ENEA, Giuseppe
Nacque a Palermo il 27 ott. 1853 da Leonardo e Marianna Cavallaro.
I dati biografici dell'artista sono stati variamente riportati dalla bibliografia critica, ma è ora possibile precisare le date di nascita e di morte grazie alla consultazione dei documenti anagrafici conservati presso il Comune di Palermo.
Fu allievo del pittore, decoratore e scenografo Enrico Cavallaro, con il quale esegui fra il 1889 e il 1896 gli ornati in monocromo della navata centrale e della navata destra della chiesa di S.Francesco d'Assisi a Palermo, andati distrutti in seguito ai bombardamenti dei secondo conflitto mondiale. Per la formazione dell'E. fu importante anche l'apprendistato presso il decoratore fiorentino Tito Covoni, autore degli elementi ornamentali del salone da ballo del principe di Vitalia e del villino Bordonaro a Palermo e di quelli dei palazzi della prefettura, Chiaramonte e D'Alì a Trapani.
Come testimonia un bicchiere-ricordo di proprietà degli eredi (Palermo), l'E. partecipò all'Esposizione universale di Parigi del 1889, benché i suoi dipinti non siano menzionati nel catalogo generale della mostra, in cui fu pubblicata soltanto una selezione delle opere esposte. Negli anni 1890-91 con Rocco Lentini e lo stesso Cavallaro l'E. realizzò le piccole figure che adornano le pareti e i soffitti dei ridotti del politeama Garibaldi (cfr. A. Lo Forte Randi, Ilpoliteama Garibaldi di Palermo, in Natura ed arte, I [1891-92], p. 1057). Un pastello dell'E. fu segnalato poi fra le migliori pitture esposte alla Mostra regionale di belle arti di Palermo del 1895 (cfr. Id., Mostra reg. di belle arti in Palermo. La pittura, ibid., IV [1894-95], p. 447).
Una lettera datata 30 ott. 1893e indirizzata da Ernesto Basile a Giuseppe Sciuti (Pirrone, 1984, p. 167) testimonia che l'intervento di quest'ultimo nella decorazione del teatro Massimo fu subordinato a quello dell'E., il quale nel 1896 vi realizzò un fregio con amorini variamente atteggiati nella cosiddetta "sala pompeiana" e scene di vendemmia nell'attiguo corridoio.
La decorazione alla pompeiana era del resto un genere molto diffuso in Italia alla fine del secolo XIX e particolarmente in Sicilia, perché le piccole figure dai colori ispirati alla decorazione fittile siciliota davano la possibilità di coniugare esotismo e memoria locale, eleganza decorativa ed erudizione archeologica.
Per la sua abilità nel dipingere putti l'E. venne soprannominato il "Serpotta pittore" (Palermo 1900, 1981, p. 199), ma il trompe-l'oeil a pastello intitolato Fregio fiammingo, già esposto alla Mostra di belle arti di Torino del 1898 (cfr. Esposizione nazionale del 1898 … Edizione illustrata, Torino 1898, p. 45) e ora conservato alla Galleria comunale d'arte moderna di Palermo, e quello della Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea di Roma, in cui con straordinario verismo è resa perfino la polvere che sembra velare i fregi con gli amorini, sono ispirati piuttosto al bassorilievo di Francesco Duquesnoy nella cappella Filomarino della chiesa dei Ss.Apostoli di Napoli, mentre il pastello raffigurante La Musica dei Civico Museo Revoltella di Trieste (cfr. Catalogo, a cura di F. Firmiani e S. Molesi, Trieste 1970, p. 60) presenta un palese riferimento agli stucchi di Antonio Raggi nella chiesa dei Gesù a Roma.
Nel 1897 l'E. partecipò all'esposizione artistica tenutasi nei locali dell'hôtel de la Paix di Palermo (cfr. Palermo1900, 1981, p. 231) e due anni dopo alla mostra regionale di belle arti di Palermo, presentando delle imitazioni di arazzi (cfr. Claudus, Mostra reg. di belle arti in Palermo, in Natura ed arte, IX [1898-99], p. 300). L'E. collaborò alla decorazione delle principali dimore signorili palermitane di fine Ottocento: villa Whitaker, 1889 (cfr. Giuffrida-Chiovaro, 1986, p. 23), palazzo Francavilla, 1893-95 (cfr. Majorca Mortillaro, 1905, pp. 73, 75, 78), villino Florio, 1899-1903 (cfr. Bossaglia, 1987, p. 496), e villa Igiea (cfr. Sessa, 1980, p. 13), dipingendo grottesche, grisailles e ornamentazioni fioreali. Senipre a Palermo esegui inoltre le volute e i festoni monocromi del soffitto della cappella di S. Giuseppe nella chiesa di S. Domenico (1898: cfr. Majorca Mortillaro, 1907, p. 164); le decorazioni andate perdute dei palazzi Tasca e Florio e i restauri degli affreschi settecenteschi di palazzo Mazzarino. Nel 1901 l'E. partecipò alla IV Esposizione internazionale d'arte della città di Venezia con un pastello intitolato Infanzia gioconda attualmente non reperibile (cfr. Quarta Esposizione… di Venezia. Catal. illustrato, Venezia 1901, p. 196).
Per la successiva edizione della mostra del 1903 l'E. curò l'allestimento della parte pittorica delle due sale del Mezzogiorno secondo un progetto ideato da una commissione coordinata da Ernesto Basile ed esegui lo schienale dipinto di un divano realizzato dalla ditta Ducrot (riprodotto in Quinta Esposizione … di Venezia 1903. Catal. illustrato, Venezia 1903, p. 126 tav. 96). Nel 1905, sempre a Venezia, espose una pittura su legno intitolata Bambocciata attualmente non reperibile (cfr. Sesta Esposizione … di Venezia 1905. Catal. illustrato, Venezia 1905, p. 128).
L'E. fece dunque parte di quel manipolo di artisti attivi negli edifici costruiti ed arredati da Ernesto Basile nel clima del primo modernismo siciliano, a metà tra la stagione dei revivals ottocenteschi locali e l'Art nouveau.
L'11 febbr. 1899 l'E. si sposò in seconde nozze con la pittrice Marianna Mortillaro, nata a Palermo il 10 marzo 1865 da Giuseppe e Rosalia Dabbene. L'E. fu per molti anni professore di decorazione all'istituto di belle arti di Palermo (Majorca Mortillaro, 1907, p. 164).
Mori a Palermo il 13 apr. 1907.
Nel 1915 un suo ventaglio fu esposto alla Mostra del ventaglio patriottico tenutasi al Circolo artistico palermitano, manifestazione ideata a favore dei soldati che combattevano al fronte (cfr. Palermo 1900, 1981, p. 227).
Fonti e Bibl.: G. Pipitone Federico, I dintorni di Palermo, III, in Palermo e l'Esposizione nazionale del 1891-92, 1892, 24, p. 191; D. Mantovani, All'Esposizione generale di Torino. La mostra di belle arti, II, in Natura ed arte, VII (1897-98), p. 720; Il teatro Massimo di Palermo, in L'Illustr. ital., 9 genn. 1898, p. 34; E. Basile, Il grand hotel "Villa Igiea" in Palermo, in L'Edilizia moderna, X (1901), p. 19; V. Pica, L'arte mondiale alla V Esposizione di Venezia, Bergamo 1903, p. 46; G. Soulier, La Cinquième Exposition internationale d'art à Venise, in L'Art décoratif, V (1903), p. 137; R. Savarese, L'arte decorativa moderna in Sicilia, in L'Arte decorativa moderna, II (1903), p. 19; L. M. Majorca Mortillaro, Il palazzo Francavilla in Palermo, Palermo 1905, pp. 73, 75, 78; Id., La cappella dei Majorca nel Pantheon di S. Domenico in Palermo, Palermo 1907, p. 164; A. Barilaro, S. Domenico di Palermo. Pantheon degli uomini illustri di Sicilia, Palermo 1971, p. 105; G. Pirrone, Palermo liberty, Caltanissetta-Roma 1971, p. 10; Id., in Mostra del Liberty a Palermo. Civica Galleria d'arte moderna, Palermo, maggio-giugno 1973, Palermo 1973, p. 12; E. Bairati-R. Bossaglia-M. Rosci, L'Italia liberty. Arredamento e arti decorative, Milano 1973, p. 196; R. La Duca, La città perduta. Cronache palermitane di ieri e di oggi, III, Palermo 1977, p. 104; E. Sessa, Mobili e arredi di E. Basile nella produzione Ducrot, Palermo 1980, p. 13; Palermo 1900, Palermo 1981, pp. 137 s., 199, 227, 231, 249; R. Bossaglia, Il Liberty siciliano, in Storia della Sicilia, X, Palermo 1981, pp. 155, 165; M. Accascina, Ottocento siciliano. Pittura, Palermo 1982, pp. 72 s.; G. Pirrone, Il teatro Massimo di G. B. F. Basile a Palermo 1867-97, Roma 1984, pp. 147, 167; S. Troisi, IFlorio e la cultura artistica in Sicilia tra Ottocento e Novecento, in R. Giuffrida-R. Lentini, L'età dei Florio, Palermo 1985, p. 126; R. Giuffrida-R. Chiovaro, La villa Whitaker a Malfitano, Palermo 1986, p. 23; R. Bossaglia, Archivi del Liberty italiano. Architettura, Milano 1987, p. 496; U. Mirabelli, Variazione perpetua, in Ettore De Maria Bergler. Galleria d'arte moderna (catal.), Palermo 1988, pp. 7, 18, 22, 24; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, X, p. 525; Diz. enc. Bolaffi, IV, p. 233.