GALEOTTI, Giuseppe Ilario
Figlio del pittore Sebastiano e di Maria Domenica Crivellini nacque a Firenze nel 1702.
Le notizie sulla vita e l'opera del G. sono fornite dalla biografia inclusa nel manoscritto del Ratti del 1762 (edito soltanto nel 1997 da Migliorini) pubblicata per la prima volta dalla Lattarulo nel 1984. L'edizione a stampa curata dallo stesso Ratti nel 1769 fornisce infatti sul G. solo fugaci indicazioni incluse nelle vite di altri artisti.
Educato alla pittura dal padre a Firenze, dove avvenne la prima formazione, il G. si recò in seguito a Modena presso Antonio Consetti; dopo un breve periodo a Bologna, fu allievo a Cremona di Angelo Massarotti e qui conobbe l'opera dei Campi. Scarsamente nota è la prima attività del G. a Genova, dove giunse col padre nel 1729.
Risale a questi primi anni la collaborazione con Sebastiano nella decorazione della chiesa di S. Maria Maddalena a Genova. Prossimo allo stile paterno, tanto da indurre l'Alizeri (1864) alla confusione tra i due, è poi il dipinto con l'Annunciazione (datato 1738) nella chiesa della Madonnetta nella medesima città. A questa fase sono pure ascrivibili due pale con l'Immacolata Concezione e I ss. Gioachino e Anna (già nell'oratorio di S. Maria Angelorum, non più esistente), conservate nell'antisacrestia della chiesa di S. Siro a Genova.
A partire dal 1733 il G. iniziò a lavorare alla decorazione di palazzo Falconi (poi Marana) a Chiavari, nella quale risulta impegnato, in più tempi, fino al 1747; in tale prestigiosa commissione l'opera del G. appare variamente incentrata sia su temi mitologici e ovidiani (Il pomo della discordia; Pallade e l'Innocenza; Apollo e Dafne; Bacco e Arianna; Cefalo e Aurora) sia su temi sacri (Agar e Ismaele; Ester e Assuero; Tobia e l'angelo; Rebecca al pozzo; I ss. Gerolamo, Cecilia, Maddalena Sebastiano). Il Ratti (1762) ricorda inoltre tredici opere su tela per lo stesso palazzo con episodi di storia romana (Scipione; Coriolano; Muzio Scevola; Tito Manlio; La Carità romana; Il Valore; La Costanza) e alcune figure a mezzo busto con donne illustri dell'antichità (Cleopatra; Lucrezia; Porzia; Tazia). L'impegno per i Falconi valse al G. una crescente richiesta di opere nel Levante ligure. Sempre a Chiavari eseguì la pala con L'invenzione della Croce per la chiesa di S. Giovanni Battista, già ascritta con riserva agli anni Quaranta del Settecento (Ghio, 1990); per la stessa chiesa l'artista svolse anche l'attività di coloritore di statue lignee, in particolare della Madonna del Rosario di Anton Maria Maragliano (Garibaldi, 1853).
Tra il 1743 e il 1747, contemporaneamente ai dipinti per i Falconi, il G. affrescò nel palazzo Dosi (poi Magnavacca) a Pontremoli episodi ovidiani tratti dalle Metamorfosi, affiancato dal quadraturista Giovanni Battista Natali.
Il fare pittorico dell'artista media, accanto alle suggestioni paterne "le istanze del classicismo franceschiniano, meditate […] in gioventù a Bologna, e mantenute vive in terra ligure da Boni" (Ghio, 1990, p. 722).
Rientrato a Genova "carico d'onori", il G. dipinse "uno stanzin […] in Casa Cambiaggio (Cambiaso) in piazza pollajuola" (Ratti, 1762, p. 262) con Venere, Bacco e Cerere. Per i padri delle Scuole pie della medesima città l'artista, oltre a realizzare alcune tele, eseguì intorno al 1750 la decorazione murale della volta della chiesa del Ss. Nome di Maria e degli Angeli Custodi con Il beato Giuseppe Calasanzio in gloria fra angeli e virtù. Nel 1751 fu accolto nell'Accademia ligustica di belle arti, fondata in quello stesso anno, e per tale occasione eseguì e donò all'istituzione la tela con Amore in lotta con Pan. L'anno seguente si recò a Sestri Levante dove affrescò la Gloria di s. Pietro nella chiesa di S. Pietro in Vincoli. Al 1754 circa risalgono gli affreschi nel transetto, nell'abside e nel coro della chiesa di S. Francesco d'Albaro a Genova (Il sacrificio di Abramo; I quattro evangelisti; La Fede e l'Eresia abbattuta; La predicazione dei ss. Nazaro e Celso; L'elemosina di s. Zita; L'estasi del beato Giuseppe da Copertino; S. Antonio libera il padre dalla morte; La vocazione di s. Pietro); una tela con S. Antonio che riattacca miracolosamente il piede a un giovane è stata eseguita, probabilmente, in un periodo successivo.
Perduti sono due medaglioni ad affresco realizzati nel 1754 per il santuario di Nostra Signora della Guardia sul monte Figogna (distrutto nel 1903 e ricostruito in forme moderne) e la decorazione ad affresco nell'oratorio di S. Giuseppe in stradone S. Agostino a Genova. Non risultano inoltre rintracciabili i sette sovraporta con episodi delle Metamorfosi ovidiane segnalati dal Ratti (1762) in palazzo Canevari a Genova (identificabile, con ogni probabilità, con il fabbricato sito in via Lomellini, n. 10).
In data anteriore al 1762, come si desume dal manoscritto del Ratti, il G. inviò a Savona la tela per la chiesa degli scolopi con S. Filippo Neri in gloria, conservata nella quadreria del seminario vescovile. Al 1761 circa risalgono gli affreschi di S. Giovanni Battista a Sestri Ponente (La nascita, La predicazione e La gloria in cielo del santo). Intorno al settimo decennio del secolo il G. attese alla decorazione di un salotto in palazzo Saluzzo Granello a Genova con episodi mitologici e ovidiani (Il sacrificio di Ifigenia; Mercurio uccide Argo; Pallade e Aracne; Cefalo e Aurora; Ippomene e Atalanta; Bacco e Arianna; Apollo uccide Pitone). Risultano attualmente non identificabili, in seguito a trasformazioni subite dal palazzo, i tre sovraporta con episodi dell'Eneide indicati dal Ratti (1762, p. 264).
Dal 1765 al 1771 il G. fu direttore della scuola di pittura dell'Accademia ligustica. A questa fase tarda che vede il G. ancora attivo in riviera, si può ascrivere anche l'Assunzione della Vergine (perduta) affrescata, secondo quanto riferito dal Ratti (1762), nell'oratorio di S. Francesco a Chiavari e la pala con la Vocazione di s. Pietro nel primo altare a destra della basilica di S. Stefano a Lavagna. Una delle ultime, prestigiose commissioni dell'artista fu la decorazione in due cappelle nella chiesa della Ss. Annunziata del Vastato a Genova, andate perdute, oltre a una piccola volta nella chiesa del Gesù della medesima città. Al 1775 risale l'Assunzione della Vergine affrescata nel coro di S. Maria di Nazareth a Sestri Levante in cui il G. sembra ribadire, come nelle altre opere della maturità, l'ispirazione alla matrice stilistica del Franceschini e del Boni.
Come suggerito dal Ratti (1762), il G. con ogni probabilità fu anche pittore di paesaggi traendo principale ispirazione dall'opera di C.A. Tavella: tale inclinazione dell'artista risulta tuttavia non facilmente identificabile, giacché gli unici dipinti, con episodi tratti dall'opera di T. Tasso, che si sarebbero trovati in un palazzo Doria (con ogni probabilità corrispondente con il fabbricato sito in via Falamonica, n. 1), non risultano rintracciabili.
Il G. morì a Genova l'11 marzo 1778.
Fonti e Bibl.: C.G. Ratti, Storia de' pittori scultori et architetti liguri e de' foresti… (1762), a cura di M. Migliorini, Genova 1997, pp. 261-265; Id., Vite de' pittori, scultori, et architetti genovesi, II, Genova 1769, pp. 362, 367, 370, 376, 384; L. Lanzi, Storia pittorica della Italia… (1808), a cura di M. Capucci, III, Firenze 1974, p. 228; C. Garibaldi, Della storia di Chiavari, Genova 1853, p. 145; F. Alizeri, Notizie dei professori del disegno in Liguria dalla fondazione dell'Accademia, I, Genova 1864, pp. 8-17, 147-158; M. Staglieno - L.T. Belgrano, Esposizione artistico-archeologico-industriale aperta nelle sale dell'Accademia ligustica la primavera del 1868, Genova 1868, p. 74 n. 46; M. Rossignotti, Sestri Levante. Itinerario artistico, Milano 1952, pp. 13, 15, 68; P. Torriti, Attività di Sebastiano Galeotti in Liguria, Genova 1956, p. 39 n. 26; R. Bossaglia - V. Bianchi - L. Bertocchi, Due secoli di pittura barocca a Pontremoli, Genova 1974, pp. 29 s., 98-107; F. Sborgi, Pittura e cultura artistica nell'Accademia ligustica a Genova 1751-1920, Genova 1974, pp. 29 s., 98-107; F. Sborgi, Pittura neoclassica e romantica in Liguria 1770-1860 (catal.), Genova 1975, p. 26; P. Lattarulo, Pagine manoscritte dalla "Storia de' pittori" di Carlo G. Ratti, in Labyrinthos, 1984, nn. 5-6, pp. 200 s., 214-217; R. Collu, in L'antica diocesi di Noli, Genova 1986, pp. 58, 105 s.; L. Pessa, in La chiesa di S. Francesco e i Costaguta. Arte e cultura a Chiavari dal XVI al XVIII secolo (catal., Chiavari), Genova 1987, pp. 81-83 n. 10; F.R. Pesenti, L'Illuminismo e l'età neoclassica, in La pittura a Genova e in Liguria dal Seicento al primo Novecento, Genova 1987, II, pp. 349 s.; E. Baccheschi, in Il Museo dell'Accademia ligustica di belle arti. La Pinacoteca, Genova 1988, p. 110 n. 102, fig. 86; P. Spagiari, in Arte e devozione in Val di Vara (catal.), Genova 1989, pp. 77-79, n. 15; L. Ghio, in La pittura in Italia. Il Settecento, Milano 1990, II, pp. 722 s.; G. Meriana, Il santuario di Nostra Signora della Guardia in Val Polcevera, Genova 1990, p. 32; A. Toncini Cabella, G. G. a palazzo Saluzzo Granello, in corso di stampa; Id., La decorazione ad affresco, in Restauro della chiesa delle Scuole pie, a cura di G. Rossini, in corso di stampa; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XIII, p. 91.