DEL MORO, Giuseppe
Figlio del pittore quadraturista Lorenzo e di Alessandra di Andrea Loi, nacque a Firenze nella parrocchia di S. Felice in Piazza, il 31 genn. 1718 (Firenze, Opera di S. Maria del Fiore, Registro dei battesimi, Maschi, 1718-1719, p. 56). Alla morte del padre (1735) era già "molto bene da esso introdotto nel disegno" (Firenze, Bibl. naz., Mss. Palat. E.B 9.5: F. M. N. Gabburri, Vite ... [1719-41], III, cc. 1780 ss.). In data 15 genn. 1740 risulta ammesso fra i novizi dell'Accademia del disegno di Firenze (Arch. di Stato di Firenze, Accad. del disegno, 23) in cui ricoprì incarichi diversi negli anni 1778-1781 (ibid., 62).
Un breve necrologio apparso sulla Gazzetta toscana ne elenca le opere, per lo più registrate anche dalle guide: questo e le più recenti ricerche documentarie (Panichi, 1975; Pellegrini, 1982) sono al momento le uniche fonti che ci permettono di ricostruirne l'attività. Nel 1752 risulta aver fornito modelli pittorici per la Galleria dei lavori in pietre dure di Firenze (González Palacios, 1979; Id., 1986, p. 125 [doc.]). Nel '54 collaborò con V. Meucci alla decorazione della galleria della villa Ginori a Doccia, con finte architetture: già Th. Salmon nello Stato presente di tutti i paesi e popoli del mondo, XXI, Venezia 17573 pp. 89-98, descrivendo l'ambiente, accanto ai dipinti del Meucci raffiguranti i procedimenti di creazione della porcellana, ricorda anche l'intervento del "famoso" G. Dei Moro (Ginori Lisci, 1963).
Fra l'aprile 1761 e il maggio '63 il D. risulta impegnato nell'esecuzione della volta della collegiata di S. Andrea a Empoli, sempre a fianco del Meucci (Bucchi, 1903), col quale collaborò anche, nello stesso periodo, alla decorazione del Buon Consiglio in S. Stefano degli Agostiniani, sempre a Empoli (Bucchi, 1916).
Poco dopo, nel '64, lo troviamo attivo a Pistoia nella chiesa di S. Leone, già della Congregazione dello Spirito Santo, dove, ancora in collaborazione col Meucci e a fianco di M. Tesi, realizzò la prospettiva architettonica delle pareti laterali del coro (Tigri, 1854). Nell'aprile 1768, insieme con G. Damiani Brigonzi fu chiamato ad. approntare nel giardino della Petraia una "caffetteria" e una "reggia di Nettuno popolata di mostri marini", in occasione del pranzo che il conte Francesco Saverio Orsini di Rosenberg offrì alla regina delle due Sicilie. Maria Carolina, sorella del granduca Pietro Leopoldo, in visita a Firenze (F. Borroni Salvadori, Memorialisti e diaristi... Spigolature d'arte..., in Annali della Scuola normale superiore di Pisa, classe di lett. e filos., s. 3, IX [1979], p. 1223).
Dal 1769 (Panichi, 1975) data l'inizio dell'attività del pittore nell'ambito della villa di Poggio Imperiale.
Al D. si devono riferire le decorazioni parietali delle tre sale a mezzogiorno, probabilmente quelle stesse che l'anonimo estensore del necrologio (1781) definisce dipinte di "architettura seria". e della sala di Diana con "bosco inimitabile".
Fra il '79 e l'8 i fu attivo nella Galleria degli Uffizi, dove dipinse alcune volte del corridoio di ponente, danneggiate dal fuoco nel '62, e altre due stanze, oggi perdute (Pellegrini, 1982). Infine, in data imprecisata eseguì, ancora a fianco del Meucci, la quadratura del soffitto della chiesa di S. Anna sul Prato andata perduta, quella della volta della chiesa delle Murate (probabilmente del 1771-72 circa, come si può arguire dalla notizia della Gazzetta toscana del 1772, che tuttavia non cita il D., limitandosi a ricordare la parte figurata dovuta a G. Gricci: Follini-Rastrelli, 1795; Paatz, 1952) e "diversi sfondi e stanze di Paesi, rottami e ornamenti a uso delle Logge Vaticane" nel real casino detto "della Livia" fatto costruire dal granduca Pietro Leopoldo nel 1775 su disegno di B. Fallani: di questa ultima decorazione sopravvivono oggi solo due ambienti.
Morì a Firenze il 29 ott. 1781.
Fonti e Bibl.: Necr., in Gazzetta toscana, 29 ott. 1781, pp. 175s.; V. Follini-M. Rastrelli, Firenze antica e moderna illustrata, VI, Firenze 1795, p. 19;VII, ibid. 1797, p. 155;F. Tolomei, Guida di Pistoia, Pistoia 1821, p. 58;G. Tigri, Pistoia e il suo territorio, Pistoia 1854, p. 185;G. Bucchi, La pieve di S. Andrea a Empoli, in L'Illustratore fiorentino..., per l'anno 1904, Firenze 1903, p. 156; O. H.Giglioli, Empoli artistica, Firenze 1906, pp. 28 s.; G. Bucchi, Empoli illustrata, Firenze 1916, pp. 23, 99;G. Morazzoni, Doccia, in Dedalo, III (1922-23), 2, p. 462; A. Chiti, Pistoia, Pescia 1931, p. 222 (erroneam. indicato come Lorenzo); W. e E. Paatz, Die Kirchen von Florenz, IV, Frankfurt am M. 1952, p. 347;L. Ginori Lisci, La porcellana di Doccia, Firenze 1963, p. 39; O. Panichi, in Villa di Poggio Imperiale. Lavori di restauro e di riordinamento, 1972-1975, Firenze 1975, p. 24; A.González Palacios, Commessi granducali e ambizioni galliche, in Florence et la France. "Rapports sous la Révolution et l'Empire", Firenze 1979, p. 70; O. Panichi, Ilrinnovamento dell'architettura e della decorazione di interni a Firenze nell'età leopoldina, ibid., pp. 19, 33;L. Pellegrini, La Galleria degli Uffiziin età neoclassica; alcuni documenti inediti nell'Archivio di Stato di Firenze, in Paragone, XXXIII (1982), 387, pp. 86, 88; A. González Palacios, Iltempio del gusto ..., I Milano 1986, I, p. 125; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, XXV, p. 162 (sub voce Moro, Giuseppe del).