CRAFFONARA (Graffonara), Giuseppe
Figlio di Giuseppe, un muratore ladino originario di La Valle in Val Badia, e Teresa Marini, nacque a Riva del Garda (Trento) il 7 sett. 1790; a nove anni fu costretto, per la morte del padre, a lavorare anch'egli come muratore, quindi come imbianchino.
Assistito dal pittore rivano P. Canella e dall'ornatista veronese P. Maratoli, si esercitò nel disegno, fino a quando, per il mecenatismo dell'ingegnere F. Malacarne, poté iscriversi (1816) all'Accademia di belle arti di Verona, quindi, nel 1819, passare a Roma con una borsa di studio biennale della Provincia del Tirolo. A Roma studiò con A. Pozzi, facendosi notare soprattutto per il talento nell'eseguire copie di studio dai maestri. Ne fu un saggio la Deposizione dalla Croce (1818-19) da Raffaello lodata dal Canova e donata al governatore del Tirolo conte di Bissengen (oggi conservata nel Ferdinandeum di Innsbruck).
Nel 1820, presso la stamperia De Romanis di Roma, il C. pubblicava la prova più alta di questa sua dote di copista: I più celebri quadri delle diverse scuole italiane riuniti nell'appartamento Borgia del Vaticano, disegnati e incisi... da G. Craffonara brevemente descritti da G. A. Guattani, una raccolta di quarantuno bulini dedicati al pontefice Pio VII, il quale premiò l'artista con medaglia e titolo di cavaliere.
Sino al 1830, anno in cui si stabilì a Riva del Garda, il C. alternò soggiorni a Verona, Riva e Rovereto con la residenza a Roma, dipingendo anche opere originali.
Tra le opere di questo periodo: La famiglia Malacarne, Verona (ora in casa Cassinis ad Este); ritratti Meneghelli di Riva del Garda (dispersi tra eredi vari); affreschi nel tempietto dell'Armonia, allora eretto a Rovereto nel giardino di villa Bridi in omaggio a Mozart; la decorazione della cappelletta di casa Rosmini (sempre a Rovereto); S. Virgilio in gloria (parrocch. di Stenico, Trento); Addolorata (1825, arcipretale di Riva del Garda); S. Caterina (1829, chiesa dei cappuccini a Rovereto); altra S. Caterina (altare Martini nella parrocchiale di Calliano, presso Rovereto); Madonna "Refugium peccatorum"(1830, cappella del giardino Bridi a Rovereto); Assunta (1834, arcipretale di Riva del Garda). Ad un soggiorno trentino si deve, tra l'altro, la commissione fattagli dal podestà di Trento conte Giovanelli della serie dei Medaglionidei trentini illustri disegnati dal C., ma affidati al bulino di altri (A. Testa, G. Marucci, ecc.), serie pubblicata a Trento dal Marietti nel 1830. Stabilitosi a Riva del Garda nel novembre del 1830, diede inizio alla sua attività più intensa, come pittore di pale d'altare, come frescante, come ritrattista.
Nel 1833 (il contratto è del 1832, l'esecuzione di un anno dopo), intraprese ad affresco la Via Crucis (Noli me tangere) sotto i portici del cimitero vecchio di Bolzano, rimasta incompiuta per la morte (frammenti nel Museo civ. di Bolzano: la prima e la seconda stazione sono di A. Psenner; i bozzetti su tela si trovano presso l'ospedale di Riva del Garda); a Riva del Garda affrescò, negli ultimi anni della sua vita, l'oratorio di S. Croce: si conserva solo Gesù che porta la Croce, ora all'esterno della chiesa parrocchiale; su commissione di A. Rosmini dipinse l'Addolorata (casa Rosmini a Rovereto), la Cena di Emmaus (chiesa dei rosminiani a Stresa) ed altre tele sacre e ritratti; del 1836 sono l'Apoteosi di s. Bartolomeo, affrescata nella chiesa di Fraveggio presso Vezzano (Trento) e la Madonna col Bambino, dipinta, sempre ad affresco, sulla facciata della sua casa (ora staccato, propr. Bettinazzi, Riva del Garda).
Molte altre opere rimasero incompiute per la prematura morte dell'artista; suoi dipinti si trovano presso il Museo civico di Riva del Garda, il Museo provinc. d'arte di Trento, il Ferdinandeum di Innsbruck.
Il C. morì a Riva il 12 ag. 1837.
Se per la limpida correttezza del disegno il C. si colloca nella tradizione neoclassica, ci appare per altro verso anche legato all'esperienza purista, specie nei dipinti sacri, che sono in prevalenza. La sua vita fu costantemente ispirata ad un sincero sentimento religioso, reso più cosciente dai contatti con il Rosmini, che egli cercò di tradurre nelle sue opere sacre. Ciò fa supporre che nei suoi anni romani avesse guardato con interesse ai "nazareni": del resto nei dipinti a soggetto religioso sono costantemente presenti le suggestioni o i modelli di Perugino e di Raffaello, ed i toni freddi di marca neoclassica si accendono nelle gamme cromatiche alte e metalliche, come in un Overbeck. Nelle opere di soggetto profano (Ebe abbevera l'aquila di Giove, Innsbruck, Ferdinandeum; Apoteosi della musica, Rovereto, tempietto dell'Armonia) l'adesione anche iconografica al gusto neoclassico si esprime più liberamente; così pure nei numerosi ritratti, che indubbiamente formano la parte più interessante della sua opera: se quello del Canova (Trento, Museo nazionale) è una copia alquanto raffreddata di quello del Lawrence che si conserva alla Gipsoteca di Possagno, altri, oggi in collezioni private, nei quali la suggestione del modello era meno imperativa, ce lo attestano osservatore attento e capace di restituire, in pochi tratti e con accordi discreti, le caratteristiche psicologiche e persino sociali del personaggio.
Bibl.: Fr. Müller, in Kunstblatt, 16 ott. 1820, pp. 331 s.; Roma, Ist. Enc. Ital.: A. De Alisi, Cenni biogr. degli artisti atesini e trentini [ms. sec. XX], ad vocem; E. Zaniboni, G. C. pittore... [1913], a cura di R. Maroni, Trento 1954 (con bibl. precedente; ediz. anast. 1977); A. M. Comanducci, Pittori italiani dell'Ottocento, Milano 1935, p. 166; H. Hochenegg, Die Tiroler Kupferstecher, Innsbruck 1963, p. 104; G. Polo, G. C., in Il Trentino, IV (1967), 12, pp. 20 ss.; B. Passamani, Fatti e monumenti artistici del Sommolago, in Il lago di Garda. Storiadi una comunità lacuale (Atti del Congresso int. ... Ateneo di Salò, Salò 1969, 1, p. 317; L'incis. trentina dalle origini ai giorni nostri (catal.), a cura di N. Rasmo-L. Lambertini, Trento 1971, p. 52; N. Rasmo, Pitture murali in Alto Adige, Bolzano 1973, pp. 67 s., 78 (anche in lingua tedesca); L. Servolini, Diz. ill. d. incisori ital. moderni e contemp., Milano 1955, p. 225; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VIII, pp. 46 s.