CICCIMARRA, Giuseppe
Figlio di Francesco e Anna Traetta, nacque ad Altamura (Bari) il 22 maggio 1790. Apprese i primi elementi musicali nella città natale; poi, intorno ai dodici anni, fu condotto a Napoli per studiare in uno dei conservatori che, nel 1807, si riunirono nell'attuale S. Pietro a Maiella. Terminati gli studi con il diploma in canto e in pianoforte, si stabilì a Napoli dove intraprese come tenore la sua carriera artistica. Debuttò, nell'estate del 1816 al teatro del Fondo in Leonora ossia L'amore coniugale di F. Paër, interpretando la parte di Pizarro. Impostosi immediatamente come uno dei migliori tenori del momento, ebbe però carriera brevissima: cantò per l'ultima volta a Vienna nel 1828.
La sua attività napoletana si svolse fra il teatro del Fondo e il teatro S. Carlo. Al Fondo interpretò: Otello di G. Rossini, 4 dic. 1816 (Jago), Le due duchesse ossia La caccia de' lupi di S. Mayr, primavera 1819 (Enrico), Anfor marinaro di G. Weigl, estate 1819(Dorimante), La foresta di Ostropol del marchese F. Sampieri, carnevale 1822 (Fitzikan), La festa meravigliosa di P. Generali, primavera 1822 (conte Amelio). Assai più numerose le opere cui prese parte al teatro S. Carlo: Aganadeca di C. Saccente, 12 gennaio 1817(Fingal), Armida di G. Rossini, 11 novembre1817 (Goffredo), Baodicea di F. Morlacchi, gennaio 1818 (Aganlo), Mosè in Egitto di G.Rossini., 5 marzo 1818 (Aronne), La vestaledi G. Spontini, primavera 1818 (Cinna), Traiano di D. Tritto, 30 maggio 1818 (Licinio), Berenice in Siria di M. Carafa, 29 luglio 1818(Togorma), Ricciardo e Zoraide di G. Rossini, 3dicembre 1818 (Ernesto), Ermione di G.Rossini, 27 marzo 1819 (Pilade), Maometto IIdi G. Rossini, 3 dicembre 1820 (Condulmiero), Fernando Cortez ossia La conquista delMessico di G. Spontini, inverno 1820 (Telasco), Adelaide di Baviera di L. Carlini, 12 gennaio 1821 (Godofredo), Atalia di S. Mayr, quaresima. 1822 (Matan), Ines d'Almedia di S. Pavesi, autunno 1822 (Rodrigo), Semiramide di G. Rossini, inverno 1823 (Idreno), La fondazione di Partenope di diversi autori, 12 gennaio 1824 (Bacco), Le nozze dei Sanniti di P. Raimondi, carnevale 1824 (Telesponte), Sansone di F. Basily, quaresima 1824 (Cimbro), Federico II re di Prussia di G. Mosca, inverno 1824 (barone Manfeld), L'ultimo giorno di Pompei di G. Pacini, 19 novembre 1825 (Fausto), IlSolitario ed Elodia di S. Pavesi, primavera 1826 (Eghert), Niobe di G. Pacini, 19 novembre 1826.
Assai stimato da Pacini e da Rossini - da questo fu prescelto per le prime rappresentazioni di Armida, Mosè in Igitto, Ricciardo e Zoraide, Ermione e MaomettoII -, il C. fece sempre parte come primo tenore di compagnie di grande livello artistico: alla rappresentazione della Niobe parteciparono G. Pasta, C. Unger, G. B. Rubini e L. Lablache. Il 12 gennaio 1824 il celebre impresario D. Barbaia lo volle nella esecuzione di una grande Cantata cui presero parte anche A. Nozzari, G. David, Rubini, Lablache, A. Ambrosi, M. Benedetti. Cantò anche a Vienna in compagnia con A. Tosi, David, D. Donzelli, Lablache, Ambrosi. Al Kärntnerthortheater interpretò: Otello di Rossini, 13 aprile 1823, Le nozze di Figaro di W. A. Mozart, 28 settembre 1824, Il Turco in Italia di Rossini (Don Narcisso), il 1° aprile 1825, La donna del lago ancora di Rossini, 20 febbraio 1828, Ilpirata di V. Bellini, 25 aprile 1828. Memorabile fu un concerto tenuto il 10 aprile 1825 nella Redoutensaal di Vienna, dove cantò il quartetto del Mosè in Egitto con la Dardarnelli, la Unger e Donzelli.
Nel 1825 sposò Ann Rau, figlia di, Peter, di agiata famiglia viennese, dalla quale ebbe quattro figli, Carolina, Francesco, Luigi e Ugo. Stabilitosi a Vienna nel 1828, si dedicò all'insegnamento del canto e del pianoforte: fu nominato direttore del canto al teatro imperiale di musica italiana, detto Kärntnerthortheater. Sua allieva fu Sophie Löwe. Negli ultimi mesi del 1835, colpito da grave malattia, dovette abbandonare l'insegnamento. Nel 1836 lasciò Vienna per Venezia, dove si spense il 5 dicembre dello stesso anno.
Fonti e Bibl.: Notizie in Allgemeine musikal. Zeitung, XXIII(1821), p. 863; XXV (1823), pp. 269, 271; XXVI(1824). p. 651; XXVII (1825), pp. 239, 240, 242, 629; XXVIII (1826), p. 487; XXX(1828), pp. 106, 109, 228; G. Pacini, Lemie memorie artistiche, Firenze 1865, pp. 51, 53.60; F. Florimo, La Scuola music. di Napoli e isuoi conservatori, Napoli 1881, III, pp. 338, 473; IV, pp. 277, 279, 281, 283, 285, 287, 289, 291, 369, 371, 373, 597; O. Serena, Imusicisti altamurani, Altamura 1895, pp. 29-31; G. De Napoli, La triade melodrammatica altamurana, Milano 1931, pp. 7, 43; Id., Ricordando G. C. nelcentenario della morte, in Gazzetta del lunedì (Bari), 14 dic. 1936; C. Schmidl, Dizionario universale dei musicisti, I, p. 196.