CESAREO, Giuseppe
Nacque a Bergamo il 16 dic. 1630 da Marc'Antonio e da Felicita, sua seconda moglie. Mediocre seguace del padre e del maestro di questo, Enea Salmeggia detto il Talpino, fu autore di una serie di dipinti che consentono di seguirne l'attività fino al 1693. Nel Martirio di s. Caterina e nella Decollazione della santa in S. Caterina a Bergamo (1653) riprende in forme provinciali il Martirio di s. Caterina del Salmeggia della Galleria Colonna di Roma. Del 1661 è l'Innalzamento dellaCroce in S. Leonardo a Bergamo; del 1664 sono il S. Giuliano cacciatore del santuario della Trinità di Casnigo (proveniente da S. Agostino a Bergamo) e la Sacra Conversazione della collezione Battaglia di Faenza, che varia un prototipo lottesco mediato dal Talpino. Ancora del 1664 (o del 1670) sono gli affreschi in S. Nicolò dei Celestini a Bergamo, con Storie di s. Nicolò,Storie bibliche, Storie di Gesù, che dovevano costituire l'opera più vasta e impegnativa del C., ma che sono stati radicalmente ridipinti nel 1938 dal restauratore Nespoli, in modo tale da non consentirne una lettura corretta. Al Salmeggia l'artista è ancora vicino nello Sposalizio della Vergine in S. Rocco a Ranica (1669) - copia variata dal quadro del Talpino nel duomo di Milano - e nel Crocifisso e quattro santi della parrocchiale di Schilpario (1672), mentre negli affreschi col Ritrovamento dei corpi dei martiri di Bergamo, in S. Fermo (1676), e nella simile Traslazione dei martiri del monastero di S. Benedetto a Bergamo (1678), il tono narrativo diventa più aperto e accostante, con accessioni sgrammaticate alla pittura bresciana del Cinquecento, dal Fogolino al Romanino. Così nell'Assunta e due santi e nei SS. Romualdo,Apollonia e Lucia in S. Andrea a Bergamo si accentua lo stacco dallo stile paterno, con esiti tuttavia stilisticamente deludenti, che si avvertono anche nel Crocifisso e santi in S. Leone a Cenate d'Argon, del 1693.
Altre opere firmate sono la Deposizione al Carmine di Bergamo, datata "MDC...III", l'Ingresso di Cristo a Gerusalemme e la Moltiplicazione dei pani e dei pesci della parrocchiale di Rossino; mentre gli si possono attribuire, per le caratteristiche dello stile, il S. Antonio da Padova della cattedrale di Bergamo (per il Pinetti, di ignoto del sec. XVII), le tre Storie di s. Pantaleone in S. Pantaleone a Scanzorosciate, l'Annunciazione in S.Donato a Osio Sotto, il S. Carlo Borromeo del santuario della Madonna di Casnigo (tutte ignote alle fonti), l'Annunciazione del santuario della Basella di Urgnano (per il Pinetti, di ignoto del sec. XVIII): dipinti che nulla aggiungono tuttavia ai meriti di questo goffo artista, "abaticato - come notava il Tassi - con esito poco felice nell'imitare le sempre ammirabili pitture del ... Salmeggia". Perdute sono la Vergine e santi in S. Alessandro della Croce, i SS. Mauro e Sebastiano e i SS. Pietro e Giovanni in S. Nicolò dei Celestini e lo Sposalizio di s. Caterina in S. Agostino a Bergamo, mentre non è controllabile la notizia, data dal Locatelli, secondo la quale il C. dipinse "con qualche intelligenza delle fruttiere".
Per il Tassi il C. fu padrino e maestro di Alessandro Lanfranchi. È ignoto l'anno della sua morte.
Bibl.: Bergamo, Biblioteca civica: C. Marenzi, Guida manoscritta di Bergamo [ms., 1824 circa]; Ibid.: G. Moratti, Raccolta dei pittori che dipinsero in Bergamo..., [ms., 1900], I, pp. 284 s.; F. M. Tassi, Vite dei pittori ... bergamaschi [1793], a cura di F. Mazzini, Milano 1970, ad Indicem; P. Zani, Encicl. metodica... delle Belle Arti, I, 6, Parma 1820, p. 124; P. Locatelli, Illustri bergamaschi ..., Bergamo 1869, II, pp. 392-96; Inv. degli oggetti d'arte d'Italia, A.Pinetti, Provincia di Bergamo, Roma 1931, ad Indicem; G. Nicodemi, Le note di S. Resta a un esemplaredell'Abecedario pittorico dell'Orlandi, in Studi in mem. di mons. A. Mercati, Milano1956, p. 314; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VI, p. 308.