FERRARINI, Giuseppe
Nacque a Parma il 1º maggio 1846 da Giacomo, orefice, e da Maria Luigia Baracchini. Ammesso nel 1862 alla classe di paesaggio dell'Accademia di belle arti di Parma, fu allievo di Luigi Marchesi e Guido Carmignani e nel 1865 partecipò all'esposizione della Società d'incoraggiamento con una veduta della Strada degli Eremitani, vinta dal Comune di Felino (ill. in Godi, 1974, p. 100).
Amico di Adelchi Venturini, con cui rimase in corrispondenza fino al 1892, condivise con lui, oltre le esperienze pittoriche, l'interesse per la fotografia e insieme si cimentarono anche con la litografia.
Nel 1866 ottenne all'Accademia di Parma il primo premio al concorso di paesaggio dal vero con un soggetto più volte dipinto da Marchesi, opera forse identificabile con quella conservata alla Galleria nazionale di Parma, raffigurante il Chiostro di S. Quintino (inv. 568). Questo riconoscimento gli procurò un soggiorno di studi fuori Parma; nel 1868 espose alla Promotrice di Torino e da Firenze nel 1870 inviò a Parma per l'Esposizione nazionale un Ritorno all'ovile, rintracciato presso la Raccolta comunale (Godi, 1974, pp. 99 s.), nonché un'opera dispersa raffigurante L'Arno di Rovezzano presso Firenze.
Sensibile alle esperienze dei macchiaioli si cimentò nel 1876 in un altro soggetto fiorentino con Una veduta dal giardino di Boboli (ibid., pp. 100 s.), ora di proprietà del Comune di Salsomaggiore, mentre nella Raccolta comunale di Colorno sono conservati due suoi paesaggi vinti all'esposizione della Società d'incoraggiamento del 1871, raffiguranti Una veduta del Po e Le Alpi Cozie a Modane. Un terzo dipinto presentato lo stesso anno, intitolato il Lago del Cenisio, di grande effetto luministico, si trova presso una collezione privata di Novi Ligure. Nel 1872 Il folto di un bosco, esposto alla Pinacoteca di Parma, fu acquistato al prezzo ragguardevole di 3.000 lire da François Tiranty e gli valse l'invito a dipingere nel distrutto casinò di Nizza Le stagioni dell'anno. Da Nizza inviò a Parma nel 1878 il Viatico in una via dell'antica San Remo che venne esposto al pubblico al casino di lettura (Bettoli, 1878).
Il F. si sposò due volte, prima nel 1877 con Clio Testi e nel giugno 1881 in Inghilterra, a Brighton, con Marion Adelaide. Insieme con la seconda moglie soggiornò in Australia dal 1881 al 1887; in una galleria di Sidney erano presenti, fino al 1906, due suoi paesaggi, Terreno aurifero in Tasmania e Una foresta bruciata, successivamente venduti a privati. Di ritorno in Italia, dal 1887 il F. si stabilì a Roma, con studio prima in via S. Nicola da Tolentino, n. 72, poi in via Margutta, n. 54, dove il Bettoli (1887) vide varie opere di soggetto australiano e si complimentò per la sua capacità nel dominare la natura con "vedute stereoscopiche". Al periodo romano risale una sua opera, datata 1887, raffigurante una Veduta del Tevere dopo il temporale (Catal. Finarte, dicembre 1987, asta 627, p. 67, n. 230). Nel 1888 espose a Roma "32 bozzetti dell'isola di Caprera" e paesaggi australiani; nel 1889 venne nominato a Parma accademico di merito corrispondente; nel 1890 concorse all'esposizione della Società di incoraggiamento con cinque dipinti, tra cui Campagna parmense, assegnato al conte Sanvitale, e Castagneto in riva al lago di Nemi, vinto dal Comune di Villanova sull'Arda.
Dalla corrispondenza con l'amico Venturini si apprende che ebbe due figli e che nel 1891 era sua intenzione soggiornare a Palermo; dal 1892 si perdono le sue tracce né si conoscono luogo e data di morte anche se nel 1896 C. Ricci lo considerava ancora vivente.
Alla mostra del 1936, dedicata al paesaggio parmense dell'Ottocento, gli fu attribuita un'opera raffigurante I baracconi a Porta Nuova (coll. priv., Parma), confermatagli da R. Tassi (1957), che ora però (comunicazione orale) la assegna ad altro maestro.
Fonti e Bibl.: Parma, Archivio dell'Accad. di belle arti, Registri ammissione allievi, 1862; Ibid., Inventari d. esposizioni della Società di incoraggiamento, 1864-90; A. Rabbeno, Ricordo della prima mostra di belle arti tenuta in Parma, Parma 1870, p. 48; Gazzetta di Parma, 27 aprile e 22 maggio 1872; P. C. Ferrigni, Fra quadri e statue, Milano 1871 pp. 223 s., 230; A. Rondani, Scritti d'arte, Parma 1874, pp. 461-463; Gazzetta di Parma, 4-5 luglio 1876; P. Bettoli, ibid., 31 agosto e 6 sett. 1878; L. Ameni, ibid., 14-18 dic. 1880; P. Bettoli, Un nuovo artista (F. di Giacomo), ibid., 22 apr. 1887; Roma letter., II (1894), pp. 118-120; C. Rieci, La R. Galleria di Parma, Parma 1896, p. 394; A. Alessandri, Notizie sulla vita e sulle opere del pittore parmigiano G. Carmignani, Parma 1910, p. 50; G. Sitti, Il Risorgimento ital. nelle epigrafi parmensi, Parma 1915, p. 373; A. Coma, Diz. della storia dell'arte ital., Piacenza 1930, I, p. 384; Mostra del paesaggio parmense dell'Ottocento (catal.), Parma 1936, pp. 48, 50 s.; G. Allegri Tassoni, Mostra dell'Accademia parmense (catal.), Parma 1952, p. 60; R. Tassi, G. F. e una sua immagine diParma, in Palatina, I (1957), 2, pp. 54 ss.; G. Copertini, La pittura parmense dell'800, Parma 1971, pp. 128 ss.; G. Godi, in Mecenatismo e collezionismo pubblico a Parma nella pitturadell'Ottocento (catal.), Parma 1974, pp. 99 ss., 155 s.; G. Godi - G. Cirillo, Guida artistica del Parmense, Parma 1984, I, p. 228; II, pp. 50, 301; G. Allegri Tassoni, La Società d'incoraggiamento agli artisti degli Stati parmensi, in Arch. stor. per le prov. parmensi, s. 4, XXXVI (1984), pp. 549 s., 553 s., 558, 560 s.; M. Giusto, La città scomparsa. Parma nell'Ottocento, Parma 1991, pp. 18 s.; A. Musiari, Adelchi Venturini, Parma 1994, pp. 10, 35, 38, 40, 46 s., 59, 97; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, XI, p. 461.