BERTOLA, Giuseppe Francesco Ignazio
Nacque nel 1676 a Tortona da Gaspare Roveda e da Antonia Francesca, andata sposa, in seconde nozze, all'architetto Antonio Bertola, che lo adottò, dandogli il proprio cognome. Nell'assedio di Torino del 1706 risulta a lato del padre adottivo che dirigeva le difese della città; lavorò in seguito ancora al suo fianco per opere di architettura militare. Venne nominato maestro delle fortificazioni nel 1725 e primo ingegnere del re nel 1732. A differenza del padre, che non ebbe, se non tardi, cariche militari, percorse le tappe di questa carriera fino ai gradi più alti: fu infatti luogotenente colonnello di fanteria (1728), colonnello (1732), brigadiere di fanteria (1735), maggior generale (1744), luogotenente generale (1745) e, infine, generale di fanteria (1754). Come architetto militare si occupò particolarmente del forte della Brunetta (Valle di Susa), succedendo al padre; lavorò poi ai forti di Fenestrelle (forte di S. Carlo, 1727; forte dei Tre Denti, 1730), di Exilles (1738) e di Demonte (1744). Le benemerenze acquisite nell'allestimento del forte di Exilles indussero Carlo Emanuele III a conferirgli il titolo di conte di Exilles (2 marzo 1742). Il nome del B. è inoltre legato alla storia della cittadella di Alessandria, iniziata nel 1728 sulle rovine del borgo di Borgoglio antistante alla città. Fu il B. a suggerire la scelta del sito e a sostenerne con fermezza l'adozione; i lavori, iniziati sotto Vittorio Amedeo II, si protrassero durante il regno di Carlo Emanuele III. In varie parti del Piemonte il B. ebbe modo di mettere a profitto la sua sperimentata pratica in materia di fortificazioni; nel 1746 contribuì con i suoi consigli tecnici alla vittoria sul presidio francese di Asti. Recatosi a Roma nel 1742, fu ricevuto con onore ed anche consultato sulla stabilità della cupola di S. Pietro, secondo una lettera del cardinale Albani al marchese d'Ormea, menzionata dal Claretta. Non risulta che il B. abbia propriamente esercitato attività di architetto civile; si ha però notizia di una sua presenza, per quanto effimera, nella fabbrica iuvariana della palazzina di caccia di Stupinigi.
Il B. fu fondatore della scuola, di artiglieria a Torino; scrisse pure, nel 1721, un "repertorio di fortificazioni", rimasto inedito. Morì a Torino il 22 marzo 1755 e fu sepolto nella Basilica Magistrale Mauriziana.
Nell'Istituto storico e di cultura dell'arma del Genio, a Roma, si trovano documenti che finora non è stato possibile controllare da parte degli studiosi. Lo stesso dicasi per i disegni di fortezze, di grandissimo interesse; non ne sono stati rinvenuti di firmati ma senz'altro ve ne sono vari dell'epoca. Si veda in particolare per la Brunetta, LIX, 3686, 3712; per Fenestrelle, LIV, 3339, 3355, 3359; per Exilles, LXXI, 4556, 4574, 4587, 4588; LXXII, 4602-4608, 4610; LXXXIX, 6257, 6258; per Alessandria, LX, 3783.
Dal B. e da Caterina Maria Cavalleris di Groscavallo nacquero quattro figli: il primogenito Francesco Antonio, conte di Exilles, seguì la professione paterna; figura nei registri delle R. Provvidenze dal 1759; divenne maggior generale e govematore di Fenestrelle (patente del 7 giugno 1775);. morì nel 1780 (v. Brayda-Coli-Sesia, 1963).
Fonti e Bibl.: G. Galli, Cariche del Piemonte, II, Torino 1798, p. 261; A. Manno, Notizie sui Bertola (App. VIII), in Miscell. di st. ital., XVII, Torino 1878, pp. 534 s.; G. Claretta, L'imperatore Giuseppe II a Torino nel giugno del 1769. Memorie anedottiche, in Arch. st. ital., VI(1890), p. 402; Id., I Reali di Savoia munifici fautori delle arti, in Miscell. di st. ital., XXX, Torino 1893, pp. 121 s.; F. Gabotto, Storia di Cuneo, Cuneo 1898, pp. 227 s.; A. Manno, Il patriziato subalpino, II, Firenze 1906, p. 269; G. Sticca, Gli scrittori militari italiani, Torino 1912, p. 173; A. Guidetti, La fortificazione permanente, Torino 1913, p. 28; E. Olivero, L'altare della SS. Sindone ed il suo autore, in Il Duomo di Torino, II(1928), n. 7, pp. 10 s.; T. Santagostino, Settecento in Alessandria, Alessandria 1947, pp. 32 s.; C. Brayda-L. Coli-D. Sesia, Catalogo degli ingegneri ed architetti operosi in Piemonte nel Sei e Settecento, in Atti e rass. tecnica della Soc. ing. e arch. in Torino, XVII(1963), p. 88 (anche per Francesco Antonio); Encicl. Ital., VI, p. 791 (sub voce Bertola Ignazio).