CONTI, Giuseppe
Nacque a Pellegrino Parmense (Parma) il 17 genn. 1779 da Bartolomeo e Caterina Marrubbi. Ancora giovanetto fu avviato agli studi ecclesiastici presso un collegio gesuita di Parma, dove si distinse soprattutto nello studio delle discipline scientifiche. Ultimato il consueto corso di studi, ricevette gli ordini sacri. Nel 1801 gli fu conferita la cattedra di ripetitore di fisica sperimentale e di matematica nel locale collegio "Lalatta" (poi convitto "Maria Luigia"), incarico che conservò fino al 1808. Durante questo periodo diede alle stampe due opere: Proposizioni fisico-matematiche, Parma 1805; Proposizioni di geometria, ibid. 1906.
Chiamato a Napoli ad insegnare ai figli di un alto funzionario del Regno, il 17 ag. 1809 fu nominato socio corrispondente del Reale Istituto d'incoraggiamento alle scienze naturali, una fra le più importanti istituzioni scientifiche fondate durante il "decennio francese" (306-1815). Professore di fisica sperimentale, di chimica e mineralogia nella scuola di applicazione della direzione generale di ponti e strade, il C. fece altresì parte della commissione per la riforma del sistema dei pesi e misure, che, in quegli anni, si voleva stabilita nel Regno: a tale scopo costruì nel .suo laboratorio i primi modelli unificati di pesi e misure.
Gli anni dal 1815 al 1845 vedono dispiegarsi l'attività del C. quale inventore e tecnico accreditato presso la restaurata monarchia borbonica, che cercò di portare avanti, potenziandola, l'opera di rinnovamento e riammodernamento della struttura economica del Regno già iniziata durante il decennio francese.
In queste vesti, il C. costruì su ordine del re due bilancieri per la Zecca reale; risolse il problema dell'azionamento idrico dei filatoi della manifattura serica di San Leucio (Caserta), problema fino adallora giudicato insolubile a causa della lontananza e del dislivello esistenti tra la manifattura e le acque dei fiume che dovevano alimentarla (cfr. G. Giucci, p. 419). Nel 1824 gli fu concesso da parte di Ferdinando I un brevetto d'invenzione per uno speciale tessuto di ferro particolarmente adatto per la costruzione di ponti e per le armature dei tetti (cfr. F. Del Giudice, p. 189). Tale tessuto consentì al C. di progettare ponti sospesi in ferro non solo più resistenti ed economici di quelli fino allora in uso, ma anche di più facile esecuzione e manutenzione. Altre invenzioni che, negli anni successivi, gli valsero il brevetto, furono: nel 1832, una macchina a vapore a bassa pressione, la prima - secondo G. Giucci, p. 420 - costruita in Italia; nel 1837, un nuovo congegno atto ad agevolare la mietitura dei cereali (cfr. F. Del Giudice, p. 195); nel 1845, un nuovo metodo atto a utilizzare vantaggiosamente la forza motrice delle cadute d'acqua, applicabile anche a correnti di bassa velocità (cfr. G. Giucci, p. 420).
Nel VII congresso degli scienziati italiani, tenutosi a Napoli nell'autunno del 18453 il C. fu eletto membro della commissione per le irrigazioni nel Regno. A partire da questa data non si hanno piú notizie di lui, sebbene gli Atti del R. Istituto d'incoraggiamento alle scienze naturali del 1855 (VIII, p. IX) annoverino ancora il suo nome tra i soci corrispondenti nazionali ed esteri.
Fonti e Bibl.: Gazzetta di Parma, 3 febbr. 1827, pp. 37-40; G. Giucci, Degli scienziati ital. formanti Parte del VII congresso in Napoli nell'autunno del 1845. Notizie biografiche, Napoli 1845, pp. 419 ss.; Atti del R. Istituto d'incoraggiamento alle scienze naturali di Napoli, VIII (1855), p. IX; F. Del Giudice, Notizie istor. del R. Istituto d'incoraggiamento.... ibid., t. X (1863), pp. 97, 187, 189, 195; G. B. Janelli, Dizionario biogr. dei parmigiani illustri, Genova 1877, p. 125; R. Montali, L'abate G. C. naturalista fisico e matematico, in La Giovane Montagna (Parma), 15 dic. 1939; 15 genn. 1940.