CUPPINI, Giuseppe
Pittore-architetto, nacque a Ravenna nel 1750 (Martinetti Cardoni).
Ancora molto poco si conosce della sua biografia, così come è assai esiguo il numero delle sue opere superstiti. La fonte principale per una prima ricostruzione del suo operato è costituita tuttora da una breve nota del Martinetti Cardoni. Risulta che il C. si educò prima in Bologna e poi in Roma, dedicandosi prevalentemente agli studi di architettura e di ornato, nonché alla progettazione di apparati funebri (per Camillo Morigia: cfr. Atti., 1796) o per festeggiamenti (cfr. Atti.., 1802). Si sa anche che egli svolse', in Ravenna, una intensa attività didattica e che fu socio sia dell'Accademia Clementina di Bologna (risulta tra i premiati nel concorso Fiori per l'architettura del 1773: cfr. Atti) sia dell'Accademia di Perugia. Studioso, inoltre, dei monumenti ravennati, pubblicò a Ravenna, nel 1816, Discorso apologetico sulla tomba di Teodorico re degli Ostrogoti.
Due solamente le opere rimaste del Cuppini. La prima è nella chiesa di S. Maria Maddalena in Ravenna. Si tratta di un complesso di decorazioni ad affresco ubicate nella tribuna ed eseguite nel 1784 (Ricci).
Raffigurano finte architetture con colonne scanalate ovvero a finto marmo e capitelli corinzi, motivi decorativi a festoni fitomorfi, rosoni, lesene; nella semicupola dell'altar maggiore, una balaustra con due vasi bruciaprofumi. Sulle pareti di sinistra e di destra, al di sopra di due porte dipinte, si trovano due monocromi in rosa raffiguranti Gesù resuscita Lazzaro (a sinistra) e la Maddalena penitente (a destra), quest'ultimo di evidente ascendenza reniana.
Impostato su lezioni prospettiche riconducibili ad ambiti di tradizione bibienesca. questo complesso (in ottimo stato di conservazione) non è molto lontano, stilisticamente e cronologicamente, dall'altro (anch'esso in ottimo stato), assai più articolato, nella chiesa della Madonna del Torrione, sempre in Ravenna, eseguito nel 1790 (Ricci). L'edificio, ottagonale all'esterno, mostra internamente una pianta circolare, con due cappelle laterali e una nicchia di fondo dove è collocato l'altar maggiore. Le pareti e la volta sono interamente decorate ad affresco: gli ornati e le prospettive si devono al C., mentre le figure di angeli a Giuseppe Santi.
Sulle pareti l'artista dipinse balaustre, volte prospettiche a crociera con ghirlande, otto colonne scanalate con capitelli corinzi; mentre negli otto spicchi della volta si alternano medaglioni con simbologie mariane. Sulla curva della volta a botte nelle due cappelle di sinistra e di destra, sono situati due medaglioni circondati da ghirlande con figure allegoriche bianche su fondo rosso pompeiano; mentre sulle pareti si affrontano, ciascuno per parte, due grandi vasi tra un ramo d'ulivo e uno di quercia.
Da tali opere superstiti, si avverte quanto il C. avesse dovuto meditare ed esercitarsi sugli esempi bolognesi dell'ultimo quarto del Settecento, con un riguardo, tuttavia, anche ad altri fatti, come sembrano testimoniare, ad esempio, i due bruciaprofumi in S. Maria Maddalena, che sembrano una derivazione piranesiana. Il C. morì in Ravenna nel 1843.
Fonti e Bibl.: Bologna, Accad. di belle arti, Attidell'Accad. Ciementina, III, 1773, c. 175; IV, 1796, c. 282; IV, 1802, c. 435; P. Zani, Enc. metodica... delle Belle Arti, I, 7, Parma 1821, p. 256; G. Martinetti Cardoni, Vite brevi degli artefici defunti che fecero per Ravenna opere esposte al pubblico, Ravenna 1873, pp. 15 s.; C. Ricci, Guida di Ravenna [1878], Mirano 1983, pp. 59, 174; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VIII, pp. 202. s.