artigianale e meno felice, benché finitissima e minuziosa, quella dell'intaglio di cornici, quadretti, composizioni allegoriche con ritratti, ecc. Le opere del B. non sono datate, ma talune sono firmate. E se i documenti ci permettono di seguirlo anno per anno nei suoi lavori, non ci aiutano purtroppo che raramente alla loro identificazione.
Nella palazzina di caccia di Stupinigi sono conservate numerosissime opere del B. e della sua scuola; tra le più notevoli ricordiamo: quattro specchiere da cassettone, in legno intagliato, dorato e vivacemente colorato, di straordinaria ricchezza di ornati (intorno al 1782: Gabrielli, ill. 127); uno stipo-scrivania-libreria, minuzioso, ma ricco di grazia e con richiami alle opere francesi contemporanee (ultimo quarto sec. XVIII: Gabrielli, ill. 89); una coppia di tavoli a muro laccati di bianco, azzurro e oro, con ricchissimi intagli e cammei su fondo azzurro (1787: Gabrielli, ill. 115); una coppia di divani con dodici sgabelli (1780 circa: Gabrielli, ill. 136); un paravento a sei ante (in servizio con due divani e dodici sgabelli) con "raffinatissime cornici a girali riportati su fondo di vetro azzurrino" (1786 circa: Gabrielli, ill. 167).
Tra le opere del B. conservate a Torino a palazzo reale, ricordiamo lo splendido parafuoco in legno dorato con medaglione-ritratto di Vittorio Amedeo III, di carattere ancora settecentesco, come la poltrona con braccioli a sbalzo, dorata, finemente lavorata, nella sala della colazione; le molte sedie, tavoli, cassettoni anticipanti i più tipici aspetti dell'impero. Bellissimi, sempre a palazzo reale, un paravento dorato a figurine dipinte, elegante nella sobrietà delle sue linee, e due angoliere dorate a fondo azzurro e giallo (inedite).
Ammirevoli le decorazioni lignee parietali o di specchiere o di imposte, porte e sovrapporte al secondo piano del palazzo reale, nel castello di Rivoli (qui forse con aiuti) e a Stupinigi (dove sono documentati anche con disegni - conservati nell'Archivio dell'Ordine mauriziano a Torino - i lavori del 1782 e 1786).
Di una "lindezza asciutta", di un decoro "modesto", ma piacevoli sono tuttavia anche alcuni lavori minimi, quali medaglioncini, piccole composizioni in legno, avorio e pietre dure. con paesaggi, fiori, frutta, insetti, ritrattini, teste dall'antico eseguite per monili, scatolette, ecc. Ricca collezione è al Museo Civico di Torino (vedine l'inventario). Sue opere sono pure all'Accademia Albertina di Torino o presso privati (Biella, Venezia, ecc.).
Esempio notevole di questa produzione minore è il "trofeo storico e militare" eseguito dal B. intorno al 1805 (Torino, Museo Civico).
Classicista è l'arte del B. che ricorre a motivi "dall'antico" senza rinunciare tuttavia a elementi barocchi. Intende i mobili come architettura nitida pur arricchendoli con decorazioni varie. I ricchi ornati non soffocano infatti mai l'ossatura dello schema compositivo sempre logico, preciso. Conosce certamente il Piffetti, nonostante i quarantacinque anni di differenza di età, né forse gli è estraneo il Lalatte; spiccata è pure la conoscenza del gusto francese che sente profondamente (in questo ambito sta la produzione migliore). Prodigioso tecnico nell'intaglio ligneo, dal gusto classicheggiante del tardo settecento, passa poi al neoclassico vero e proprio, aprendo così la via agli stessi artisti albertini.
Fonti e Bibl.: Schede Vesme, I, Torino 1963, pp. 160-171; M. Paroletti, Turin et ses curiosités, Torino 1819, pp. 307, 375 ss.; G. Casalis, Diz. stor.,statistico... degli Stati di S. M. il Re di Sardegna, Torino 1847, XVI, p. 387; P. Giusti, Di G. M. B.... Brevi notizie, Torino 1869; G. Claretta, I Reali di Savoia munifici fautori delle arti, Torino 1893, pp. 244 s.; N. Gabiani, G. M. B. da Asti..., Torino 1920; A. Midana, L'arte del legno in Piemonte nel Sei e Settecento, Torino 1925, p. XXII, figg. 457 ss.; T. Maggiora Vergano, Nuove opere dell'insigne scultore astigiano G. M. B…, Torino 1935; A. Pedrini, Il mobilio,gli ambienti,le decorazioni nei secc. XVII e XVIII in Piemonte, Torino 1953, figg. 31, 134, 386; R. Carità, Opere di G. M. B., in Boll. d'arte, XXXIX (1954), pp. 178-181; G. Morazzoni, Il mobile neoclassico italiano, Milano 1955, pp. 17 ss.; M. Bernardi, La palazzina di caccia di Stupinigi, Torino 1958, passim;Id., Il Palazzo Reale di Torino, Torino 1959, passim; L. Mallè, Le arti figurative in Piemonte, Torino 1961, pp. 362, 364 s., 425 s.; M. Viale, Mobili e intagli, in Mostra del Barocco piemontese, Torino 1963, III, pp. 25 s., tavv. 74-77, 102-105, 210-214, 236 s., 263, 312; G. Hubert, La sculpture dans l'Italie napoléonienne, Paris 1964, p. 310; Id., Les sculpteurs italiens en France sous la Révolution,l'Empire et la Restauration..., Paris 1964, pp. 17, 157; M. Bernardi, Barocco Piemontese, Torino 1964, p. 108, tav. XV; N. Gabrielli, Museo dell'arredamento Stupinigi, Torino 19056, pp. 68 note 109 s., p. 47-149, ill. 83-166 passim (con ult. bibl.); Museo Civico di Torino, L. Mallé, Smalti - Avori del museo d'arte antica (cat.), Torino 1969, pp. 344 s., 345 s.; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, IV, p. 330.