ASSEMANI, Giuseppe Luigi
Erudito maronita italianizzato, nato a Tripoli di Siria circa il 1710. Figlio di un fratello di Giuseppe Simonio Assemani, dovette indubbiamente all'influenza di questo (benché non se ne abbia finora la documentazione) la nomina, venutagli subito dopo il compimento degli studi e l'ordinazione sacerdotale, a interprete nel S. Palazzo Apostolico, cui segui nel 1737 quella a professore di siriaco nell'università romana della Sapienza; a questo insegnamento si aggiunse nel 1749 quello delle liturgie orientali. Allo studio di queste (e altresì delle occidentali) l'A. consacrò il resto della sua attivìtà, svoltasi fino alla morte in assoluta tranquillità di vita e di spirito: "sempre travagliava indefessamente al tavolino; ma era anzi compilatore che autore" (Renazzi). Professò anche l'insegnamento delle lingue orientali nel Collegio di Propaganda Fide. Morì a Roma il 9 febbr. 1782. Fu sepolto nella basilica di S. Giovanni in Laterano, della quale era beneficiario.
La sua opera maggiore è il Codex liturgicus Ecclesiae universae in XV libros distributus in quo continentur libri rituales, missales, pontificales, officia, dypticha etc. Ecclesiarum Occidentis, et Orientis... Ad Mss. Codd. Vaticanos aliosque castigavit, recensuit, Latine vertit, praefationibus, commentariis, et variantibus lectionibus illustravit, 13 voll., Romae 1749-1766. Nonostante la mole, dei quindici libri nei quali doveva essere ripartita soltanto quattro sono compiuti: 1) catecumeni; 2) battesimo; 3)cresima; 4) eucarestia. Il suo valore è ineguale, e in parte essa riproduce opere anteriori; tuttavia non mancano i testi pubblicati e tradotti per la prima volta (sopra tutto, com'è ovvio, siro-arabi), in maniera senza dubbio inadeguata alle esigenze critiche del nostro tempo, ma tuttavia pregevole per quello in cui lavorava l'Assemani.
Ad argomento affine appartengono la traduzione del Nomocanone del giacobita Barhebreo (sec. XIII) e quella, accompagnata dall'edizione del testo, del Nomocanone del nestoriano Ebediesu ('Abdisho'), ambedue pubblicate da A. Mai, Scriptorum Veterum Nova Collectio, X, 1, e X, 2, Romae 1838.
Tre elenchi dei patriarchi nestoriani, tratti da due manoscritti siriaci e uno arabo della Vaticana, sono stati pubblicati da lui col titolo De Catholicis seu Patriarchis Chaldaeorum et Nestorianorum Commentarius historicus-chronologicus, Romae 1775, con commenti che non aggiungono molto a ciò che era già stato esposto da suo zio Giuseppe Simonio. Altri scritti, generalmente brevi, si riferiscono a questioni di liturgia e di diritto canonico, senza relazione con le Chiese orientali; il più notevole tra essi è la dissertazione, di ben 158 pp., intorno agli obblighi dei beneficiari ebdomadari della Metropolitana di Napoli, in cui è discussa la presunta origine greca della Chiesa napoletana: Votum pro rei veritate in causa Neapolitanorum...(s. n. t.).
Bibl.: G. Graf, Geschichte der christlichen arabischen Literatur, III,Città dei Vaticano 1949, pp. 457 s.; F. M. Renazzi, Storia dell'Università degli studi di Roma,IV, Roma 1806, p. 108; P. Raphaël, Le rôle du Collège maronite romain dans l'orientalisme aux XVIIe et XVIIIe siècles, Beyrouth 1950, pp. 140-142; Dict. d'Hist. et de Géogr. Ecclés., IV, col. 1096; Dict. d'Archéol. chrét. et de Liturgie,I,2, coll. 2978 s., ambedue con l'elenco degli scritti.