GUERZONI, Giuseppe
Patriota e letterato, nato a Mantova il 27 febbraio 1835, morto a Montichiari il 25 novembre 1886.
Volontario nel 1859 tra i cacciatori delle Alpi, fu l'anno dopo dei Mille; seguì poi Garibaldi sino ad Aspromonte, ebbe da lui delicati incarichi e fu per qualche tempo suo segretario; partecipò alle campagne del 1866 e del 1867. Fu deputato dal '65 al 1874, quando fu nominato professore di letteratura italiana nell'università di Palermo e reggente del provveditorato agli studî di quella provincia. Alcuni passi della sua Vita di Nino Bixio (Firenze 1875), contenenti apprezzamenti non favorevoli sul conto delle squadre dei picciotti siciliani, scatenarono una clamorosa tempesta contro di lui. Il G. ne uscì abbastanza bene: tuttavia nel 1876 chiese e ottenne di succedere allo Zanella nell'università di Padova, dove insegnò sino al 1884.
Due drammi (Il Cholera, Milano 1855; La vocazione, rappresentato a Milano nel '58 e mai pubblicato) e alcuni mediocri romanzi (La tratta dei fanciulli, Firenze 1868; Maria di Rio Rosso, in Nuova Antologia, 1869; Virginio, Firenze 1871; Memorie di un disertore, Milano 1871; Un materialista in campagna, Padova 1877) meritano appena di essere ricordati. Migliori i Discorsi e conferenze e i Saggi storici (raccolti quelli nel primo e questi nel secondo volume di Lettere ed armi, Milano 1883) e le lezioni universitarie: Il Terzo Rinascimento (Palermo 1874), in sostanza uno studio sul Parini e i suoi tempi; Il teatro italiano nel sec. XVIII (Milano 1876); Il primo Rinascimento (Verona 1878), in cui il G. mostra che Rinascimento si ha anche prima dei secoli XV e XVI, propugnando idee che solo più tardi entrarono nella generale coscienza storica.
Gli aspri giudizî che sul G. ebbe a pronunciare il Carducci (cfr. Opere, IV, p. 177 segg.) hanno pesato e pesano sulla fama dello scrittore garibaldino, al quale tuttavia non possono togliere il merito di aver detto, pur tra ingenuità e prolissità ed errori, alcune cose ben pensate e nuove sulla storia civile e letteraria d'Italia. Ma il G. si trova soprattutto a suo agio quando nella biografia di Bixio e in quella di Garibaldi (voll. 2, Firenze 1882) si fa commosso storiografo, egli romantico, del romanticismo dell'azione: le due opere, pregevoli anche artisticamente, restano fondamentali nella letteratura garibaldina. (nuove edizioni, con prefaz. di G. E. Curatulo, Firenze 1926).
Bibl.: Notizie autobiogr. in Lettere ed armi, cit., I; V. Crescini, Commemor. del prof. G. G., Padova 1887; a L. Bianchi, G. G., Genova 1928.