FLAIANI, Giuseppe
Nacque ad Ancarano (oggi in provincia di Teramo) allora nello Stato della Chiesa, diocesi di Ascoli Piceno, da Domenico e da Monica Castagneti, il 4 luglio 1739 (non 1741; v. Rampini). Compiuti in Ascoli gli studi secondari, frequentò a Roma l'archiginnasio della Sapienza, ove conseguì il dottorato in filosofia e medicina nel 1761. Ammesso nello stesso anno nell'arcispedale di S. Spirito in Sassia come giovane di corsia, si dedicò allo studio e all'esercizio dell'anatomia e della chirurgia sotto la guida del celebre chirurgo C. Guattani.
Nominato chirurgo sostituto, nel 1769, fu promosso al ruolo di chirurgo soprannumerario nel 1771 e, in considerazione dei suoi meriti, a quello di chirurgo primario, nonché di prefetto del museo anatomico e di lettore di "notomia pratica" nel 1772.
Al museo anatomico aveva dato avvio lo stesso F. nel 1771 presso il gabinetto e teatro anatomico dell'arcispedale allo scopo di fornire le dimostrazioni pratiche agli studenti che seguivano gli insegnamenti di anatomia e di chirurgia: il museo, il cui primo nucleo era rappresentato da preparati anatomici conservati in alcool e glicerina e da uno strumentario chirurgico donati dal duca di Gloucester a Clemente XIV, era costituito da una splendida collezione di cere anatomiche, eseguite a Bologna dallo scultore G.B. Manfredini sotto la guida dell'anatomista G. Mondini e donate dal cardinale F.S. De Zelada, e da una ricca raccolta di preparati a secco di anatomia patologica. L'istituzione del museo avvenne ufficialmente nel 1772.
Nominato chirurgo ordinario di Pio VI nel 1775, il F. nel '79, alla morte di P.M. Giavina che ne era titolare, assunse il ruolo di professore ordinario di chirurgia operatoria nell'arcispedale di S. Spirito.
L'insegnamento ospedaliero integrava validamente quello impartito presso l'archiginnasio, esclusivo depositario del riconoscimento legale degli studi e dell'autorità a conferire il dottorato; presso l'arcispedale di S. Spirito in Sassia la scuola medico-chirurgica, in particolare lo studio dell'anatomia e della chirurgia pratica, vantava una tradizione risalente al XVII secolo.
Il F. è ricordato come un abilissimo operatore e un profondo conoscitore dell'anatomia umana normale e patologica. Nel museo anatomico che fondò nell'arcispedale di S. Spirito raccolse numerose preparazioni anatomiche dal vero e in cera di svariati organi e apparati: un cenno particolare meritano la collezione di calcoli urinari, l'emicranio con la mandibola articolata donato dal medico danese J.B. Winslow al Guattani e i preparati di interesse otorinolaringoiatrico. In campo chirurgico, pur incline a operare soltanto quando fosse assolutamente comprovata l'indifferibilità dell'intervento, fu in grado di eseguire con audacia e perizia operazioni di ogni tipo: ortopedico, urologico (famoso litotomo, eseguì per primo il taglio perineale a destra), otorinolaringologico (raccolse una vasta casistica di malattie del naso e dei seni paranasali, della laringe, dell'orecchio, ed eseguì interventi di tracheostomia e di estrazione di corpi estranei dall'esofago), oftalmologico (fu autore di interessanti riflessioni su alcune affezioni delle vie lacrimali, sullo pterigio e sull'operazione della cataratta).
Il suo nome è legato alla malattia nota come gozzo esoftalmico, che fu tra i primi a descrivere e nella quale mise in evidenza l'associazione dell'iperplasia tiroidea con i disturbi cardiaci (Sopra un tumor freddo nell'anterior parte del collo detto broncocele, in Collezione d'osservazioni e riflessioni di chirurgia, III, pp. 270-273). Nella descrizione del quadro clinico riscontrato in un giovane pittore spagnolo residente a Roma il F. non segnalava però l'esoftalmo, che è uno dei sintomi caratteristici del vero gozzo tossico, o esoftalmico, e ne testimoniava la guarigione dopo un trattamento a base di bendaggi e unzioni, così che da alcuni è stata messa in dubbio l'identificazione di quella malattia con la vera tireotossicosi. Resta tuttavia la priorità della descrizione dell'associazione tra tumore tiroideo e palpitazioni cardiache sicuramente da ascrivere al F., il quale, d'altra parte, era certamente a conoscenza del gozzo endemico e di altre affezioni della ghiandola tiroidea. La sindrome caratterizzata da gozzo, esoftalmo e tachicardia fu poi attentamente studiata e compiutamente descritta da Rj. Graves nel 1835 e da C.A. von Basedow nel 1840 ed è oggi generalmente conosciuta come morbo di Flaiani - Graves - Basedow.
Tra gli scritti del F. un particolare interesse meritano le sue proposte di riforma del corso di studi per i giovani che si dedicano alla chirurgia e soprattutto i suoi progettì Sopra una riforma, e nuovo regolamento degl'ospedali di Roma, e principalmente dell'apostolico Arcispedale di Santo Spirito, contenuti nei primi due tomi della Collezione d'osservazioni ...: propose infatti una riduzione dei posti letto, rapportandoli alla popolazione e ripartendoli in tre ospedali caratterizzati da specifiche funzioni (ospedale generale, ospedale militare e ospedale dì ricovero e cura per malattie dermosifilopatiche e malattie croffiche non febbricitanti), allo scopo sia di offrire ai medici la possibilità di indirizzare con sicurezza gli infermi senza farli vagare inultimente da un nosocomio all'altro, sia dì contenere l'impegno finanziario dell'amministrazione statale; suggerì precise nonne igieniche (distribuzione degli infermi secondo il tipo di affezione, migliore aerazione dei locali e sistemazione degli ambienti) al fine di prevenire al massimo le febbri nosocomiali; una drastica riduzione dell'allattamento mercenario dei bambini abbandonatì, onde ridurne la mortalità, sostituendolo con latte animale.
Del F. si ricordano ancora: Nuovo metodo di curare le fratture e le lussazioni, Lucca 1777, traduzione dall'opera inglese dì P. Pott, nella quale incluse anche la traduzione di una memoria di R.B.L. Sabatier sulla frattura del collo del femore; Nuovo metodo di medicare alcune malattie spettanti alla chirurgia diviso in quattro dissertazioni, Roma 1786, contenente, tra l'altro, gli elogi storici del Guattani e del Giavina e due singolari osservazioni di chirurgia e di anatomia; Osservazioni pratiche sopra l'amputazione degli articoli, le invecchiate lussazioni del braccio, l'idrocefalo, e il panereccio, Roma 1791, contenente una dedica a Pio VI; Collezione d'osservazioni e riflessioni di chirurgia, in 4 tomi editì a Roma rispettivamente "nell'anno VI dell'era repubblicana" (1798), nel 1800, nel 1802 e nel 1803 (2 ediz. Bologna 1813), costituenti nel loro complesso un ampio trattato delle principali malattie chirurgiche.
Figura molto nota nella Roma dei suoi tempi, il F. era considerato una autorità nella sua professione: tra l'altro fu chiamato a consulto, la sera del 13 genn. 1793, dai medici che avevano preso in cura N.-J. Hugou de Bassville, gravemente ferito in un attentato, al quale ridusse la voluminosa erniazione intestinale fuoriuscente dalla ferita.
Membro di numerose società scientifiche italiane e straniere, fu tra i promotori del giornalismo medico italiano: nel 1808, infatti, incoraggiò il figlio Alessandro a fondare e a stampare a proprie spese a Roma il Giornale medico-chirurgico, mensile che pubblicava un'ampia rassegna di opere di medicina italiane e straniere, non trascurando le scienze affini, chimica e farmaceutica. Il periodico cessò le pubblicazioni nel 1813.
Morì a Roma il 1° ag. 1808 e fu sepolto nella chiesa di S. Maria in Via Lata.
Fonti e Bibl.: [R Vecchietti], Biblioteca picena ossia notizie istoriche delle opere e degli scrittori piceni, IV, Osimo 1795, pp. 178-180; S. De Renzi, Storia della medicina in Italia, V, Napoli 1848, pp. 828 s.; C. Fumagalli, Cenno biografico dell'illustre chirurgo G. F., in Annali universali di medicina, s. 4, CCII (1867), I-XVI, pp. 328-330; A. Zappoli, Brevi illustrazioni ai busti dei medici celebri posti nell'attico dell'Arcispedale Santo Spirito in Sassia, Roma 1868, pp. 137-139; F. Azzurri, I nuovi restauri nell'Archiospedale di San Spirito in Saxia, Roma 1868, p. 15; Bibliografia romana. Notizie della vita e delle opere degli scrittori romani..., I, Roma 1880, p. 124; G. Bilancioni, Le conoscenze e la pratica di otorinolatingoiatria del F., in Bollettino dell'Istituto storico italiano dell'arte sanitaria, IV (1924), pp. 149-167, 177-195, 215-229; Id., Le conoscenze otorino-laringologiche di G. F., in Il Valsalva, I (1925), pp. 75-78; P. Capparoni, Profili bio-bibliografici di medici e naturalisti celebri italiani dal secolo XV al secolo XVIII, I, Roma 1925, pp. 113-115; F. Rampini, G. F. La sua vera patria, la sua data di nascita, in Bollettino dell'Istituto storico italiano dell'arte sanitaria, VII (1927), pp. 255-258; Id., Un altro lato dell'attività scientifica del chirurgo G. F. di Ancarano (1739-1808), ibid., VIII (1928), pp. 192-194; L. Tanzi, La vita e le opere del chirurgo G. F., in Il Policlinico, sezione pratica, XXIX (1928), pp. 1409 s.; G. Natalucci, Medici insigni italiani antichi, moderni e contemporanei nelle Marche, Falerone 1936, pp. 74 ss.; C. Ravasini, L'urologia in Italia, Udine 1936, p. 44; P. Capparoni, Il referto di G. F. sulla ferita di Ugo Bassville, in Atti e memorie dell'Acc. di storia dell'arte sanitaria, s. 2, V (1939), pp. 239-247; A. Pazzini, Biobibliografia di storia della chirurgia, Roma 1948, pp. 173 s., 460, 462; Id., Storia dell'arte sanitaria dalle origini a oggi, II, Torino 1974, ad Indicem; A.. Hirsch, Biographisches Lexikon der hervorragenden Arzte..., II, p. 533; Encicl. ital., XV, pp. 529 S. Sull'intervento del F. per soccorrere il Bassville, si veda Relazione, o sia attestato del dottor G. F. … datata Roma 28febbraio 1793, allegata (pp. 26-29) alla lettera A monsieur Sergio Filalete a Napoli, datata 12marzo 1793e firmata F. G., s.n.t. Sull'insegnamento ospedaliero in Roma e sul ruolo che vi ebbe il F., nonché sul museo da lui fondato, si veda A. Pazzini, La storia della facoltà medica di Roma, Roma 1961, pp. 125-133, 313.