DEVASINI (De Vasini), Giuseppe
Nacque a Milano il 20 marzo del 1822.
Le prime notizie circa la sua attività si possono reperire fra le pagine del registro degli alunni iscritti nel conservatorio di musica della città natale, ove si legge che il 1º nov. 1835 il D. intraprese lo studio del fagotto sotto la guida del maestro A. Cantù, diplomandosi il 6 sett. 1843. È comunque certa in questi anni la pratica dell'armonia e del contrappunto da parte del giovane: nella primavera del 1841 esordì come compositore, presentando al teatro del conservatorio un'opera lirica, Francesca da Rimini, su libretto di F. Romani. Dei tre atti che compongono il melodramma, il D. ne scrisse soltanto il primo in collaborazione con P. Bellini, mentre gli altri due sono opera di G. B. Meiners. La parte composta dal D. e dal Bellini venne accolta con molte riserve: P. Lichtenthal, per esempio, ne sottolineò, nell'Allgemeine musikalische Zeitung (XLIII [1841], p. 572), lo scarso interesse.
La produzione del D. dal 1840 circa sino alla sua morte consta di un cospicuo numero di composizioni, scritte in genere per commemorare speciali avvenimenti; il più delle volte sono brani dedicati ad un organico bandistico (dal momento che egli stesso fu per alcuni anni direttore della banda dell'esercito), ma fra essi si trovano anche pezzi per pianoforte, liriche e musica da camera, melodrammi, operette e musica sacra. L'esiguità delle composizioni pervenute, spesso senza precisa datazione, non consente di tracciare un coerente percorso storico-critico dell'attività del D.; tale cammino è però ricostruibile attraverso le critiche apparse nelle pagine della Gazzetta musicale milanese in occasione delle prime dei suoi lavori melodrammatici, lavori dei quali peraltro non è rimasta traccia.
Il 5 e l'8 febbr. 1842, sempre al teatro del conservatorio, andò in scena Un giorno di nozze, un'opera buffa in due atti che il D., ancora una volta in collaborazione con P. Bellini, scrisse su libretto di Jannetti.
Il critico della Gazzetta musicale di Milano si soffermò con interesse sulla rappresentazione al conservatorio: nei numeri del 13 e del 20 febbr. 1842 si legge che l'esecuzione del melodramma fu particolarmente felice, anche se si trattava di musica facile ed ingenua, tuttavia, non le difettava quell'esser "dettata con gusto", quel possedere una "schietta ispirazione", che indubbiamente dovettero risultare graditi a pubblico e critica.
Il D. dunque, pur oscurato dal nascente astro verdiano, riscuoteva successo, tant'è che nel 1846 il musicista presentò al teatro Re di Milano il suo terzo melodramma, Le due sorelle di Corinto, un'opera seria in tre atti, interpretata in quell'occasione dal soprano A. Bosio. Nel febbraio del 1847 l'opera venne rappresentata a Casale Monferrato dove molto probabilmente il D. conobbe e sposò Rosa Rosinganna. Nel febbraio del 1847 il D. mise in scena al teatro Re anche un'operetta-vaudeville, Iciarlatani in Ispagna, sulibretto tratto dall'originale di A. E. Scribe, ma senza riscuotere un gran successo.
Fu nel corso di questi anni che il D. iniziò la sua attività di direttore e compositore di musica per banda, mettendo così a frutto, ed al contempo perfezionando, la sua indubbia abilità di orchestratore specialmente per gli strumenti a fiato. Il 31 genn. 1853 apparve in cartellone al teatro Re una nuova opera, il melodramma storico Bianca di Belmonte, in quattro atti, su libretto di A. Carozzi.
La critica sottolineò quanto il D. fosse creditore di altri compositori, specie di Verdi e di Mercadante. Nel formulare tale giudizio il recensore non teneva però conto del difficile clima di concorrenza artistica che specialmente gli operisti minori vivevano in quel tempo a Milano; in tal modo, ai suoi occhi, risaltavano subito con evidenza quelli che erano i difetti della musica del D., mentre egli non apprezzava gli spunti originali del compositore milanese, quali un'orchestrazione vivace e corposa e una facilità espositiva che avevano subito larga presa sul pubblico.
Nel 1857 il D. divenne insegnante e poi direttore dell'istituto musicale di Ostiglia e nel febbraio dello stesso anno presentò al teatro Sociale di Novara l'operetta in due atti Il casino dicampagna, su libretto di L. Camoletti, ottenendo un lusinghiero successo. Tornò alle platee milanesi solo nel 1870, per mettere in scena al nuovo teatro Re una favola poetica su testi di U. Ubaldi, intitolata Guerra di fate. La prima ebbe luogo il 27 agosto.
In quell'occasione apparve un interessante resoconto dello spettacolo sulle pagine della Gazzetta musicale, che ribadiva, a distanza di anni, le critiche mosse al D. di mancanza d'inventiva originale. Tale giudizio doveva però scontrarsi con il favore che il pubblico tributava allo spettacolo del teatro Re, poiché il critico stesso ammetteva che la musica divertiva l'uditorio. Facilità, brio e "ricchezza di concetti", riconosciuti dal critico della Gazzetta ed apprezzati dal pubblico, nascevano sicuramente dall'esperienza acquisita dal D. nelle vesti di compositore d'occasione e direttore di banda, quando cioè l'impatto con la platea era immediato e correva sul filo di vivi stimoli emotivi.
Per quanto riguarda altri lavori melodrammatici del D., si conosce il titolo di un'opera a lui attribuita, Corrado (1854?), ma l'assenza di precisi riscontri ne mette in dubbio l'effettiva esistenza.
Tra il 1869 ed il 1870 il D. accettò l'incarico di dirigere l'orchestra ed il coro dell'Opera del Cairo, trasferendosi quindi nella città egiziana. Qui morì il 21 giugno 1878. Dal suo matrimonio con Rosa Rosinganna aveva avuto un figlio, Edoardo, nato nel 1848.
Tra le composizioni del D. si ricordano, conservate nella Biblioteca del conservatorio di Milano e per lo più senza indicazione di data: Fantasia per fagotto ed orchestra (ms. A. 35.41/13), Sinfonia per l'accademia finale del 1842 (ms. A. 61.78.2), Sinfonia a piena orchestra; Inaugurazione della nuova capitale;l'Omaggio alla vittoriosa armata prussiana; Pensiero per pianoforte; La zingarella; Cialdini al passaggio del Po; Inno-Marcia funebre; Messa solenne a versetti; la riduzione per pianoforte e canto del melodramma Le due sorelle di Corinto; Sestetto per flauto, oboe, due clarinetti, corno e fagotto concertanti; Metodo per cornetta o fliscorno Si bem. servibile anche per Genis Mi bem. e fliscorno basso Si bem., scritto in collaborazione con G. Filippa. Si ricordano inoltre la mazurka Fede (Ostiglia, Fond. Coreggiati, Mss. mus. B. 259); l'inno Libertà, Padova, Bibl. universitaria; il ballo storico La Pulzella d'Orléans (Milano, Bibl. del teatro alla Scala); la riduzione per pianoforte e canto dell'opera di A. G. Montuoro, Fieschi, in collaborazione con A. Galli, Londra, British Library, Add. mss. F 1296.
Per quanto riguarda gli scritti didattici, sono da ricordare, anche se irreperibili, tre edizioni della casa editrice Devasini: Tre grandi duetti per bombardoni; (24) Esercizi progressivi per bombardone ed i Sei studi da concerto per trombone e bombardino, tutti pubblicati nel 1880 circa a Casale Monferrato.
Fonti e Bibl.: Allgemeine musikalische Zeitung, XLIII (1841), p. 572; XLIV (1842), p. 883; Gazzetta musicale di Milano, I (1842), 13 febbr., p. 28; 20 febbr., p. 5 (Suppl.);VI (1847), 14 febbr., p. 53; XII (1853), 6 febbr., p. 29; XVI (1857), 8 febbr., p. 47; XIX (1870), 4 sett., p. 283; L. Sanguinetti, Storia del teatro Re, Milano 1969, pp. 77, 94; A. Caselli, Catalogo delle opere liriche pubbl. in Italia, Firenze 1969, p. 142; The Catalogue of Printed Music in British Library to 1980, London 1983, XVI, p. 278; Catalogo del Fondo musicale della Biblioteca dell'Opera Pia Coreggiati, Milano 1983, p. 176; F.-J. Fétis, Biogr. univ. de musiciens, III, p. 9; F. Clément-P. Larousse, Dict. des opéras, Paris 1897, pp. 483, 512; C. Dassori, Opere ed operisti (1541-1902), Genova 1903, p. 140; G. Salvioli-C. Salvioli, Bibliografia univ. del teatro drammatico italiano, Venezia 1903, p. 671; F. Pazdirek, Universal Handbuch der Musikliteratur, II, Wien [sd], pp. 244 s.; A. E. Wier, The Macmillan Encycl. of music and musicians, London 1938, p. 445; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, p. 442; B. Rossi, Diz. dei musicisti casalesi e monferrini, Casale 1942, p. 25; U. Manferrari, Diz. univ. delle opere melodrammatiche, I, Firenze 1954, p. 313; Encicl. della musica Ricordi, II, p. 46; La Musica, Diz., I, p. 522; F. Stieger, Opernlexikon, Komponisten, Tutzing 1977, I, p. 265; Diz. encicl. della musica e dei musicisti. Le biografie, II, p. 485.