LAIS, Giuseppe
Nato a Roma, il 10 apr. 1845, primogenito di tredici figli di Giovanni e di Elena Langeli, di famiglia romana benestante, frequentò le scuole del Collegio romano dove si fece notare dal professore di fisica, il gesuita e illustre scienziato A. Secchi, direttore dell'osservatorio astronomico dello stesso collegio, che lo incoraggiò a perfezionarsi nella materia e lo condusse a Londra, ancora quindicenne, per partecipare a una missione scientifica.
Laureatosi in matematica e fisica all'Università di Roma e, conseguito nel 1870 anche il diploma di ingegnere architetto, il L. entrò nel 1871 nella Congregazione dei padri dell'oratorio di S. Filippo Neri e due anni dopo vi fu ordinato sacerdote. Nominato assistente di padre Secchi, proseguì gli studi di meteorologia e astronomia anche dopo la morte di questo (1878) e la confisca dell'osservatorio pontificio da parte dello Stato italiano, installando nella sua casa un piccolo osservatorio. Nel 1882 osservò un transito di Venere sul disco solare e nel 1887 partecipò, col padre gesuita G.S. Ferrari, alla spedizione pontificia in Russia per l'osservazione dell'eclisse totale di Sole del 19 agosto (La fotografia solare in relazione all'eclisse totale di Sole del 19 ag. 1887 in Russia, in Memorie della Pontificia Accademia dei Nuovi Lincei, III [1888], pp. 199-212).
A Roma il L. fondò il collegio Vallicelliano (la riunione inaugurale si tenne il 6 genn. 1880), dedicato alla formazione non soltanto religiosa ma anche culturale dei giovani, che spesso istruiva nei primi rudimenti dell'astronomia servendosi anche del suo piccolo osservatorio domestico.
In occasione della celebrazione del giubileo sacerdotale di Leone XIII (1888), il L. collaborò col padre F. Denza nell'allestimento in Vaticano dell'Esposizione scientifica del clero italiano. L'iniziativa sollecitò il pontefice a rifondare nel 1891 la specola vaticana, nominandone direttore Denza e vicedirettore il L. (Osservatorio geodinamico e magnetico in Vaticano, in Atti della Pontificia Accademia dei Nuovi Lincei, XLIX [1896], pp. 67-79).
Alla specola il L. dedicò gli ultimi trenta anni della sua vita, svolgendo personalmente tutto il lavoro fotografico e associando il suo osservatorio all'impresa internazionale della Carta fotografica del Cielo e del Catalogo astrografico. Dopo alcuni mesi trascorsi a Parigi, presso quell'osservatorio astronomico, per acquistare pratica nella fotografia celeste e nei metodi di misura e di calcolo delle posizioni delle stelle sulle lastre fotografiche, nel 1894 il L. iniziò il lavoro di ripresa delle lastre per il Catalogo e nel 1900 quello per la Carta del Cielo.
Fra le pubblicazioni di questo periodo si ricordano: Fotografia celeste. Relazione della visita all'osservatorio di Parigi, in Pubblicazioni della specola vaticana, 1891, vol. 1, pp. 49-59; Descrizione della specola per la fotografia celeste e dei lavori in essa eseguiti, ibid., 1891, vol. 2, pp. 85-109 (con F. Mannucci); Sui terremoti locali con ragionamento sulle repliche e relazioni di tempo e di circostanze meteoriche in ordine ai terremoti, ibid., 1898, vol. 5, pp. 158-165 (con T. Bertelli).
Grazie al suo impegno costante la specola poté essere tra i primi venti osservatori partecipanti a portare a termine il Catalogo. Il suo impegno si intensificò dopo la morte di Denza nel 1894 quando, di fatto, il L. se ne assunse la responsabilità. La situazione amministrativa e scientifica, comunque, migliorò notevolmente quando Pio X, nel 1906, su consiglio del nuovo presidente, mons. P. Maffi, arcivescovo di Pisa, poi cardinale, nominò direttore della specola il padre gesuita J.G. Hagen, e nel 1910 la sua sede si trasferì dalla Torre dei venti al villino estivo di Leone XIII.
Parallelamente al lavoro astronomico il L. svolse una notevole attività anche in seno alla Pontificia Accademia romana dei Nuovi Lincei, della quale - a partire dal 1875 - fu socio e, per diversi anni, prima decano e poi, dal 1905, presidente. Inoltre, nel 1900, il L. scoprì in una lastra presa per la Carta del Cielo un nuovo pianetino (Carta fotografica del Cielo, in Memorie della Pontificia Acc. dei Nuovi Lincei, XXI [1903], pp. 1-34) e nel 1905 osservò a Maiorca l'eclisse totale di Sole del 30 agosto (L'eclisse totale di Sole del 30 ag. 1905 a Palma di Majorca, in Atti della Pontificia Accademia dei Nuovi Lincei, LIX [1906], pp. 17-26).
Numerosi sono gli articoli e gli interventi del L. in tornate accademiche di meteorologia e di astronomia, con particolare riguardo alla fotografia celeste (Osservazioni astrofotografiche sulla cometa di Halley 1909-1910, ibid., LXV [1911], pp. 49-53). Non mancano, peraltro, lavori che, spaziando dall'archeologia alla storia della scienza, dalla fisica e chimica alla geofisica e alla mineralogia, dimostrano la molteplicità dei suoi interessi (Il calendario Gregoriano e la odierna computazione dell'equinozio, ibid., LIV [1900], pp. 196-207; Epigrafi scientifiche apposte nella nuova residenza della specola vaticana, ibid., LXIV [1910], pp. 25-30).
Il L. morì a Roma il 28 dic. 1921.
Fonti e Bibl.: G. Lais, La [antica] specola vaticana, in Atti della Pontificia Accademia dei Nuovi Lincei, XXXII (1878), pp. 239-248; P. Emanuelli, Padre G. L., in Astronomische Nachrichten, 1922, vol. 205, p. 183; G. Gianfranceschi, Necr. del p. G. L., in Atti della Pontificia Accademia dei Nuovi Lincei, LXXVI (1922), pp. 53-56; C. Gasbarri, Persone e fatti di Roma fra Ottocento e Novecento. Memorie vallicelliane, Roma 1968, pp. 92-94; S. Maffeo, in La Specola vaticana. Nove papi, una missione, Città del Vaticano 2001, pp. 4-43 (necr. del L.), 336-338 (iscrizioni latine).