MALERBI, Giuseppe
Nato a Lugo di Romagna il 22 ott. 1771 da Pier Crisologo e da Rosa Locatelli, ebbe istruzione localmente nel collegio Trisi e presso le scuole dei domenicani. A tali studi affiancò anche quelli musicali: dal 1783 come allievo di Giovan Battista Vitali (dal 1763 al 1792 maestro di cappella alla collegiata dei Ss. Petronio e Prospero, la più importante chiesa lughese), e più tardi di don Angelo Tesei a Bologna. Nel 1788 divenne organista di S. Francesco, nella città natale. Lasciò questo incarico al fratello Luigi nel 1792, quando subentrò a Vitali alla guida della cappella della collegiata, della quale divenne anche canonico, abbracciata nel frattempo la carriera ecclesiastica.
Di quell'istituzione tenne la responsabilità fino alla morte, garantendone l'efficienza e la qualità. Personaggio di spicco del clero locale (fu anche esaminatore prosinodale della curia imolese), il M. fu ancor più rinomato come musicista e didatta. Oltre che a Lugo, lavorò eccezionalmente anche a Bologna (nel 1804 aveva ottenuto l'indispensabile aggregazione all'Accademia filarmonica), e altrove.
"Nelle più solenni date religiose ed anche civili eseguisce di proprio a grande orchestra, Messe, Vesperi, Suonate, Sinfonie, Concerti [(] Fra questi uno straordinario Concerto ad organo con piena orchestra nell'insigne Collegiata di Lugo al tempo della Repubblica Cisalpina per le storiche Rogazioni del 10 maggio 1801. Un Te Deum parimenti a grande orchestra in S. Petronio di Bologna per la solenne incoronazione di Napoleone i a re d'Italia [1805]. [(] Una messa idem a 4 voci per le insigni onoranze alla porpora dell'em.mo cardinale Francesco Bertazzoli (1823)" (Malerbi, p. 4).
Nel 1825 il M. fu nominato maestro presso la cattedrale di Spoleto, ma lasciò cadere l'offerta. Nel 1843 ottenne l'aggregazione all'Accademia romana di S. Cecilia.
Il M. tenne anche scuola di musica: per la Confraternita del Corpus Domini, e privatamente. Tra gli allievi spiccano il lughese Antonio Chies (poi cantore della Cappella Sistina) e soprattutto Gioacchino Rossini.
A Lugo, patria del ramo paterno e dove si era trasferita la sua famiglia, il decenne Gioacchino ebbe le prime regolari lezioni di musica proprio dal M. (i rudimenti li aveva avuti certamente dai genitori, entrambi musicisti). Fino ai primi del Novecento gli eredi di quest'ultimo ancora conservavano il clavicembalo tedesco su cui Rossini adolescente si era esercitato "quotidianamente" (lettera a Luigi Grisostomo Ferrucci, nipote del M., del 18 ott. 1868), e il "voluminoso libro di scartafacci di cui [il M.] si serviva per gli appunti e per gli esempi onde apprendere ai suoi scolari i principi musicali". Vi era annotato: "Così pure nel 1802 imparò a suonare il 2 Maggio Giovacchino Rossini di Lugo" (Toni, pp. 275 s.).
Di supporto a tale attività, oltre che alla propria formazione, era anche la ricchissima biblioteca musicale del M. e del fratello Luigi. Oggi dispersa, essa si poteva ammirare ancora ai primi del Novecento: "Sono tuttora presso gli eredi Malerbi, splendide edizioni delle opere di Mozart, Händel, Bach, Gluck, Haydn e di tutti, o quasi tutti, i nostri classici" (ibid., p. 277).
In questo periodo lughese, durato fin verso il 1804, Rossini imparò a praticare la tastiera - anche in funzione del basso continuo - e soprattutto il canto, in quanto i genitori pensavano di avviarlo proprio alla remunerativa carriera di cantante: grazie a quella biblioteca, ebbe poi modo di accostarsi a tali classici. Anche in seguito Rossini mantenne significativi legami col suo vecchio maestro, come testimoniano gli autografi delle sue prime composizioni sacre presenti nella biblioteca del Malerbi.
Nel 1811 il Consiglio comunale lughese approvò la proposta, avanzata da "alcuni giovani dilettanti di musica", di destinare al M. un compenso per "istruire i giovani poveri che si dedicano a questa scienza" (da quattro a sei ogni anno) (150 anni, p. 3). Questa scuola pubblica ebbe però scarso successo: se ne tentò il rilancio nel 1818, e poi nel 1820, ma su altre basi e senza il coinvolgimento del Malerbi.
Il M. morì a Lugo il 18 dic. 1849.
La sua produzione superstite (conservata a Lugo, nel Fondo Malerbi, già dell'Istituto musicale Malerbi, oggi alla Biblioteca Comunale F. Trisi), ne riflette i compiti professionali: molti pezzi sacri o comunque a destinazione liturgica, sia per organo (e talora anche per complessi strumentali), sia per voci e orchestra, nei modi dello stile galante; qualche brano profano per strumenti, rara musica da ballo, qualche pagina vocale da camera oppure operistica (il catalogo di tale fondo si può leggere in Malusi). Tra i suoi autografi, si mescolano anche quelli dell'allievo Rossini, equivocamente designati come propri: anzi, nel caso della famosa messa per il cardinale Bertazzoli, il M. utilizzò il Gloria della Messa di Ravenna di Rossini (1808) semplicemente sostituendo a quello originale un esordio di suo pugno.
Luigi, fratello del M., nacque a Lugo di Romagna il 9 sett. 1776. Ebbe curriculum scolastico analogo al M.: nel 1791 divenne organista del Carmine, e l'anno seguente anche di S. Francesco, quando suo fratello passò alla collegiata. Parallelamente, nel 1792 prese gli ordini minori: ordinato sacerdote nel 1801, fu lui pure canonico di quella medesima chiesa.
Luigi morì a Lugo il 14 luglio 1843.
Organista di fama, veniva invitato "ove specialmente conservavansi strumenti celebrati": tenne "applaudite accademie a Forlì, a Faenza, a Bologna, a Ferrara, a Venezia e in tante altre città e paesi minori" (Malerbi, p. 9). La sua produzione musicale (conservata anch'essa nel citato Fondo Malerbi) è esclusivamente per strumento a tastiera - organo o clavicembalo o pianoforte -, talora accompagnato dall'orchestra. Neppure essa è immune dal medesimo suo spirito bizzarro. Ciò era ben chiaro già al più dotto e serio fratello: "Don Giuseppe chiamava la musica di lui vieta, licenziosa, cervellotica, perché spesso senza osservanza di regole, senza vero fondo di scuola" (ibid., p. 8). Lo mostrano non tanto i brani anche per organo - e dunque da chiesa - ispirati a forme di danza (un Balletto, Cosacche e polacche, Minuetti) o in cui si utilizzano materiali quanto mai laici (la Marsigliese): la musica liturgica italiana del primo Ottocento (e oltre) ben conosceva tali abitudini. Piuttosto, spiccano i numerosi brani pittoreschi e descrittivi, le cui libere forme intendevano evocare - talora con attitudini da vera e propria pantomima - eventi e situazioni legati alla vita familiare o alla cronaca locale, e magari alla chiacchiera pettegola: La buona notte, La fe[b]bre fredda, Il giuoco della tombola, Battaglia, Fuga della sig.ra Marianna Bertazzoli per unirsi in matrimonio con il sig.r Giuseppe Morandi.
Sempre conservate nel Fondo Malerbi sono anche le sue prescrizioni manoscritte di Registrature ed accordature per organi e cembalo, risalenti al 1794 (Barbieri, pp. 115-120), utile testimonianza del perdurare dei sistemi inequabili.
Fonti e Bibl.: T. Mantovani, G. Rossini a Lugo e il cembalo del suo maestro M., in La Cronaca musicale, VII (1903), pp. 99-105; A. Toni, Nuovo contributo allo studio della psiche rossiniana (I canonici Malerbi di Lugo), in Riv. musicale italiana, XVI (1909), pp. 271-297; G. Malerbi (jr), G. Rossini. Pagine segrete, Bologna s.d. [ma 1921], pp. 4-9; M. Rossi, Medaglioni lughesi: G. M., in Corriere lughese, 26 ag. 1928; Id., L. Malerbi, ibid., 29 dic. 1929; 150 anni di vita dell'Istituto comunale di musica G. e Luigi Malerbi 1820-1970, a cura di P. Rignani - E. Sarti, Lugo 1970, pp. 2-5, 65 s.; P. Fabbri, Alla scuola dei Malerbi: altri autografi rossiniani, in Boll. del Centro rossiniano di studi, XX (1980), pp. 5-37; P. Barbieri, Persistenza dei temperamenti inequabili nell'Ottocento italiano, in L'Organo, XX (1982), pp. 66-68, 115-120; L. Malusi, Catalogo delle musiche conservate nel fondo Malerbi annesso alla Biblioteca comunale dell'Istituto musicale pareggiato "Giuseppe e Luigi Malerbi" di Lugo, Lugo 1984; P. Fabbri, I Rossini a Pesaro e in Romagna, in Rossini 1792-1992. Mostra storico-documentaria, a cura di M. Bucarelli, Perugia 1992, pp. 59 s.; Id., La vita musicale, in Storia di Lugo, II, L'età moderna e contemporanea, Faenza 1997, pp. 352-354; Id., I fondi musicali, in La Biblioteca comunale "F. Trisi" di Lugo, 1803-2003, a cura di S. Medri, Imola 2003, pp. 208-215.