FERRARI, Giuseppe
Nacque il 21 dic. 1843 a Roma da Giuseppe e da Maddalena Micontelli. Nel 1863 si iscrisse ai corsi dell'Accademia di S. Luca, divenendo allievo del ritrattista A. Marini.
Di indole meditativa, alle vedute urbane di Roma - dove si stabilì lavorando negli studi di via Margutta, n. 55, e di via Flaminia, n. 44 - preferì gli ampi spazi della campagna inglese e romana, il deserto ed i paesaggi della Tunisia e della Palestina che, alla metà degli anni Settanta, visitò, rimanendo affascinato dalla grandiosità e dalla tragica solitudine che, in maniera differente, tali luoghi esprimevano. Dai viaggi in Africa e in Oriente riportò numerosi schizzi e bozzetti, tradotti in tele di grande respiro che risentono della luce accecante di quei luoghi.
Nel 1877 espose Una strada a Tunisi alla Royal Academy of arts di Londra. Introdotto da P. Tosti, vero e proprio mecenate degli artisti italiani all'estero, m Inghilterra fu attratto dalle ricerche di luce e di atmosfera di J. M. W. Turner e dal naturalismo di J. Constable. Tornato in Italia, ottenne all'Esposizione nazionale di belle arti di Torino del 1880 uno dei tre premi con Il 27 ott. 1870a Colombey, episodio della guerra franco-germanica (L'Illustrazione italiana, 26 dic. 1880, pp. 400, 407 ripr.).
Con soggetti derivati dai suoi viaggi fu presente nelle maggiori mostre italiane e straniere: nel 1879 l'acquarello dal titolo Saluto arabo venne premiato alla Esposizione internazionale d'arte di Monaco di Baviera (dove il F. espose anche nel 1888 e nel 1901); mentre nel 1881 prese parte a Roma alla VI Esposizione della Società degli acquarellisti, della quale era socio, con il dipinto Ebrea tunisina, partecipando a quella dell'anno successivo con Sognatori girovaghi, Costume di Gerusalemme, Studio di testa e Ragazza ebrea.
Dopo un breve soggiorno londinese, compiuto nel 1883 per esporre Uno studio alla Royal Academy, partecipò nello stesso anno alla prima Esposizione internazionale di belle arti di Roma con Le tre Marie;nel 1884 prese parte con Via dolorosa all'Esposizione generale italiana di Torino.
Nel 1891 partecipò con E. Coleman, S. Frangiamore e G. Sciuti alla decorazione del villino di Francesco Durante a Roma, dove, nell'atrio del primo piano, si trovano ventinove lunette raffiguranti paesaggi della Sicilia e della Campagna romana (A.V. Jervis, in La pittura in Italia. L'Ottocento, Milano 1991, II, p. 767). Nello stesso anno, sempre a Roma, prese parte alla XVI mostra della Società degli acquarellisti, con alcuni ritratti e con Costume arabo, e nel 1892 espose due ritratti a pastello alla LXII Esposizione della Società degli amatori e cultori di belle arti. A Milano espose sia alla prima Esposizione triennale di Brera (1891) sia, nel 1892, alla Esposizione della Permanente, che aveva indetto per quell'anno una rassegna internazionale di acquarelli.
Appartengono alla sua produzione ritrattistica ad acquarello il Ritratto di signora del 1881 (Rieti, Museo civico), il Ritratto della signora Richard del 1888 (donato nel igoi alla Galleria nazionale d'arte moderna di Roma) e il Ritratto di signora, firmato e datato 1893 (donato nel 1923 da Eugenia Barnes Richard alla Galleria d'arte moderna di Milano, dove si conserva anche il Ritratto di signora a pastello, del 1900, donato nel 1933 da Ida Rava Blum).
Nel 1895 partecipò alla prima Esposizione internazionale d'arte della città di Venezia (Biennale), dove espose Transeat a me calix iste e l'acquarello Son sola, acquistato in questa occasione dalla Galleria nazionale d'arte moderna di Roma e qui conservato insieme a Cristo nel Getsemani (1895), all'acquarello Testa muliebre (1896) e alla Marina di Civitavecchia;nel catalogo della mostra veneziana (p. 90) si legge, inoltre, che il F. per "l'Università Romana dipinse il grande quadro allegorico Le quattro Facoltà che aspirano alla Sapienza" (ubicazione ignota).
A fianco di pittori come N. Costa, V. Cabianca ed E. Coleman, aderì alle istanze innovative del gruppo "In arte libertas", nel tentativo di opporsi all'accademismo della capitale. Partecipò frattanto alle esposizioni organizzate dalla Società degli acquarellisti, a quelle della Società amatori e cultori di belle arti (1896) e all'Esposizione nazionale di Torino (1898).
Nel 1904 fu tra i fondatori dei gruppo dei XXV della Campagna romana insieme con Coleman, O. Carlandi ed altri, partecipando all'approfondimento della ricerca luministica in autentiche campagne pittoriche nelle vicinanze di Roma. L'anno dopo prese parte con un acquarello alla VI Biennale veneziana.
Il F. morì a Rieti il 4 agosto del 1905.
Nel 1921 alla prima Biennale romana furono esposti due suoi ritratti. Gran parte delle sue opere furono vendute dalla famiglia nell'aprile del 1924.
Fonti e Bibl.: Necrologio, in L'Illustraz. ital., 13 ag. 1905, p. 153; VI Esposiz. annuale della Società degli acquarellisti in Roma, Roma 1881, p. 11; Esposiz. internazionale di belle arti. Indicazioni per il visitatore, Roma 1883, p. 34; U. Fleres, Esposiz. di belle arti in Roma, in Arch. storico dell'arte, IV (1891), p. 143; Contessa Lara, La LXIII esposiz. della Soc. amatori e cultori di belle arti, in Natura e arte, II (1891-1892), 14, p. 111; L. Chirtani, Dall'Esposiz. della Permanente in Milano, ibid., II (1892-93), 15, p. 316; A. Melani, Prima Esposiz. internaz. d'arte della città di Venezia, in Emporium, I (1895), 6, p. 488; A. Graves, The Royal Academy of arts, London 1905, II, p. 100; P. Scarpa, Acquarellisti romani della fine dell'Ottocento, in L'Urbe, II (1937), 15, p. 15; P. Frandini, Nino Costa e l'ambiente artistico romano tra il 1870 ed il 1890, in Aspetti dell'arte a Roma dal 1870 al 1914 (catal.), a cura di D. Durbè, Roma 1972, p. 33; A. M. Damigella, La pittura simbolista in Italia 1885-1900, Torino 1981, p. 80; R. Mammucari, La Società degli acquarellisti in Roma, Velletri 1987, pp. 134 s.; E. Crispolti, La pittura del primo Novecento a Roma (1900-1945), in La pittura in Italia, Il Novecento/1, Milano 1992, I, p. 461; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, XI, p. 455.