COLARIETI TOSTI, Giuseppe
Nacque a Rieti il 20 luglio 1873, da Icilio e Marta Rossi. Proveniente da una facoltosa famiglia di orefici, se ne staccò a vent'anni, quando decise di praticare l'attività di pittore. Dal 1893 al 1896 visse a Firenze, dove frequentò gli ambienti artistici locali; nel 1896 si trasferì a Roma, dove si diplomò presso l'Accademia di belle arti. Nella capitale il C. costituì un punto di riferimento dei giovani artisti che si rifacevano al divisionismo; fu in rapporti di amicizia con Giuseppe Pellizza da Volpedo, che aveva conosciuto a Firenze nell'anno 1893 e che ospitò a Roma nel febbraio del 1896. Notizia di questo episodio si trova in una lettera inviata da Pellizza a Angelo Morbelli, datata febbraio 1896 (Fiori, 1968, p. 184): "fui a trovare Colarieti il quale volle che prendessi posto nella sua camera, abbastanza spaziosa, e così dormii presso di lui il tempo che ancora mi trattenni a Roma... Colarieti è convintissimo del sistema divisionista, i suoi ultimi lavori sono condotti con questo mezzo: ha lo studio in Via Margutta. Vende di tanto in tanto e può mantenersi a Roma senza essere di grave dispendio alla famiglia". Nel novembre 1897 sposò Laura Agamennone, e si trasferì a Milano, dove versò in difficili condizioni di vita, pur pubblicando articoli di informazione e di critica artistica ed archeologica, mentre la moglie ricamava (Fiori, 1968, pp. 217 s.). Fatto ritorno a Rieti nel 1901, e ottenuta una cattedra d'insegnamento presso il locale istituto tecnico, si dedicò con rinnovato impegno agli interessi archeologici. Nominato conservatore del Museo civico di Rieti, provvide al suo riordinamento, restaurando egli stesso alcune opere. Si occupò della conservazione del patrimonio artistico di Rieti e dintorni: riscoprendo e restaurando affreschi medievali, pubblicando saggi, raccogliendo opere d'arte antica. Citiamo qui i restauri degli affreschi duecenteschi nella abbazia di S. Pastore e di quelli del convento dei padri domenicani; disegnò un altare marmoreo per la cappella di S. Giuseppe, nel duomo; restaurò due sale dell'episcopio, del XIII secolo. Col progredire della sua attività il C. si dedicò sempre piùesclusivamente al restauro che saggiamente limitava al massimo, senza indebite ridipinture. Continuava tuttavia a dipingere paesaggi, ritratti, soggetti religiosi. Lasciato dopo alcuni anni l'insegnamento, passò alle dipendenze della Sovraintendenza ai monumenti della Umbria; in questa regione trascorse, con brevi interruzioni, tutto il resto della sua vita. Nel 1914 fu a Montefalco, dove visse molti anni, eseguendo fra l'altro notevoli restauri ai dipinti di Benozzo Gozzoli e Melozzo da Forlì. Uomo di spirito ascetico, il C. soggiornò a lungo nei conventi umbri. I principali ripristini da lui effettuati sono: la cappella Eroli nella cattedrale di Spoleto, decorata dal Pinturicchio (1931: A. Bertini Colosso, in Rivistadell'Ist. di archeol. e storia dell'arte, II [1953], p. 310); gli affreschi di Ottaviano Nelli da Gubbio nella cappella di palazzo Trinci a Foligno (F. Merli, La cappella di Nelli..., in Il Popolodi Roma, 12 maggio 1934); la cappella del Transito nella basilica di S. Maria degli Angeli ad Assisi; la cappella Baglioni in S. Maria Maggiore a Spello (Rassegna d'arte umbra, III [1921], p. 91); la pala del Signorelli nella cattedrale di Perugia; numerose tavole e tele della Pinacoteca nazionale di Perugia. Ma multiforme era la personalità artistica del C.: modellatore e decoratore di vasi, piatti e piastrelle, disegnava i motivi dei ricami eseguiti nella florida manifattura per biancheria da casa e personale che la moglie aveva creato a Rieti. Il C. fu anche autore di numerosi componimenti poetici in dialetto reatino: Versi in vernacolo reatino MCMXV, Rieti 1916; Dodici sonetti..., in Poesia, marzo 1923; Due sonetti..., in Terra sabina, II (1924), 33 p. 96; Terra in Sabina, in Gli Arrisicatori, I (1926).
Morì a Rieti il 26 maggio 1949.
Scritti: Notizie. Rieti. Arte antica, in Arte e storia, XV (1896), p. 47; Conserviamo l'antico. Note storiche intorno alla città di Rieti, Rieti 1897; Processi pittorici. La pittura murale. La pittura a tempera,a pastello,a guazzo,all'uovo,ad olio,all'acquarello, ibid. 1900; La chiesa di S. Agostino e il sepolcro del poeta, in Onorando il poeta A. M. Ricci, Città di Castello 1901; Il ritorno da Gerusalemme dell'imperatore Tito... nella cupola del teatro Vespasiano di Rieti, in Arte e storia, XXII (1903), pp. 73 s.; Vincenzo Monti agente in Roma del Comune di Rieti,ibid., p. 120; Il Garibaldi della Scopa e la Contessa d'Albany,ibid., pp. 140 s.; In memoria di Giuseppe Ferrari, Rieti 1906; Per le nozze della... marchesa Clarice Vecchiarelli... Lettera di Filippo IV re di Spagna... al card. O. Vecchiarelli, Rieti 1906.
Fonti e Bibl.: Necr., in Il Mattino dell'Italia centrale, 4 giugno 1949; Comune di Tortona, Manoscritti di Pellizza da Volpedo, Tortona s. d., passim (carteggio dal 1893 al 1899); Archivi del divisionismo, a cura di T. Fiori, Milano 1968, ad Indicem; P. Pambuffetti, G. C. T., in Montefalco. Boll. mensile della Pro Montefalco, III (1939), pp. 60 s.; F. Palmegiani, Un pittore restauratore. G. C. T., in Il Messaggero, 13 dic. 1949.