LA HOZ, Giuseppe
Nato nel Milanese intorno al 1766, da Gaetano, maggiore di piazza, e da Marianna Geril Gingali; morto ad Ancona l'11 ottobre 1799. Dopo aver prestato servizio nell'esercito austriaco sino al grado di luogotenente, nel 1798 disertò per passare al servizio dei Francesi e come aiutante del gen. La Harpe fece la campagna del Piemonte e combatté a Lodi. Aiutante di Bonaparte, organizzatore e comandante della prima Legione lombarda e delle truppe cisalpine, represse le sollevazioni di Castelnuovo di Garfagnana, di Chiari e di Salò, fu ferito nella battaglia del Senio e nell'aprile 1797 prese parte a promuovere le sollevazioni di Vicenza e di Padova. Membro del Comitato militare alla fondazione della Cisalpina e comandante della piazza di Milano, nel Corpo legislativo, come membro del Gran Consiglio, figurò tra i giacobini più accesi e intraprendenti. Inviato nel luglio 1798 a Parigi dal Direttorio per protestare contro il cambiamento della costituzione, che l'ambasciatore Trouvé stava preparando, venne allontanato dal governo francese e nel settembre destituito dal suo grado militare. Dopo i colpi di stato organizzati nella Cisalpina, la sua avversione alla politica francese e al rapace governo militare instaurato nella Cisalpina aumentò fino al punto di dimettersi dal grado di generale, nel quale era stato reintegrato nel dicembre 1798 (28 gennaio 1799), e di portarsi a Parigi a protestare, non ottenendo che un decreto d'immediata espulsione. Incaricato, nell'aprile, di organizzare e di comandare le forze nazionali nei dipartimenti d'Oltre Po, marciò attraverso la Romagna imponendo contribuzioni alle città, raccogliendo armati e mettendosi in aperto conflitto con le autorità militari francesi, che il 5 maggio lo colpivano con un decreto di destituzione e d'espulsione. Anziché ubbidire, il La Hoz proseguì la marcia per Rimini e Pesaro dichiarando, nei suoi proclami, di combattere per la libertà e l'indipendenza d'Italia. Deluso, dopo i primi insuccessi, un po' per l'apatia delle popolazioni e un po' per l'abbandono dei soldati e dei capi più fidi, non esitò, pur di soddisfare all'odio e al rancore contro i Francesi, ad unirsi agl'insorgenti e all'armata austro-russa. Cadde combattendo sotto le mura di Ancona assediata.
Bibl.: L. Spadoni, Il gen. La Hoz e il suo tentativo indipendentista nel 1799, Macerata 1933; C. Zaghi, Nota sul gen. La Hoz, in Rassegna storica del Risorgimento, gennaio 1935.