GINANNI (Zinanni), Giuseppe
Nacque a Ravenna il 7 nov. 1692 dal conte Prospero e dalla contessa Isabella Fantuzzi.
In tenera età rimase orfano di entrambi i genitori e fu affidato ai nonni paterni, dopo la morte dei quali, a sette anni, entrò nel collegio dei nobili di Ravenna, diretto dai gesuiti, per compiervi gli studi regolari. Tornato in famiglia diciassettenne, trascorse vari anni senza alcun interesse letterario o scientifico, preso dalla vita mondana e soprattutto dalla caccia. Rimasto fortemente colpito dalla morte improvvisa dello zio materno Antonio Fantuzzi (avvenuta il 5 dic. 1714), cui era molto legato attraversò un periodo di grave depressione, tanto da far temere per la sua vita. Per questo nel giugno 1715 si recò a Padova per consultare Antonio Vallisneri, con il quale rimase in corrispondenza, da cui fu persuaso ad abbandonare la vita oziosa e indirizzato agli studi naturalistici.
Il G. si dedicò, però, dapprima ad attività meccaniche e artigianali, come la fabbricazione di orologi e il lavoro al tornio; poi, incoraggiato anche dal concittadino Ruggero Calbi, medico e letterato, costituì nel giardino della propria casa un vero e proprio giardino botanico, che andò via via ampliando e arricchendo di piante anche esotiche, ottenute da Giulio Pontedera, prefetto dell'orto botanico di Padova, cui si era rivolto tramite Guglielmo Scoto, professore di medicina conosciuto in occasione del soggiorno a Padova.
Nel 1732 entrò in rapporto con il botanico fiorentino Pier Antonio Micheli, cui fornì numerose piante del territorio ravennate, inizialmente richieste al Calbi. Il Micheli, che conobbe personalmente nell'autunno 1734 quando questi si recò a Ravenna alla ricerca di piante, ebbe un'importanza determinante nell'orientare i suoi studi scientifici, non soltanto in campo botanico: tra l'altro aiutò il G. a costituire una biblioteca ricca dei più importanti libri di storia naturale e lo incoraggiò a raccogliere e studiare le più svariate produzioni naturali. Oltre al Vallisneri e al Micheli sul G. esercitò una grande influenza anche il coetaneo riminese Giovanni Bianchi (Janus Plancus), considerato un'autorità nel campo della biologia marina, con cui ebbe una nutrita corrispondenza.
Tra il 1732 e il 1737 si dedicò a osservazioni sulle cavallette e alla raccolta di uova e di nidi di Uccelli. Recatosi a Venezia per seguire personalmente la pubblicazione dell'opera in cui aveva esposto questi suoi studi (Delle uova e dei nidi degli Uccelli […] aggiunte in fine alcune osservazioni, con una Dissertazione sopra varie spezie di cavallette, Venezia 1737), vi conobbe Apostolo Zeno.
L'opera, divisa in due parti e riccamente illustrata, gli procurò ampia fama come naturalista e lo fece aggregare all'Accademia dell'Istituto delle scienze di Bologna (8 luglio 1737).
Nel complesso il lavoro era ben calato in schemi codificati da oltre un secolo di ricerca naturalistica. Le osservazioni sulle 111 specie di Uccelli prese in esame sono talvolta acute e sempre ordinate e analitiche, anche se lo schema tassonomico è ancora quello proposto da U. Aldrovandi. Il 15 marzo 1738 il G. inviò all'Accademia dell'Istituto delle scienze di Bologna una Lettera […] intorno il prodigioso pascersi delle telline ed altre marine conchiglie; intorno la loro respirazione e generazione, e come il moto del mare sia giovevole a quelle funzioni; grazie all'intervento del Bianchi, la lettera fu pubblicata nella Miscellanea di varie operette (V, Venezia 1741, pp. 87-126).
Il G. si dedicò quindi allo studio di Molluschi e Brachiopodi, di Antozoi, di Poriferi e in genere delle produzioni marine, ma anche di insetti, fossili e Alghe. Appassionato collezionista, riservò particolare cura alla formazione e all'accrescimento del suo museo, nel quale raccolse gran copia di produzioni naturali non soltanto dei luoghi circostanti, ma anche provenienti dall'Africa e dall'India, e che almeno in parte è tuttora conservato.
Le ricerche lasciate inedite dal G. furono pubblicate in due volumi dal nipote Francesco Ginanni (Opere postume, Venezia 1757). Nel primo volume, ricco di 55 tavole con 114 figure, "si contengono cento quattordici piante, che vegetano nel mare Adriatico, da lui osservate e descritte", tra le quali rientrano molte specie di Alghe del mare Adriatico, oltre ad Antozoi, ancora considerati di natura vegetale (Zoofiti). Nel secondo volume "si contengono Testacei marittimi paludosi e terrestri dell'Adriatico e del territorio di Ravenna da lui osservati e descritti", con 38 tavole: vi sono illustrate numerose specie di Molluschi, oltre ad alcuni Foraminiferi, a Echinoidi e a Zoofiti. Anni più tardi lo stesso Francesco Ginanni pubblicò anche un'accurata descrizione del museo lasciato dallo zio: Produzioni naturali che si ritrovano nel museo Ginanni in Ravenna, metodicamente disposte, e con annotazioni illustrate (Lucca 1762).
Il G. ebbe una vasta rete di rapporti e di conoscenze: oltre ai personaggi già ricordati, tra i naturalisti fu in relazione con René-Antoine Ferchault de Réaumur, con Jean-François Séguier, con il botanico bolognese Giuseppe Monti e con Scipione Maffei, che gli indirizzò una lettera del suo trattato Della formazione de' fulmini (Verona 1747, pp. 109-113).
Il 28 nov. 1718 Francesco Farnese, duca di Parma e Piacenza, nominò il G. suo familiare (Ravenna, Bibl. Classense, Mss.Mob. 3.5.G2, n. 26). Benedetto XIV, con breve del 10 giugno 1744, gli conferì il canonicato di S. Giovanni Battista a Ravenna (Forlì, Bibl. comunale A. Saffi, Collezione Piancastelli, Carte Romagna 231.12). Nel 1752 entrò a far parte della Società letteraria di Ravenna, allora istituita, e nello stesso anno a Firenze fu coniata in suo onore da Antonio Selvi una medaglia di bronzo che lo ritrae e ricorda le sue ricerche naturalistiche.
Il G. morì a Ravenna il 23 ott. 1753.
Fonti e Bibl.: Rimini, Bibl. civica Gambalunga, Fondo Gambetti (78 lettere del G. al Bianchi, datate tra il 1730 e il 1752); Arch. di Stato di Reggio nell'Emilia, Fondo Brunelli (12 lettere del G. al Vallisneri, delle quali 8 datate tra il 1717 e il 1728); Ibid., Archivio Vallisneri, n. 4 (4 lettere al Vallisneri del 1729); Ravenna, Bibl. Classense, ms. Mob. 3.2.O2 n. 69 (lettera del 14 nov. 1753 sulla morte del G., con notizie biografiche); G. Bianchi, De conchis minus notis liber, Venetiis 1739, pp. 22, 39 s., 44; Nova Acta eruditorum…, Lipsiae 1741, pp. 415-417; Novelle letterarie (Firenze), III (1742), coll. 244-248, 280-282, 292-297; R.A. Ferchault de Réaumur, Mémoires pour servir à l'histoire des Insectes, VI, Paris 1742, pp. 296 s.; J.-F. Séguier, Plantae Veronenses seu Stirpium quae in agro Veronensi reperiuntur methodica synopsis, I, Veronae 1745, p. 186; P.P. Ginanni, Memorie storico-critiche degli scrittori ravennati, I, Faenza 1769, pp. 344-354; F. Mordani, in E. De Tipaldo, Biografia degli italiani illustri, II, Venezia 1835, pp. 55 s.; Id., Vite di ravegnani illustri, Ravenna 1837, pp. 184-188; L. Farini, Biografia di G. G., in A. Hercolani, Biografie e ritratti di uomini illustri romagnuoli, III, Forlì 1837, pp. 47-56 (con ritratto); P. Uccellini, Dizionario storico di Ravenna e di altri luoghi di Romagna, Ravenna 1855, pp. 202 s.; G. Targioni-Tozzetti, Notizie della vita e delle opere di Pier'Antonio Micheli botanico fiorentino, Firenze 1858, pp. 193 s., 228, 274; F. Ginanni, Vita del conte G. G., in G. Ginanni, Opere postume, I, pp. I-XIX; Memorie del conte G. G. inserite negli Atti della Società letteraria di Ravenna dal segretario della medesima, ibid., II, pp. I-VIII; P.A. Saccardo, Della storia e letteratura della flora veneta, Milano 1869, pp. 44 s.; G. Nardo, Bibliografia cronologica della fauna del mare Adriatico, in Atti del R.Istituto veneto di scienze, lettere ed arti, XXXIII (1874-75), 2, pp. 465, 467; A. Silvestri, Contribuzione allo studio dei Foraminiferi adriatici. Nota prima, in Atti e rendiconti dell'Accademia di scienze, lettere e arti degli Zelanti… di Acireale, n.s., VII (1895-96), cl. di scienze, pp. 27-63; Id., Contribuzione allo studio dei Foraminiferi adriatici. Nota seconda, ibid., VIII (1896-97), cl. di scienze, pp. 1-114; Id., Contribuzione allo studio dei Foraminiferi adriatici. Appendice I: I Foraminiferi figurati e descritti da Giovanni Bianchi nel libro "De conchis minus notis", ibid., IX (1897-98), cl. di scienze, pp. 1-47; P.A. Saccardo, La botanica in Italia, Venezia 1895, I, p. 82; II, pp. 54 s.; A. Forti, Origine e svolgimento dei primi studi biologici sul mare in Italia, in Atti del R. Istituto veneto discienze, lettere ed arti, LXXXI (1921-22), 1, pp. 51 s.; A. Neviani, Appunti per una storia intorno ai Foraminiferi dall'antichità al secolo XVIII, in Memoriae Pontificiae Academiae scientiarum novi Lyncaei, s. 3, II (1934), pp. 186 s.; A. Mambelli, La cultura in Romagna nella prima metà del Settecento, Ravenna 1971, pp. 191 s.; V. Bregoli, Ravennati illustri: G. G., in Bollettino economico della Camera di commercio… di Ravenna, XXVII (1972), 3, pp. 219 s.; P. Fabbri, G. e Francesco Ginanni, due naturalisti di fronte alla "scienza umana" illuministica, ibid., XLVIII (1993), 1-2, pp. 83-92; Biografia universale antica e moderna, XXIV, Venezia 1825, p. 321.