MAGGIOLINI, Giuseppe
Ebanista, nato a Parabiago il 13 novembre 1738, morto ivi il 16 novembre 1814. Lavorò prima da falegname nel locale monastero dei cisterciensi, e dall'erudito Antonio Maria Coldiroghi ebbe le prime lezioni di ornato e d'architettura. Con l'appoggio del pittore G. Levati, che scoprì per primo l'ingegno del M., la sua arte incominciò ad essere nota e apprezzata negli ambienti aristocratici di Milano, dove fu chiamato nel 1771 per apparecchiare alcuni lavori per le feste nuziali dell'arciduca Ferdinando con Maria Beatrice d'Este. Qualche anno più tardi G. Piermarini, rinnovando il Palazzo reale, affidava al M. diverse opere, tra le quali rimangono il mirabile pavimento intarsiato della cosiddetta "stanza di Napoleone", una grande scrivania e altri squisiti mobiletti. In seguito al grande successo dei suoi lavori, il M. aprì una succursale a Milano, coadiuvato dal figlio Carlo Francesco (1758-1835) scolaro, per il disegno, di Giocondo Albertolli e, per l'incisione, di Gerolamo Mantelli.
Il favore di cui l'arciduca Ferdinando e la sua corte circondarono il M., e che si diffuse naturalmente negli ambienti aristocratici della città, diminuì con l'avvento del governo francese, anche per il mutamento del gusto artistico, che ora prendeva il verbo da Parigi. Ma il M. seppe adattare il proprio stile alle nuove esigenze, pur mantenendo le tradizionali caratteristiche della sua produzione. Dopo la morte del M., la bottega passò ai figli, e a G. A. Mezzanzanica, che fu poi suo biografo.
L'opera dei M., ispirata dapprima al gusto del rococò e dello stile Luigi XVI, aderisce poi al neoclassicismo milanese. Pittori come A. Appiani, G. Traballesi, G. Albertolli e M. Knoller, fornirono spesso disegni per la produzione dei M.; e molti dei loro progetti si conservano al Castello Sforzesco di Milano. Il pregio dei mobili dei M. consiste tanto nell'eleganza delle proporzioni, quanto nella semplice tecnica, e in particolare nelle felici combinazioni coloristiche degl'intarsî. Spesso portano un cartellino raffigurante la bottega dell'ebanista col nome del M.
Opere dei M. si conservano nei maggiori musei d'arte industriale, e un bello scrigno è allo Schlossmuseum di Vienna.
Bibl.: G. A. Mezzanzanica, Vita di G.M. da Parabiago, Milano 1878; G. Marangoni, Gli intarsi dei M., in Boll. della Città di Milano, III (1918), pagine 53-56; Tieme-Becker, Künstler-Lex., XXIV, Lipsia 1929.