FEDE (Fedi, Fide), Giuseppe
Nacque a Pistoia intorno al 1639-1640; insieme con il fratello Francesco Maria appartenne a una nota e numerosa famiglia di musicisti.
La prima documentazione che si conosca è relativa alla sua presenza nelle istituzioni musicali romane, in particolare nella cappella Liberiana di S. Maria Maggiore, dove il F. fu cantore soprano dal luglio 1653 al marzo 1656. In seguito ottenne un beneficio ecclesiastico nella medesima basilica, dove, soprattutto dopo la sua giubilazione dalla cappella Sistina, risulterà spesso presente. Parallelamente al suo incarico alla Liberiana, "quale soggetto in vero qualificato sì per la sua voce come anche per il modo nobilissimo del cantare", svolse un'intensa attività presso le corti principesche di Roma sia nel genere della cantata sia in quello melodrammatico e lo stesso impegno profuse anche nel restante periodo della sua carriera.
Nel carnevale del 1654 e del 1656 interpretò la parte di donna Elvira nel melodramma Dal male il bene (libretto di Giulio e Giacomo Rospigliosi, musica di A. M. Abbatini e M. Marazzoli) rappresentato nel teatro dei Barberini alle Quattro Fontane e a palazzo Farnese. Nel medesimo periodo (1654-1656) fu al servizio dei principi Ludovisi in qualità di virtuoso castrato e successivamente, nel 1658, ebbe la protezione del cardinale Federico Sforza. Negli anni 1659-1663, 1669-1674, figura anche come "gentiluomo" nelle Giustificazioni di casa Colonna.
Dal 16 dic. 1658 al 15 nov. 1662 operò stabilmente nella cappella Giulia di S. Pietro in Vaticano, fra i soprani. Il giorno di S. Cecilia del 1660 interpretò la parte principale nell'"attione musicale" S. Cecilia, rappresentata dai musici della cappella Giulia per conto del seminario di S. Pietro, con musica di G. A. Carpani.
Il 23 ott. 1662 fu ammesso nella cappella Sistina, senza concorso, per ordine di Alessandro VII, fra i soprannumerari. Nell'ambito di questa istituzione ricoprì le cariche di puntatore (1672), camerlengo (1682-1684) e maestro di cappella (1680 e 1688); dal 31 ott. 1687 godè della giubilazione. Il 18 genn. 1664 risulta assente poiché "partì con licenza de' padroni per Venetia" (da dove rientrò il 12 aprile successivo); nel gennaio-marzo 1665 vi si recò di nuovo per prendere parte a rappresentazioni melodrammatiche, proseguendo un'attività che lo porterà spesso, negli anni successivi, a cantare in altri centri d'Italia e d'Europa, presso i quali la sua fama di virtuoso si era propagata.
Nel 1666 chiese licenza dalla cappella Sistina per recarsi al servizio temporaneo della cappella di corte dell'elettore di Baviera; rimase presso quel principe fino al 1667. Tale periodo va delimitato entro la fine della quaresima del 1666 e il 25 marzo 1667; infatti, il 19 marzo 1666 egli risulta presente all'oratorio del Crocifisso in S. Marcello. Il 25 marzo 1667 cantò tra i musici per il "4º Oratorio"; altre sue presenze sono registrate nella medesima istituzione dal 29 marzo 1666 al 12 marzo 1667.
Il 30 luglio 1667 il F., insieme con F. Verdoni, prese parte a una cantata a 3 (testo di G. Lotti, musica di C. Caproli), eseguita in onore di Clemente IX Rospigliosi. Il 5 genn. 1668 cantò insieme con il fratello Francesco Maria ne La comica del cielo ovvero La Baltasara, libretto di G. Rospigliosi, papa Clemente IX, musica di A. M. Abbatini, melodramma rappresentato. nel palazzo Rospigliosi, interpretando la parte di Baltasara, "prima donna". Il 17 febbraio dell'anno successivo cantò probabilmente ne L'Empio punito (libretto di F. Acciaiuoli, musica di A. Melani), rappresentato nel palazzo del connestabile L. O. Colonna in Borgo. Il 2 sett. 1669, insieme con il fratello, cantò in una Ricreatione in musica composta da G. A. Pignatta per conto di Pompeo Azzolino.
A partire dal 6 ag. 1673 fu uno dei tredici guardiani della Congregazione dell'oratorio del Crocifisso in S. Marcello dei serviti e ottenne anche la carica di maestro di cappella, rimpiazzando il collega sistino T. Tizi. Durante la stagione dell'anno santo 1675 all'oratorio di S. Giovanni dei Fiorentini il F. fu uno degli interpreti principali dei seguenti oratori, tutti musicati da A. Masini: S. Dorotea (10 febbraio), Lo sposalitio di Salomone (24 febbraio), La morte di Saul (24 marzo), Tobia (16 aprile).
Il 2 maggio 1675 il F., che svolgeva spesso anche attività di maestro di cappella in istituzioni ecclesiastiche romane (dall'ottobre 1682 alla fine del '92 fu spesso presente a S. Maria della Consolazione), fu autore della musica eseguita nella chiesa-oratorio di S. Marcello per la festa della S. Croce. Inoltre, per l'onomastico della regina di Spagna Maria Luisa d'Orléans compose un Applauso festivo, serenata a tre voci, eseguita nella sede dell'ambasciatore spagnolo G. de Haro y Guzman marchese del Carpio, a piazza di Spagna, il 6 ag. 1681. Non si conoscono a tutt'oggi fonti musicali relative alla sua attività di compositore.
Gli impegni professionali extra cappella Sistina, sempre numerosi, costringevano il F. a continue assenze, che qualche volta facevano anche spazientire il puntatore pro tempore: "tutti presenti eccettuati però li signori Fede e Francesco Maria Fede, li quali vogliono essere sempre privilegiati a gli altri, e scansar la fatica, hebbero licenza dal signor maestro di cappella". Il F. era in ogni caso considerato "inolto meritevole non solo per esser quel gran virtuoso che è soprano insigne, ma anche commodo de' beni di fortuna, e molto piacevole" (Bibl. apost. Vaticana, Capp. Sistina, Diario n. 101, 1683, c. 53).
Nell'ottobre 1682 il F. prese parte ad accademie musicali in casa del card. Benedetto Pamphilj e l'anno successivo (marzo-aprile) cantò nell'oratorio S. Maria Maddalena di A. Scarlatti (libretto dello stesso Pamphilj), fatto eseguire nel Seminario romano. Nei primi di febbraio 1687 prese parte all'accademia in musica organizzata dalla regina Cristina di Svezia per festeggiare l'"assonzione al trono di Giacomo Secondo, re d'Inghilterra" (libr. di A. Guidi, musica di B. Pasquini), sostenendo la parte di Londra; a capo dell'orchestra costituita da centocinquanta strumentisti ad arco fu A. Corelli. Il 12 ag. 1688 il F. e suo fratello Francesco Maria, insieme con I. Cerruti e F. Vulpio, presero parte a una "serenata" in onore dell'ambasciatore di Spagna a Roma, organizzata dai duchi Sforza e dai principi Savelli e Chigi.
Il F. appartenne alla Congregazione dei Musici di S. Cecilia; il 5 ott. 1661 è registrata per la prima volta la sua presenza nei libri delle congregazioni, mentre il 14 nov. dello stesso anno fu incaricato di svolgere il ruolo di "festarolo" e di cantare durante i vespri per la ricorrenza di S. Cecilia. È lui molto probabilmente il F. cui il violinista, compositore e cantante C. Mannelli, personaggio di spicco della Congregazione, dedicò la seconda delle sue Sonate a tre (Roma, G. A. Mutij, 1681). La sua presenza è anche spesso registrata fra i musici straordinari durante celebrazioni speciali in vari istituti religiosi di Roma: S. Luigi dei Francesi (1683-1686); basilica di S. Pietro (1669); basilica di S. Maria Maggiore (1672-1673); chiesa e oratorio di S. Girolamo della Carità (1673-1686); S. Giacomo degli Spagnoli (1688); cappella Paolina (Borghese) a S. Maria Maggiore (1689-1692); basilica di S. Lorenzo in Damaso (1691-1699).
Esercitò anche attività di compositore e maestro di cappella in varie occasioni e non trascurò l'insegnamento. Tra i suoi allievi va menzionato il tenore P. Santi Garghetti. È probabilmente sua creazione l'inno Crudelis Herodes per l'Epifania, di cui si conserva copia a c. 100 del codice Vaticano Sistino 221 (datato 1688).
Il F. morì a Roma il 22 luglio 1700 e due giorni dopo gli furono celebrate le esequie nella chiesa del Gesù.
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