MANNI, Giuseppe
Scrittore, nato il 20 agosto 1844, a Firenze, ivi morto il 21 gennaio 1923. Entrò nelle Scuole Pie e si fece sacerdote nel 1868 attendendo sempre all'insegnamento delle lettere; timidezza, incertezza, in quella sua molta bontà, lo tenevano il più possibile lontano da tutto ciò che non rientrasse nei suoi precisi doveri. E così anche nella vita intima, che traspare con dignità da alcuni suoi versi, ma non vi è mai asserita ed esposta. Esercitò per tali qualità e per la sua bravura didattica un'azione benefica su molti, tanto che alcuni vennero talvolta a confondere le virtù dell'uomo con quelle dell'arte sua. Ma, riconoscendolo un seguace del Carducci, e partecipe dapprima della maniera, oltre che carducciana, marradiana, nei metri e ogni tanto nel frasario (perfino con echi troppo forti) si deve notare e lodare in lui una non infrequente accensione patriottica, civile, religiosa, per cui si espresse anche in modi, se non di possente originalità, personali. Sempre con bella armonia, sempre con dicitura forbita e spesso anche elegante, nelle poesie e nelle epigrafi, che hanno del poetico, riuscì a effetti insigni nel propugnare e nel formulare sentimenti e concetti elettissimi. In un grado assai minore dello Zanella e del Tommaseo poeta, di cui scrisse in una delle sue prose migliori, rimarrà nella storia letteraria dell'Ottocento italiano anche come un cospicuo rappresentante dell'aspirazione di tanti, che affrettarono con sospiri, voti, augurî, l'accordo tra la chiesa di Roma e il nuovo stato italiano. Ciò nelle forme di un ben temprato classicismo messo a servizio di una idealità che davvero scaldando l'artista lo fece, nei suoi migliori momenti, poeta.
Cominciò con Rime (Firenze 1884; di cui una nuova edizione emendata diede a Firenze, 1900); proseguì, con maggior libertà di movenze, nelle Nuove rime (Firenze 1903); da ultimo diede Novissima (Firenze 1917). Con prefazione di E. Pistelli uscirono le Poesie scelte (Firenze 1924). Due volumi d'iscrizioni Cari morti (Firenze 1909), Ricordi (Firenze 1918) gli confermarono la reputazione di valentissimo epigrafista.
Bibl.: R. Fornaciari, Fra il nuovo e l'antico, Milano 1909, p. 303 segg.; E. Pistelli, Il padre M., Firenze 1923; G. Rosadi, Il padre M., Firenze 1923; G. Mazzoni, L'Ottocento, 2ª ed., Milano 1933.