GEREMIA, Giuseppe
Nacque a Catania il 19 nov. 1732 da Giacomo e Maria Berretta. Fin da ragazzo dimostrò, secondo l'abate F. Ferrara, "un forte interesse verso la musica" (p. 511) e fu perciò mandato a istruirsi presso il conservatorio di S. Maria di Loreto a Napoli, dove tra il 1742 e il 1755 fu allievo di F. Durante ed ebbe fra i suoi compagni di studio P.A. Guglielmi, A. Sacchini e G. Sigismondo, al quale diede lezioni di canto.
Secondo il Policastro (p. 354), è probabile che il G. realizzasse, quale lavoro finale al termine degli studi, l'oratorio La fuga in Egitto, o Gesù trafugato in Egitto (Napoli, Bibl. del Conservatorio S. Pietro a Majella, Collezioni, 21.5.1). Nel 1759, a Catania, nella chiesa di S. Orsola, sede dell'oratorio dell'Arciconfraternita della Buona Morte, fu eseguito il suo dialogo Il Tobia. Per il carnevale del 1763 fu messa in scena, al teatro Nuovo di Napoli, la commedia per musica, in tre atti, L'innamorato balordo (Napoli, Bibl. del Conservatorio S. Pietro a Majella, Rari, 10.9.9) su libretto di P. de Napoli, con musiche di G. Insanguine, inframmezzate con arie del G. e di N. Logroscino: nei libretti di entrambe le opere il G. viene indicato come "maestro di cappella napoletano".
Secondo alcuni biografi, gli furono offerte, in seguito, le direzioni di alcune cantorie, a Roma e a Torino in particolare, nonché in Russia e in Spagna. Il G. preferì accettare l'invito di C. Deodato, vescovo di Catania, e nel 1773 rientrò nella città natale, per assumere la direzione della cappella della cattedrale, rimasta vacante da alcuni anni, per la morte di Paolo d'Augusta, precedente maestro.
In quell'anno il G. dedicò al vescovo il componimento drammatico Il trionfo di Pallade (su libretto di M. Montesano), che fu eseguito nell'aula dell'Università di Catania, alla presenza delle maggiori autorità religiose e politiche catanesi. Nel 1774, per la festa di S. Agata, diresse nella piazza del duomo il proprio dramma per musica Raab liberata, su libretto di G. Pistorio (l'opera venne replicata nel 1775 e nel 1783). Nella stessa sede fece eseguire diverse proprie composizioni: nel 1783, su incarico dei padri benedettini, con i quali aveva intrapreso un rapporto di collaborazione, diresse il melodramma in tre atti La città di Abella liberata, su testo del Montesano, e, nel febbraio 1800, in occasione della festa patronale, Il Mosè trionfante. Su commissione dei benedettini compose inoltre, per diversi anni, le musiche per la tradizionale festa del Sacro Chiodo.
Sempre nel 1800 il G. rinunciava, per motivi di salute, alla carica di maestro del duomo, facendosi sostituire dal suo allievo G. Castorina.
Oltre a insegnare musica in diversi monasteri, fu attivo come direttore nella cappella di S. Nicolò dell'Arena, alternandosi per diversi anni alla guida della cantoria con V.T. Bellini. I due artisti costituirono una scuola di musica e collaborarono alla realizzazione di dialoghi, oratori e drammi d'occasione, diversi dei quali eseguiti in S. Nicolò.
Il G. morì a Catania nel gennaio 1814.
Fra i suoi allievi si ricordano V. Abatelli, F. Paternò Castello e i già citati Sigismondo, Castorina e Ferrara (per il violino). Non si hanno altre notizie sull'attività musicale del compositore catanese; "ciò che rimase delle memorie e delle opere del Geremia, che doveva esser reso noto dal maestro Salvatore Malerba non fu pubblicato" (Policastro, p. 353).
Oltre ai lavori già citati, si ricordano i seguenti oratori e drammi per musica: L'esaltazione di Mardocheo (1776); Il ritorno di Tobia (1777); Il vittorioso ritorno di Giuda Maccabeo in Samaria (Catania 1781); La liberazione di Lot (1784); Ester (1785); Gioabbo vittorioso di Assalonne (1786); Israele idolatra (1788); Ezechia liberato (1789); Dramma da eseguirsi nel collegio Cutelli (1789); L'esaltazione di Saulle (1790); Il fonte di Orebbe (1799); Il ritorno di Noemi (Catania 1802). Inoltre una Suonata per cembalo (Napoli 1769).
Numerosi manoscritti autografi sono conservati a Catania, al Museo Belliniano, e presso la Società di storia patria per la Sicilia Orientale: si tratta in prevalenza di musica liturgica e di brani sacri per le feste (in particolare quelle del Sacro Chiodo e di S. Agata), tenute per la maggior parte nella cattedrale e nella chiesa di S. Nicolò dell'Arena. Si segnalano quattro Messe brevi (una datata 1810); Missa pro defunctis (1809); Missa brevis pro defunctis; Messa a 5 voci ed a 4; Salve Regina; Credo; Victimae Paschali; Requiem; Litanie; Lectiones defunctorum; Magnificat; Tantum ergo; Gloria; Te Deum; Fuga a cinque voci; un Libro di salmi; e ancora cantate, responsori, antifone, inni, passio, e arie su temi sacri. R. Eitner inoltre segnalava altri lavori a Vienna, Dresda e Londra.
Fonti e Bibl.: Milano, Archivio dell'Ufficio ricerca fondi musicali (per i mss. autografi del G., contenuti nei fondi catanesi). F. Ferrara, Storia di Catania, Catania 1829, p. 511; C. de Rosa, marchese di Villarosa, Memorie dei compositori di musica del Regno di Napoli, Napoli 1840, p. 207; F. Florimo, La scuola musicale di Napoli e i suoi conservatori, IV, Napoli 1881, p. 124; C. Reina, Vincenzo Bellini, Catania 1902, pp. 59 ss.; A. Hughes-Hughes, Catalogue of manuscript music in the British Museum, I, London 1906, p. 443; Dizionario dei siciliani illustri, a cura di R. De Mattei, Palermo 1939, p. 245; G. Policastro, Catania nel Settecento, Torino 1951, pp. 341, 353-361, 363, 378 s.; M. d'Arrigo, I manoscritti musicali di G. G., in Arch. stor. per la Sicilia Orientale, L (1954), pp. 178-195; F. Pastura, Secoli di musica catanese. Ottocento musicale, Catania 1968, pp. 102-110; Catalogo dei libretti d'opera in musica dei secoli XVII e XVIII, a cura di F. Melisi, Napoli 1985, p. 141; D. Danzuso - G. Idonea, Musica, musicisti e teatri a Catania, Palermo 1990, ad indices; R. Eitner, Quellen Lexikon der Musiker, IV, p. 206; X, p. 453; F. Stieger, Opernlexikon, II, Komponisten, 2, p. 402; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, p. 612; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, Appendice, p. 313; C. Sartori, I libretti italiani a stampa dalle origini al 1800, Cuneo 1993, Indici, I, p. 393.