CIGNOZZI, Giuseppe
Nacque l'8 luglio 1652 a Chianciano (Siena) da Ruggero e Giulia Lodi, ambedue originari del luogo. Compì nella cittadina natale gli studi fino ai sedici anni, recandosi poi per completarli a Firenze; qui seguì dei corsi di medicina, facendo pratica nell'ospedale di S. Maria Nuova, e contemporaneamente seguì in S. Marco le lezioni di filosofia del padre G. Massai. Si laureò nel 1678, entrando poi a far parte del Collegio fiorentino dei medici; divenne amico del Redi, e fu probabilmente grazie a questo appoggio che, dopo un esame fattogli dal Redi stesso, egli fu ammesso tra i sanitari della corte medicea.
Il C. occupa un posto nella vita medica toscana del tardo Seicento, se non nella storia della medicina, grazie all'edizione del Libro d'Ippocrate dell'ulcere, con le note pratiche chirurgiche di G. Cignozzi (Firenze 1690), che ebbe una certa diffusione nell'epoca e che Redi commentò favorevolmente.
Il messaggio essenziale del libro consiste in una difesa della medicina "semplice" (con la quale denominazione s'intende una prassi terapeutica che fiancheggi e agevoli il naturale e fisiologico risanamento) contro il ricorso immotivato a sostanze e pozioni di cui erano colpevoli sia certa tradizione ciarlatanesca sia la medicina "chimica" d'estrazione paracelsiana e helmontiana. Un tale intento, se pur metteva giustamente in luce inganni, eccessi e stravaganze, non ha tuttavia in sé molto di prettamente moderno: esso esprime piuttosto quanto di più serio e ponderato esisteva nella tradizione medica del filone ippocratico e salernitano; nel suo appello alla natura non v'è sperimentalismo, ma solo un aderire ai medicamenti "naturali" che esprime sfiducia nella possibilità di consistenti progressi farmacologici. Ciò appare chiaramente dalle indicazioni date dal C. per la medicazione delle ulcerazioni, che ammettono il ricorso al vino, ma anche all'acqua comune, purché limpida.
L'11 apr. 1691 la principessa Anna Maria Luisa de' Medici sposò l'elettore palatino Giovanni Guglielmo di Neuburg, e portò il C. a Düsseldorf come medico personale. Questi però, dopo avervi soggiornato per tre anni, tornò a Firenze, dove esercitò nuovamente la funzione di medico di corte.
Morì a Firenze il 15 ott. 1730.
Fonti e Bibl.: F. Redi, opere, I, Venezia 1728, pp. 51, 192, 244; S. De Renzi, Storia della medicina in Italia, IV, Napoli 1846, pp. 416, 536; D. Giordano, Un commentatore del "Libro delle ulcere" di Ippocrate ed una discendenza di chirurghi: i Cignozzi, in Riv. stor. delle scienze mediche e naturali, XVI(1925), pp. 1-12 (successivam. in Scritti e discorsi, Milano 1930, pp. 228 ss.).