FRANCHINI, Giuseppe
Nato a San Pietro Capofiume di Molinella, a circa 30 km da Bologna, il 6 marzo 1879 da Clemente e da Teresa Neri, si laureò in medicina e chirurgia presso l'università di Bologna nel 1904. Si trasferì quindi a Firenze, presso l'istituto di clinica medica diretto da P. Grocco, ove conseguì il diploma di perfezionamento in clinica medica. Si recò poi a Berlino, ove fu allievo di E.L. Salkowski nell'istituto di chimica fisiologica dell'ospedale della Charité e di N. Zuntz in quello di fisiologia dell'università. Nel 1910 fu a Londra, ove frequentò la clinica tropicale, quindi a Bruxelles e ad Amburgo.
Tornato in Italia, fu dapprima a Catania, quindi nel 1911 a Roma, ove fu assistente di U. Gabbi nel reparto per le malattie tropicali nella clinica medica diretta da G. Baccelli. Era intanto maturato il suo deciso orientamento allo studio della patologia esotica. Di nuovo in Inghilterra nel 1912, fu allievo di R. Ross nella Liverpool School of tropical medicine; dal 1914 fu a Parigi presso l'Istituto Pasteur, ove divenne aiuto di Ch.-L.-A. Laveran. Nel 1911 aveva conseguito a Roma la libera docenza in patologia speciale medica dimostrativa e nel 1913 quella in patologia coloniale esotica.
Allo scoppio della prima guerra mondiale, il F. tornò in Italia per arruolarsi: assegnato come soldato semplice al centro di mobilitazione dell'ospedale militare di Bologna, fu poi destinato all'ospedale da campo 0699 e subito inviato a Cosmos, quindi nella zona Podgora-Sabotino. Promosso tenente e poi capitano, fu nominato direttore dell'ospedale da campo 074.
Nel dopoguerra, ripresa l'attività medico-scientifica, visitò quasi tutte le regioni tropicali e subtropicali dell'Africa, dell'America centrale e meridionale e dell'Asia allo scopo di studiarne le patologie caratteristiche. Nel 1922, alla morte del Laveran, assunse la direzione del laboratorio dell'Istituto Pasteur di Parigi. Nel 1925 ebbe l'incarico dell'insegnamento della patologia tropicale presso l'università di Bologna e della direzione della scuola di perfezionamento in patologia coloniale annessa all'università: era questo il primo insegnamento ufficiale della disciplina in Italia, che comprendeva lo studio delle malattie protozoarie e dei loro agenti etiologici, delle modalità della loro trasmissione, dei loro aspetti clinici, laboratoristici-diagnostici e terapeutici. Incaricato della direzione dell'Istituto di patologia tropicale, nel 1928 insegnò anche spirochetosi e tripanosi al corso di perfezionamento in igiene pratica. Nel 1930 fu chiamato all'università di Modena, ove gli venne affidato l'incarico dell'insegnamento della patologia tropicale: qui fondò e diresse il primo istituto italiano di patologia coloniale, che conferiva diplomi di perfezionamento a medici e veterinari civili e militari e organizzava corsi di specializzazione per infermieri e missionari. L'istituto dall'anno accademico 1934-35 divenne la clinica delle malattie tropicali e subtropicali. Organo ufficiale dell'istituto fu il periodico Archivio italiano di scienze mediche coloniali, fondato a Tripoli nel 1920 da R. Onorato, che dal 1935 mutò titolo in Archivio italiano di scienze mediche coloniali e di parassitologia e dal 1950 in Archivio italiano di scienze mediche tropicali e di parassitologia. Nel frattempo il F. aveva vinto il concorso per la cattedra di clinica delle malattie tropicali e subtropicali dell'università di Napoli.
Oltre all'attività didattico-scientifica, il F. si dedicò a Modena alla raccolta di cimeli esotici, di oggetti artistici e di antichi libri di interesse medico e farmacologico, di esemplari di animali e di insetti vettori di parassiti, di collezioni fotografiche e di moulages di patologia tropicale che costituì il primo nucleo di un museo coloniale tra i più completi del genere allestito in Italia.
Appassionato studioso della patologia esotica, in particolare della parassitologia, il F. fu autore di una serie vastissima di osservazioni, di ricerche e di sperimentazioni che illustrò in circa 600 pubblicazioni su periodici specialistici. In modo particolare e con maggiore frequenza studiò la leishmaniosi, la malaria, l'amebiasi, la lebbra, recando uno dei più significativi contributi italiani allo sviluppo delle conoscenze sulle malattie parassitarie e infettive di origine esotica.
Durante la sua permanenza all'Istituto Pasteur, aveva condotto ricerche ed esperienze su flagellati parassiti di insetti e patogeni anche per altri ospiti, che aveva pubblicato in collaborazione col Laveran (Infezione sperimentale del topo bianco coll'Herpetomonas ctenocephali, in Pathologica, V [1912-13], pp. 605-607; Infections expérimentales de la souris par Herpetomonas ctenocephali, in Comptes-rendus hebdomadaires des séances de l'Académie des sciences de Paris, CLXVII [1913], pp. 423-426; Infections expérimentales des mammifères par des flagellés du tube digestif de Ctenocephalus canis et d'Anopheles maculipennis, ibid., pp. 744-747; Infections des mammifères par des flagellés d'invertébrés, in Bull. de la Société de pathologie exotiqueet des ses filiales, VII [1914], pp. 605-612; Ausujet de l'Herpetomonas ctenocephali de la puce du chien et de sa culture, ibid., XII [1919], pp. 310-313; Infection des souris blanches à l'aide des cultures de Herpetomonas ctenocephali, ibid., pp. 379-383; Sur les flagellés parasites de quelques insectes et sur les infections qu'ils peuvent produire chez les souris, ibid., pp. 665-671; Flagellati di insetti, loro culture e potere patogeno, in Pathologica, XI [1919], pp. 434-440). Importanti contributi dette pure allo studio dei protozoi parassiti, delle loro caratteristiche biologiche e delle malattie delle quali sono responsabili: di particolare importanza furono i suoi studi sulle leishmanie e sulle leishmaniosi (Sulla coltivabilità e sulle modalità di sviluppo della Leishmania Donovani, in Malaria e malattie dei paesi caldi, II [1911], pp. 75-78; Infezione sperimentale nella cavia da Leishmania Donovani, ibid., pp. 98-100; La vita e lo sviluppo della Leishmania Donovani nelle cimici, nelle pulci e nei pidocchi, ibid., pp. 157-162; Sulla resistenza della Leishmania Donovani alle varie temperature, ibid., pp. 227-229; Sulla morfologia e sul ciclo di sviluppo della Leishmania Donovani nelle culture, ibid., pp. 253-257; La vita e lo sviluppo della Leishmania Donovani nelle cimici, nelle pulci e nei pidocchi, in Pathologica, III [1910-11], pp. 429-432; La Leishmania Donovani può vivere e svilupparsi nel tubo digerente dell'anopheles, ibid., pp. 611-613, e in Malaria e malattie dei paesi caldi, II [1911], pp. 325 s.; Leishmanie e zanzare; ulteriori esperienze con zanzare e parassiti splenici, in La Riforma medica, XXVIII [1912], pp. 1355-1358; Il primo caso di leishmaniosi cutanea brasiliana in Italia diagnosticato col reperto del parassita, in Pathologica, V [1912-13], pp. 163-171, in coll. con M. Mantovani; Su diun caso interessante di buba brasiliana, in Il Policlinico, sez. medica, XXXIII [1926], pp. 27-34), sulle amebe e sulle amebiasi (Kultivierbarkeit der Amöben auf Heu, in Berliner klinische Wochenschrift, XLVIII [1911], pp. 714-716; Sullacoltivabilità delle amebe da fieno, in Malaria e malattie dei paesicaldi, II [1911], pp. 130-136, in coll. con D.G. Raspaolo; Riproduzione sperimentale della dissenteria tropicale da entameba nella scimmia, ibid., pp. 189-195; Sull'azione patogena delle amebe da fieno nei conigli, ibid., pp. 291-295; Dissenteria amebica sul fronte italiano. Epidemiologia, decorso clinico, esame microscopico, reperto necroscopico,cura, in Pathologica, XI [1919], pp. 455-459; Su due casi di cistite amebica, ibid., XVII [1925], pp. 271-273; Casi dicistite amebica, ibid., pp. 550-552), su alcune spirochetosi (Reperto di spirochete in un caso mortale di febbre biliosa emoglobinurica, in Il Policlinico, sez. medica, XXXII [1925], pp. 96-104, in coll. con B. Maggesi; Contributo allo studio del sodoku, in Pathologica, XVII [1925], pp. 295-298, in coll. con G. Ghetti; Spirochetosi bronco-polmonare, ibid., pp. 61-65). In generale si interessò a tutta la patologia esotica, specialmente a quella osservata nelle nostre colonie (Contributo alla geografia medica della Somalia italiana, ibid., pp. 438-441; Brevi note di entomologia sulla Somalia e sull'Eritrea, ibid., pp. 494 s.; Le spirochetosi ricorrenti nelle nostre colonie africane, in Atti del III Congresso di studi coloniali, Firenze 12-17 aprile 1937, Firenze 1937, pp. 277-297).
Il F. sostenne la teoria parassitaria dell'origine delle neoplasie: egli riteneva che i vari tipi di parassiti, in aggiunta o in associazione ai discussi fattori fisici (stimolo, compressione, calore), avrebbero potuto agire con la loro sola presenza o mediante le loro secrezioni come "produttori di cancro" (Tumori umani e sperimentali da parassiti animali, in Neoplasmi. Lezioni tenute per iniziativa dell'Istituto sieroterapico milanese…, Milano 1926, pp. 113-149).
Il F. fu autore del volume Patologia tropicale. Clinica delle malattie tropicali. Protozoologia. Entomologia. Nozioni di tecnica generale, edito a Bologna nel 1929, e, in collaborazione con M. Giordano, del trattato Patologia e parassitologia dei paesi caldi, edito a Modena nel 1934: quest'opera, che nel 1936 ricevette il premio Balbi Vallier, contiene un'ampia esposizione delle caratteristiche clinico-epidemiologiche delle patologie tropicali, compresa la descrizione delle cosiddette "psicosi e nevrosi dei paesi caldi", espressioni di episodi depressivi psicofisici imputabili all'effetto del clima sull'equilibrio organico complessivo.
Da ricordare, infine, tra i lavori del F., le commemorazioni del Laveran (C.L.A. Laveran1845-1922, in Science progress, XVII [1922], pp. 293-296; A. Laveran 1845-1922, in Bull. delle scienzemediche, XCIII [1922], pp. 155 s.) e due lavori di interesse storico (Marcello Malpighi [1628-1694], Bolognese physician and philosopher, in Long Island medical Journal, XXIII [1929], pp. 75-83, e in Bulletin of the Johns Hopkins Hospital, XLIV [1929], pp. 427-438; The origin of the university of Bologna, in Annals of medical history, XVI [1932], pp. 187-198).
Membro di numerose società e accademie scientifiche italiane e straniere, il F. ottenne nel 1920 il grand prix Montjon de l'Institut de France per la medicina e la chirurgia e nel 1923 il diploma grand prix dell'Esposizione internazionale di igiene di Strasburgo.
Morì a Zocca, presso Modena, il 3 luglio 1938.
Fonti e Bibl.: Necr. in Atti e mem. della R. Acc. di scienze lettere ed arti di Modena, s. 5, III (1938), pp. XLI-XLII; in Boll. dell'Istituto sieroterapico milanese, XVII (1938), pp. 547-549; in Riv. di parassitologia, II (1938), pp. 351 s.; in Bull. de la Société de pathologie exotique, XXXI (1938), pp. 533 s.; in Annuario della R. Università di Modena per l'annoaccademico 1938-39, Modena 1939, pp. 327 s.; F. Testi, In memoria del prof. G. F., in Atti e mem. della R. Acc. di scienze, lettere ed arti diModena, s. 5, IV (1939), pp. XLIV-LII. Inoltre: A. Delaunay, L'Institut Pasteur dès origines à aujourd'hui, Paris s.d., p. 130; Il prof. G. F. direttore dell'Istituto di patologia coloniale di Modena, in Acta medica Italica, II (1936), pp. 55-65; Curriculum vitae del prof. dott. G. F., Modena 1937; C.G. Mor, Storia dell'Università di Modena, Modena 1963, pp. 215, 346; I. De Carneri, Un secolo di ricerche di parassitologia in Italia. Riflessioni e prospettive, in Parassitologia, XXIII (1981), pp. 14 s.; I. Fischer, Biographisches Lexikon der hervorragenden Ärzte…, I, p. 436.